
Simone Consonni è appena rientrato in Italia dopo l'esordio stagionale con la maglia della Cofidis al fianco di Elia Viviani e racconta così le sue emozioni a tuttobiciweb: «Con la Cofidis mi trovo davvero molto bene, c’è un bell’ambiente. Al Down Under la squadra era formata al 70% da italiani e mi sentivo a casa - ride. C’erano Elia Viviani, Fabio Sabatini, il diesse Roberto Damiani, il meccanico Moreno Bacchion - con cui ho trascorso tre stagioni in casa UAE - ed infine il massaggiatore Alessandro Amadio. In squadra c’è grande entusiasmo e tanta voglia di crescere. Sono onorato di essere stato preso in considerazione per questo bel progetto».
Che voto da a questo suo esordio in maglia Cofidis?
«Avevo una buona condizione. Se dovessi darmi un voto da 1 a 10 mi darei 7,5 - 8. Trovare le giuste dinamiche del treno non è stata cosa semplicissima. Ci abbiamo messo un po’ per amalgamarci bene, infatti nella prima tappa del Down Under abbiamo fatto un po’ un buco nell’acqua. Sono rammaricato per non essere riuscito ad alzare le braccia al cielo nella quinta frazione, quella con arrivo a Victor Harbor. È stato un peccato non sfruttare quell’occasione al massimo, mi sarebbe piaciuto ripagare la squadra con la prima vittoria nel circuito World Tour. Devo ammettere che in questi anni la vittoria mi è spesso sfuggita, evidentemente non sono ancora pronto per essere un leader».
Elia purtroppo nella seconda frazione è stato vittima di una brutta caduta...
«Si, siamo stati sfortunati. La sua caduta ha condizionato tutta la corsa, purtroppo. Elia però è un grande campione e come tale ha saputo reagire. Un altro corridore al suo posto si sarebbe ritirato, invece lui è andato avanti nonostante tutto, nonostante il dolore. Ha preso delle grandi botte ma si è comportato da leader. Per me è un grande esempio, un maestro da cui imparare ogni giorno».
Siamo solo all’inizio di questa stagione. Cosa si aspetta dal 2020?
«Il mio 2020 si divide in due parti: per le gare su strada vorrei imparare il lavoro nelle vesti di ultimo uomo del treno, con la speranza di poter diventare uno dei migliori. Sono certo che questa squadra possa insegnarmi molto. E poi sogno di vedere il nostro capitano con le braccia alzate al cielo più volte possibili. Lavorerò per far si che questo possa succedere. Per quanto riguarda le prove in pista, ho un obiettivo frutto di un cammino iniziato più di sei anni fa: l’Olimpiade di Tokyo. Nel 2016 ho preso parte ai Giochi Olimpici di Rio, ma quella di quest’anno è l’Olimpiade della consapevolezza e maturità. È il grande obiettivo. Ammetto non sia semplice far combaciare tutto, ma spero che questa possa essere davvero una grande stagione».
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