L'ORA DEL PASTO. LA BETLEMME DEL GIRO DELL'APPENNINO

NEWS | 07/05/2019 | 07:41
di Marco Pastonesi

Pontedecimo, la Betlemme del Giro dell’Appennino. Albergo Ristorante Nazionale, a 500 metri dall’arrivo storico in piazza Arimondi. Nato come stazione per il cambio dei cavalli, poi come locanda dal 1891 in via Guido Poli (un documento certifica il pagamento di una famiglia di nove persone di passaggio), dal 1907 in via Natale Gallino.


Quella volta che, poco prima della partenza della corsa nel 1938, un ragazzino mangiava un panino e una mela sui gradini lì davanti, la faccia da povero cristo, l’avvertimento ai ristoratori “occhio, ché gli indipendenti non pagano”, e quel ragazzino era Fausto Coppi. Quella volta che nel 1950-1951 ospitò attori e riprese di “Achtung! Banditi!”, il primo film di Carlo Lizzani, in cui operai e partigiani combattono contro i tedeschi durante la Resistenza. Quella volta che Dino Zandegù si ritirò prima di affrontare la Bocchetta, entrò nel ristorante, appoggiò la bici e si sedette a tavola, gli domandarono “già qui?”, lui rispose “perché, non è mezzogiorno?”, e poi mangiò di gusto dall’antipasto al caffè, infine salì in camera e si cambiò. Quella volta – una delle tante volte - che Gino Bartali si fermò a mangiare e stavolta regalò e autografò il celebre manifesto della borraccia, sostenendo ancora una volta che era stato lui a darla a Coppi e non Coppi a lui. Quella volta che…


La vigilia del Giro dell’Appennino 2019, entro nell’Albergo ristorante Nazionale con curiosità e devozione, golosità e rispetto. Strada, cortile, vetrine. Dodici camere, fino a 130 coperti, ospitalità e cucina tradizionali genovesi. L’Albergo ristorante Nazionale è un luogo del ciclismo, dunque bartaliano e coppiano, le storie custodite negli armadi – canterebbe Paolo Conte - sanno di lini e vecchie lavande, i cassetti profumano di sogni, le scale risuonano di avventure. Pino Calcagno, che si chiama come il bisnonno fondatore, aggiunge quella volta che Italo Zilioli, non più corridore ma direttore sportivo, trovò ospitalità addirittura in casa, e la mattina dopo, educato e premuroso, se ne andò senza far rumore.

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