
Non c'è pace per i grandi giri... Alla partenza della tappa numero 11 della Vuelta, infati, i corridori hanno inscenato una protesta, con le squadre di Ineos e EF in prima fila. Oggetto del contendere, la decisione della giuria di applicare ieri la regola dei 3 secondi e di assegnare quindi un vantaggio a Roglic: i corridori hanno chiesto di ritornare sulla decisione non giudicando quello di ieri un arrivo in volata ma equiparandolo ad un traguardo di montagna, per il quale si misura il ritardo effettivo e non quello di 3 secondi stabilito convenzionalmente per i "buchi" allo sprint.
Per qualche istante, mentre Froome discuteva con il presidente di giuria, si è ventilato che Roglc potesse correre senza la maglia rossa, per rispetto della protesta dei colleghi, poi si è presa un adecisione salomonica: lo sloveno è regolarmente in corsa con la maglia rossa e la giuria al termine della tappa rivedrà le immagini dell'arrivo di ieri, rivalutando eventualmente l'assegnazione dei tre secondi di vantaggio attribuita ai primi otto dell'ordine d'arrivo.
La protesta - scrive la Ineos Grenadiers in un tweet - «è stata appoggiata da diverse squadre e dal CPA. E adesso, si corre!».
Ricordiamo che ieri in un primo tempo la giuria aveva attribuito ai migliori lo stesso tempo, slvo intervenire in un secondo momento e stabilire che c'era "il buco" e per questo la maglia rossa era passata dalle spalle di Carapaz a quelle di Roglic. Tra poche ore, quindi, ci sarà il riesame.