GIARDINI APERTI. VALERIO CONTI, I SOGNI DI UN CICLISTA A ROMA

INTERVISTA | 23/08/2019 | 07:55
di Alessandra Giardini

Il giorno che Valerio Conti ha preso la maglia rosa, suo padre è sceso di sotto, al bar, e ha offerto da bere a tutti. Franco è stato un buon corridore, ha vinto il Giro dilettanti più di 40 anni fa. Suo fratello Noè vinse la Coppa Bernocchi nel ‘59. Fu lui a regalare la prima bici a Valerio, che aveva 13 anni e giocava (bene) a pallone, «però sentivo una cosa dentro, sarà il dna».


Sono passati tre mesi. Se pensa al Giro d’Italia, qual è il primo ricordo che ha?


«Avevo passato il traguardo da dieci minuti. Lo sapevo che ero andato in rosa, ma quando ti dicono che ti aspettano sul palco e vedi che ti stanno preparando la maglia, che stai per mettertela, è incredibile. Non ho capito più niente».

E’ stato il giorno più bello della sua vita?

«Forse no». Lungo silenzio. «Forse sì».

Il Giro ha cambiato la sua vita?

«Inevitabilmente sì. Tante chiamate, mi volevano tutti, mi hanno festeggiato. Ma sono cambiate anche le mie aspettative, voglio confermare di poter essere ancora a questi livelli, mi alleno con più convinzione, più responsabilità. Ma devo essere sincero, è qualcosa che è successo prima. Un specie di clic nella mia testa, l’ho sentito quest’inverno, è un po’ tutta la stagione che è stata diversa dalle altre. Peccato per quel problema che mi ha costretto a lasciare il Giro, sono stato tanto fermo, adesso sono un po’ più indietro di come vorrei».

Prima di quel clic cosa c’era di diverso, di meno?

«Ognuno ha i suoi tempi, ho avuto bisogno di maturare. E’ complesso quello che succede nella testa di un atleta finché non si sveglia».

Dopo il Giro invece?

«Sono dovuto stare 25 giorni senza toccare la bici, troppi. Da una parte ero contentissimo per quello che avevo vissuto, dall’altra nervoso perché lo stop mi pesava, perdere un mese è complicato. Avevo un po’ di ansia, paura di non riuscire a stare come volevo».

Come ha reagito?

«Ho imparato a lasciar andare le cose. Nelle prime due settimane dopo il Giro avrò preso cinque chili, feste da tutte le parti, parenti, amici. Poi mi sono dovuto dare una regolata». 

Cinque chili per un corridore sono una bestemmia.

«Adoro i primi piatti, la cacio e pepe, la carbonara. Ma se devo scegliere una cosa sola, dico la pizza tonno e pomodorini».

Qualcuno è cambiato nei suoi confronti dopo la settimana in maglia rosa?

«Non direi. Ma ho visto migliaia di volte persone sbavare dietro a qualcuno e poi sparire quando le cose vanno male: è una cosa che odio».

Le piacciono Verdone e Villaggio: al cinema chiede di farla ridere.

«Sì, sempre. Fantozzi contro tutti l’avrò visto cinquanta volte, se vedo che lo danno in tivù mi fermo e lo riguardo. Lo so a memoria. Ma guardo anche Pozzetto, Banfi. E rido».

Le piace stare solo?

«Sì, me ne vado in montagna, al fresco. E stacco. Roma è un casino».

Anche per allenarsi?

«Devo uscire dalla città, schivo le buche, le ho memorizzate tutte. Parto dal Prenestino, vado verso Tivoli, Frascati, verso Zagarolo. Se voglio rilassarmi vado al Terminillo. Ma fuori stagione è dura. Michela, la mia fidanzata, dà le testate al muro».

In che cosa si sente romano?

«Rispetto ad altri prendo le cose con più allegria, sono leggero. Scherzo anche nei momenti seri».

Come si rilassa?

«Vado a pescare, magari nei laghetti artificiali. Anche a Ponte di Nona. Prendo le trote».

Che cosa l’ha sorpresa del dopo Giro?

«Sapere che anche a Roma nei bar la gente si era messa a parlare di ciclismo, e a guardare le tappe».

Lo ha detto anche durante il Giro: vorrei che anche da noi ci fosse la passione per il ciclismo che vedo al nord.

«Probabilmente è questione di tradizione. A livello amatoriale ci sono tanti che vanno in bici anche a Roma, ma la passione non è la stessa. Magari posso aiutare ad accenderla».

Che cosa ha capito? Che corridore è Valerio Conti?

«Pronto per le corse di una settimana e per le gare di un giorno, per le altre ancora no. In un grande giro potrei pensare alla top ten ma non mi piace tanto l’idea di arrivare decimo, preferisco puntare a una vittoria di tappa. E’ quello che mi aspetto da questa Vuelta». 

In futuro vorrebbe puntare a un grande giro?

«Devo lavorare molto sulle salite lunghe. E sulle cronometro».

Per la prossima stagione cosa sogna?

«Vorrei provare qualcosa di diverso. Se la squadra è d’accordo mi piacerebbe fare le classiche delle Ardenne: Amstel, Freccia e Liegi».

In questi giorni se n’è parlato molto, ricordando Gimondi. E’ davvero così bella la fatica?

«I primi anni era più bello, adesso mi piace solo quando faccio fatica e realizzo che sto ottenendo qualcosa. Non so se avrei continuato senza risultati, sono uno ambizioso. Però non so come avrei potuto fare un lavoro normale, stare tutto il giorno davanti a un computer».

Ha raccontato che si emoziona guardando i filmati del ciclismo di una volta. Ha mai pensato che il suo sia uno sport anacronistico?

«Anch’io lo vedo che ci sono tanti vecchi a seguire le corse. Ma è perché una volta che ti ha preso, il ciclismo non ti lascia più. E’ come una morsa. E poi non si dice sempre che siamo un Paese di vecchi?».

dal Corriere dello Sport - Stadio

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Matteo Fabbro era sparito dai radar a fine 2024. Dopo un’annata non particolarmente brillante anche a causa di alcune problematiche fisiche che hanno inciso sulla sua resa agonistica, il corridore friulano non aveva trovato nessuno che volesse investire su...


Jonathan Milan è stato multato e penalizzato dopo la vittoria nell'ottava tappa del Tour de France 2025, la Saint Meen Le Grand-Laval di 17, 4 km. Il velocista della Lidl-Trek, durante la volata poi vinta, avrebbe ostruito un avversario, motivo che...


Raffica di numeri, statistiche e spunti di riflessione dalla ottava tappa del Tour de France. 8: UN NUOVO VINCITOREJonathan Milan, un debuttante al Tour de France, ha impiegato 8 tappe per alzare le braccia per la prima volta. L'italiano ha...


Nella tappa più attesa di questo Giro d’Italia Women, UAE Team ADQ ha firmato una vera e propria impresa. Elisa Longo Borghini è la nuova Maglia Rosa al termine della durissima frazione con arrivo in salita sul Monte Nerone, dopo...


Jonathan MILAN. 10 e lode. Gliela confezionano, poi però se la costruisce, se la guadagna e se la prende con lucida determinazione. Sa che è il giorno e non può rimandare a domani ciò che si può prendere oggi. Groves...


Milan vince al Tour dopo sei anni, Longo Borghini in rosa al Giro: è il giorno dei campioni italiani. Il corridore friulano ha vinto oggi l’ottava tappa della Grande Boucle, da Saint-Méen-le-Grand a Laval Espace Mayenne (171, 4 km), riportando...


Dal Vincenzo Nibali della penultima tappa del 2019 al Jonathan Milan dell'ottava tappa del 2025: spezzato il digiuno dell'Italia al Tour de France dopo quasi sei anni! Sotto gli occhi del Ministro dell'Interno francese Bruno Retailleau, il gigante friulano della...


Ci sono volute 114 tappe, dopo quella lunghissima salita vincente di Nibali nella penultima giornata del 2019 a Val Thorens, per rivedere un italiano vincere una tappa al Tour de France. Oggi Jonathan Milan è riuscito nell'impresa, conquistando l'ottava frazione...


Tappa e maglia per Isaac Del Toro sempre più padrone del Giro d'Austria. Terzo successo di fila per il messicano della UAE Team Emirates-XRG che nella Innsbruck-Kuhtai non ha problemi a regolare l'irlandese Archie Ryan (EF Education-EasyPost), secondo a 4",...


Era la tappa più attesa da tutti ed oggi Elisa Longo Borghini ha confezionato una vera e propria impresa ribaltando il Giro e prendendo la maglia rosa. Non è arrivata la vittoria, strappata via da Sarah Gigante, la più forte...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024