ALLARME CALENDARIO, LA FRANCIA GULLIVER E L'ITALIA POLLICINO

UCI | 25/09/2019 | 08:02
di Pier Augusto Stagi

Si vuole la mondializzazione del ciclismo, ma l’epicentro è chiaramente Parigi e la Francia. Che il Tour sia la manifestazione più importante e preziosa del nostro beneamato sport lo sappiamo da tempo. Non l’abbiamo mai nascosto, anzi, non abbiamo fatto altro che rimarcarlo con grande determinazione e un pizzico di invidia. Che la Francia in questi anni abbia sorretto e sviluppato il ciclismo di casa, anche: mai nascosto. Che a farne le spese sia però solo il movimento italiano con la Rcs Sport in testa, mi sembra ben più di un sospetto. Basta dare un’occhiata alla bozza delle corse che ci è capitata per le mani. Basta ascoltare quello che rimbalza dallo Yorkshire per capire che la Francia è prossima a prendersi tutto, senza fare tanti complimenti.   


Il dato più eclatante riguarda proprio le corse francesi che passano da 4 gare HC a 10 gare Pro Series con un bel +11 sulle giornate di gara. In verità anche gli spagnoli crescono di 11 giornate grazie a 2 gare a tappe promosse dalla classe 1.


I belgi, che erano già al massimo crescono di poco ma ottengono la deroga per sforare il numero massimo di gare previste per Paese (10) e arrivano a quota 12. E l’Italia? Il nostro movimento che fine fa? Da quello che abbiamo raccolto e visto (perché qualche pizzino più che qualificato tuttobiciweb ha avuto modo di scorgerlo), noi avevamo avanzato 12 candidature ma alla fine raccogliamo la miseria di 8 gare promosse e 12 giornate di gara (lo stesso numero di HC di quest’anno).

Se questo non fosse sufficiente per avere il morale sotto i pedali, c’è la clamorosa e per certi versi vergognosa e sconcertante bocciatura della Milano-Torino retrocessa in classe 1. La corsa più antica del mondo, nata nel lontano 1876, è stata declassata. Le cose sono due: o trattasi di refuso, oppure c’è dietro una sottile – ma neanche tanto sottile – lotta di potere con Rcs Sport. Un dispettuccio per far capire ai nostri storici organizzatori di riferimento che è il caso di abbassare le ali e la cresta. Guai a pretendere la luna; meglio non allargarsi troppo. Oltralpe, viste le premesse, possono arrivare a fare qualsiasi cosa.

L’UCI, oltre a legiferare regolamenti clandestini e a varare classifiche misteriose, si prende la briga anche di cambiare d’ufficio le date alle gare, senza preventivamente consultare Federazione e organizzatori coinvolti. La nuova categoria non porta nulla agli organizzatori, se non maggiori costi, con aumenti spropositati (da 200 euro a 2.200, per intenderci) per le tasse antidoping. La nuova serie prevede per ora 48 gare contro le 37 HC del 2019, per cui ne polverizza il valore. E se teniamo in considerazione che il numero di giornate Word Tour salirà nelle intenzioni a 185, possiamo comprendere quanto poco sia lo spazio per una partecipazione di qualità in questa nuova serie. Insomma, la Francia si allarga e soffre di gigantismo. L'Italia molto piu semplicemtente, soffre.

 

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COMMENTI
Sport e politica
25 settembre 2019 12:18 andy48
A me non piace mischiare politica e ciclismo. Pero' se quello che leggo sopra fosse vero conferma pesantemente quello che sta succedendo in politica: e cioe', l'Italia conta poco o nulla nei consessi internazionali, a partire dall'UE. Ci siamo trasformati volontariamente nello zerbino di Parigi, Berlino e Bruxelles. E allora come sperare che nello sport Roma conti quanto Parigi?

Io lo dico da una vita.
25 settembre 2019 15:13 Bastiano
Non da oggi, vi dico che la vice presidenza dell'UCI, è stata data al nostro presidente FCI, solo perchè, è bravissimo a dire si a decisioni prese da altri. Se analizziamo tutte le innovazioni approtate in ambito ciclismo mondiale e se, vediamo quanto male hanno portato al nostro movimento e quanto bene o mantenimento dello status, hanno portato alloa altre federazioni nazionali, capiamo subito che il nostro nemico, non va cercato all'estero ma, il vero problema di questo movimento, sono gli elettori che hanno dato il loro appoggio a chi era totalmente incapace di fare ma, era bravissimo nel gestire potere e voti nel proprio orticello.
Oggi dobbiamo piangere i nostri guai cercando di dare le colpe ai francesi? Io non credo proprio, forse è il momento che guardiamo in faccia chi dovrà votare per rinnovare le cariche federali e dirgli che, quasta volta si vota la competenza e non i campioni di clientela!

francia
25 settembre 2019 16:10 fix1963
non e' una novita', come nella politica estera, la francia ci vuole fuori dai giochi in tutti i campi.. Ale

Domanda
25 settembre 2019 17:55 Melampo
E' possibile sapere (in base alla bozza di cui parla l'articolo) quali sono le 8 corse italiane promosse?

Aso prenderà tutto
26 settembre 2019 00:02 bove
Da anni penso e temo, che il progetto sia che Aso si prenderà tutto il ciclismo che conta. Aggiungo, se una società o un'azienda da 20 e passa anno Va sempre peggio, forse è il caso di chiedere conto a chi questa azienda da 20 e passa anni la gestisce. No?

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