
Sulla Riforma arriva la presa di posizione netta e importante da parte della AIGCP con una richiesta chiara: «Avanti con la Riforma, ma per farlo tutte le parti in causa devono essere ascoltate e devono poter mantenere i diritti attuali», si legge in un comunicato ufficiale.
L'Associazione internazionale delle squadre ciclistiche professionali (AIGCP) - che rappresenta 17 WorldTour Teams e 27 Pro-Continental Teams - ha invitato l’UCI ad adeguare il suo piano di riforma, che sarà esaminati dal Comitato Direttivo il 28 Settembre, in modo da garantire un futuro più sostenibile per il ciclismo professionistico.
Il modello economico del ciclismo professionistico attuale ha molti difetti e ha messo in crisi molte squadre, i loro corridori e gli organizzatori: il ciclismo è davvero lontano dal raggiungere il suo pieno potenziale. Per decenni, chi doveva guidare il ciclismo verso questo obiettivo non lo ha fatto.
Iwan Spekenbrink, Presidente dell'AIGCP e Chief Executive Officer del Team Sunweb, spiega: «I team hanno espresso che la necessità di creare un modello economico sostenibile. Credono che la costruzione di uno sport stabile e fiorente sia il passo necessario per affrontare le questioni più importanti, vale a dire maggiori investimenti in sicurezza, antidoping, futuro sicuro per tutte le parti del ciclismo. Vogliamo vedere i professionisti e le altre parti interessate godere di una posizione economica migliorata, più comparabile con i campioni degli sport di squadra con un potenziale simile a quello del nostro sport».
I team di professionisti ritengono che l'UCI oggi abbia una grande opportunità per creare un modello economico migliorato atrraverso una vera riforma. Pertanto, l'AIGCP si impegna a collaborare con l'UCI per offrire conoscenze specialistiche su come ottimizzare le opportunità commerciali e di coinvolgimento dei tifosi: se vengono adottate le giuste riforme, è auspicabile che la crescita della bicicletta raggiunga nuovi livelli.
Venerdì scorso le squadre si sono riunite a Malaga, in Spagna, per l'Assemblea Generale di AIGCP. I team hanno affermato che se l’avvio di una vera riforma economica è un obiettivo chiave, ci vorrà del tempo perché questa si realizzi stabilità e cresca. I team WorldTour e Professional chiedono pertanto che la nuova riforma non ponga gli stessi team né le altre parti in causa in posizioni vulnerabili o meno vantaggiose rispetto a oggi.
Il ciclismo rimane uno dei pochi sport in cui le squadre e i loro corridori non hanno alcuna voce in capitolo su come viene gestito lo sport professionistico. In definitiva, l'organo di governo del’UCI mantiene il controllo esclusivo sul ciclismo professionistico. Per dare al ciclismo un nuovo modello economico è necessario che i team e gli organizzatori siano coinvolti nella gestione dello sport.
Squadre, organizzatori, i loro sponsor e partner hanno una grande esperienza nel massimizzare le entrate, le crescenti opportunità commerciali e nel lavorare con i tifosi: è necessario sfruttare questa risorsa.
Richard Plugge, Vicepresidente dell'AIGCP e Team Director del Team LottoNL-Jumbo, ha aggiunto: «L'AIGCP vuole lavorare con l'UCI per aiutare lo sport a crescere. Vogliamo essere fornitori di soluzioni ideali per l'UCI e lavorare con la Federazione, non contro di essa. Se il ciclismo è in grado di modernizzare il suo approccio come è stato fatto con successo in molti altri sport globali, allora la riforma può diventare realtà e portare ad una crescita sostenibile per tutte le parti interessate. Se si considerano gli sport globali ben funzionanti, il successo è stato trovato in un modello in cui gli stakeholder hanno voce in capitolo su come vengono gestiti i campionati professionistici. Abbiamo davanti esempi che mostrano come uno sport può crescere enormemente, sia in termini di popolarità che di entrate, se si dà a coloro che vivono lo sport da protagonisti la possibilità di lavorare a fianco di chi governa: vogliamo fare lo stesso con il ciclismo, vogliamo lavorare con l'UCI su questo. Le squadre, i loro corridori e gli organizzatori portano competenze indispensabili che fino ad ora sono state ignorate nella storia del nostro sport. In questo momento, il ciclismo è un gigante addormentato con un grande potenziale inespresso. E noi vogliamo svegliarlo».