LUIGI MARCHISIO, L'UNICA ROSA ASTIGIANA

STORIA | 23/05/2020 | 07:47
di Franco Bocca

Sul futuro del ciclismo in tempo di pandemia regna ancora molta incertezza. Il Giro d'Italia potrà davvero svolgersi ad ottobre? E se andrà in scena, farà ancora tappa ad Asti, come era nel suo disegno iniziale? Tra tanti dubbi, c'è una sola certezza: nella sua storia più che centenaria, solo una volta la corsa rosa è stata vinta da un corridore astigiano. Accadde nel 1930, allorchè ad imporsi fu un giovanotto di appena 21 anni, Luigi Marchisio, nato nel 1909 nella frazione Ranello del comune di Castelnuovo d'Asti, che proprio in quel 1930 sarebbe diventato Castelnuovo Don Bosco. "Vigin", come lo chiamavano tutti, andava forte in bici fin da ragazzino. "Scommetteva con gli amici - afferma il nipote Marco - che, partendo dalla piazza del mercato di Castelnuovo, sarebbe riuscito ad arrivare in cima al paese, davanti alla Chiesa, percorrendo la dura salita con una mano sola sul manubrio. Vinceva sempre, e anche negli ultimi anni della sua vita il nonno ricordava con orgoglio quei primi soldini guadagnati grazie alla bici". Poi le prime gare ufficiali, le vittorie tricolori tra i "liberi" nel 1926 e fra gli indipendenti nel 1928, fino al passaggio tra i professionisti nel 1929 con la casacca  della Legnano, al fianco del grande Alfredo Binda.


Il Giro d'Italia del 1930 è passato alla storia poichè gli organizzatori pregarono Binda, che aveva dominato le tre edizioni precedenti, di restare a casa per manifesta superiorità, versandogli il premio che sarebbe spettato al vincitore: 22.500 lire. Binda accettò l'invito e così la Legnano, priva del suo capitano, lasciò liberi i suoi corridori di giocare le proprie carte.


Marchisio colse al volo l'occasione e già al termine della terza tappa, Palermo-Messina, da lui vinta davanti a Learco Guerra, prese il comando della classifica e lo mantenne fino al traguardo finale di Milano, nonostante una ferita al bulbo oculare causata da una scheggia vulcanica dell'Etna che lo costrinse per qualche giorno a correre con un occhio bendato. Pochi mesi dopo quel successo si impose in un Giro di Calabria tutto di matrice astigiana: 2° si classificò infatti Marco Giuntelli, di Tonco.

Nel 1931 Marchisio andò vicinissimo al bis consecutivo al Giro. Indossava infatti la maglia rosa (che proprio quell'anno venne istituita come simbolo del primato) allorchè nella terzultima tappa, Genova-Cuneo, incappò in una maledetta foratura che, a causa di una serie di incredibili contrattempi nella riparazione della gomma, gli fece perdere molti minuti. Dovette accontentarsi del terzo posto, alle spalle di altri due piemontesi: Francesco Camusso di Cumiana e Luigi Giacobbe di Bosco Marengo.

Dopo la vittoria nella Barcellona-Madrid del '32 e la partecipazione al Tour de France di quello stesso anno (fu 3° nella tappa di Nizza) cominciò la parabola discendente della sua carriera, che si concluse nel 1936, quando Vigin aveva solo 27 anni, a causa di una grave caduta in gara. Ma la passione per il ciclismo non lo ha mai abbandonato. "Andavamo spesso in bici insieme - ricorda ancora il nipote Marco - su e giù per le colline attorno a Castelnuovo. E lo abbiamo fatto anche il giorno prima della sua morte, causata da un infarto il 3 luglio 1992, quando il nonno aveva 83 anni". Le sue imprese sono ormai lontane nel tempo, ma il nome di Luigi Marchisio, l'unico corridore astigiano che figura nell'albo d'oro del Giro d'Italia, resterà per sempre scritto nella storia del ciclismo.

da La Stampa - edizione di Asti

 

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Anders Iniesta ha iniziato a costruire il suo futuro sette anni fa, praticamente quando ha deciso di lasciare il Barcellona e trasferirsi a giocare in Giappone prima di chiudere la sua carriera negli Emirati Arabi. È stato proprio sette anni fa,...


Un risottino fatto con il cuore, come sempre del resto, da uno che ha a cuore il ciclismo e chi lo anima. Tutti a casa di Osvaldo Bettoni, ex corridore professionista ai tempi di Beppe Saronni, poi una moltitudine di...


Patrick Lefevere ha potuto lasciare l'ospedale nel quale è stato ricoverato per ben 24 giorni e si prepara ad una lunga convalescenza. È stato lo stesso Lefevere, che ha 70 anni, a scriverlo sui social: «Ho affrontato 24 giorni molto...


Finalmente ci siamo. La ciclovia Prato-Firenze è pronta per essere percorribile e il tratto pratese sarà intitolato a Giovanni Iannelli, azzurro del ciclismo, giovane e promettente atleta pratese morto a seguito di una caduta nell’ottobre del 2019 durante la volata...


Il team INEOS Grenadiers annuncia oggi la nomina di Geraint Thomas a Direttore Corse, decisione che segna l'inizio di un nuovo capitolo nella sua carriera e sottolinea l'evoluzione del team. Tra i ciclisti più rispettati e premiati, Thomas passa dal...


In questi giorni si discute molto se il ciclismo debba o possa diventare uno sport a pagamento, come quasi tutti gli altri. Il tifoso romantico aborrisce l’idea: il ciclismo è del popolo, è sempre stato gratis e tale deve rimanere....


Andrea Colnaghi scende di sella ma non lascia il ciclismo. Il 28enne lecchese ha preso la decisione di terminare la sua carriera agonistica dopo ventidue anni passati a pedalare  nelle formazioni di Costamasnaga, Alzate Brianza, Velo Club Sovico, Team Giorgi,...


La storia raccontata sulle pagine del sito argon18.com , marchio distribuito in Italia da Beltrami TSA, mette in luce un fatto curioso, ma anche molto interessante, infatti, espone in pochi ed essenziali passaggi la genesi di un allestimento speciale per il modello E119...


La sfortuna, si sa, nel ciclismo viaggia veloce. E quando decide di scegliere una vittima eccellente, lo fa con precisione chirurgica. Per l’edizione 2025 della celebre Catena Incatricchiata, il riconoscimento goliardico ideato da Riccardo Magrini e Massimo Botti, il verdetto...


Roberto Amadio ct del ciclismo al posto di Marco Villa: il perché ce lo spiega a Radiocorsa domani alle 19 su Raisport, Cordiano Dagnoni, il presidente della Federciclismo. E poi Giacomo Nizzolo illustra il suo addio al ciclismo,...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024