Ciclismo esasperato: vogliamo fare qualcosa per salvarlo?

| 20/03/2008 | 00:00
Allarme rosso tra gli juniores in Veneto. E sono passati solo 15 giorni dal via della stagione. Per l’eccessivo agonismo e qualcos’altro la sicurezza dei corridori è ad alto rischio. Domenica a Fontanellette si è registrata un’ecatombe: negli ultimi 10 km si sono verificate ben 8 cadute che hanno coinvolto una trentina di corridori in differenti punti del percorso. In sei sono finiti al pronto soccorso di Oderzo con fratture e traumi. Sul lettino dell’ospedale si sono ritrovati Dal Bello (Bianchin), Basei (Spercenigo), Tonon (Orsago), Dal Col (Cieffe) e poi Polesello e Bertolla (Ormelle). Questi ultimi due hanno avuto la peggio. Alessio Bertolla, sprinter di punta della Rinascita, classe ’90 di Corva, si ritrova ora con la gamba sinistra bloccata da un tutore: è finito nel fosso a 1km dal traguardo con Dal Col ed ha picchiato il ginocchio poi ricomposto con parecchi punti di sutura interni ed esterni. Almeno per tre mesi starà fuori dalle corse. Il coetaneo di Brugnera, Marco Polesello, ieri era ancora ricoverato per trauma cranico e facciale. «Per fortuna s’è messo a piovere alla fine della gara. Altrimenti cosa sarebbe successo ancora? – si domanda preoccupato Severino Cescon, presidente della Rinascita Ormelle –. Specialmente in queste prime corse c’è troppo agonismo. Tutti vogliono vincere, magari dagli inesperti ragazzini del 1.anno si pretende troppo. Se i grandi si rispettano, in questa categoria si allungano le mani ed alla fine ci si fa davvero male. La giuria se vede, deve intervenire applicando severe sanzioni». «Ero direttore di corsa – testimonia Giorgio Dal Bò – ed all'interno del gruppo in gara ho visto di tutto. Tante cadute si sono verificate in ampi rettilinei. Tracciato e organizzazione non c’entrano affatto». Ma quello che è successo è gravissimo. «Infatti per la prima volta al termine di una gara mi sono sentito in coscienza di convocare una riunione con i direttori sportivi. Perché tutti si devono dare una regolata. Capisco che ad inizio stagione c'è la necessità di vincere a tutti i costi per dimostrare di avere una buona squadra e aver fatto una buona preparazione. Ma i ds "caricano" di troppa responsabilità la squadra. Organizzano i "treni" per portare il velocista in volata senza fare i conti che i ragazzini del 1. anno non sono preparati a questo». C’e forse dell’altro? «Poi certi ds si comportano in modo troppo esagerato. Non si fermano neppure a soccorrere i propri atleti. E’ più importante l'arrivo e la volata. Permettono rientri dietro le ammiraglie in situazioni molto pericolose: capita di vedere ragazzi dietro l’auto lanciati a 70 all'ora. E se per un banale motivo si deve frenare all’improvviso? Si parla sempre più di sicurezza ma i corridori sanno veramente a cosa vanno incontro? Sanno correre e rispettare le regole e l’avversario? E poi i familiari sono cosciente di certi pericoli?». Dal Bò ha già segnalato al Comitato Regionale quanto successo ed il difficile clima trovato a Fontanellette. «La Federazione non si muove. Non tutela organizzatori e direttori di corsa. Mette a disposizione un’assicurazione insufficiente, per lo più blindata. E gli organizzatori, com’è già successo, rischiano anche la propria casa al termine di cause infinite. E’ questo il prezzo che dobbiamo pagare per un agonismo sfrenato in cui la vittoria a tutti i costi è la normalità?». Massimo Bolognini
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