MARTINELLI E I SEGRETI DEL "DIETRO MOTO"

PREPARAZIONE | 01/07/2018 | 07:51

Ci sono atleti che hanno disputato il Giro d’Italia e altri che hanno effettuato uno stacco dopo una primavera super intensa e stanno già proiettandosi verso nuovi obiettivi sportivi nella seconda parte dell’anno.

Può succedere che in piena stagione ci si prendano quindi alcuni giorni di riposo, come è successo a Davide Martinelli, per recuperare a livello fisico e mentale.

“E’ così – spiega il forte passista di Lodetto di Rovato – un atleta ha bisogno di stacco dal punto di vista fisico ma anche psicologico. Tutto è stato concordato con il team, basta pianificare le cose nel modo corretto e adesso è di nuovo ora di ripartire”.

Una fase delicata quella della ripartenza che deve essere affrontata nel modo corretto. “Ora vi racconto meglio. Visto che la condizione fisica è ancora buona si riparte subito con certa intensità, non puoi più permetterti di riprendere con calma, come succede in inverno. Effettuo fin da subito le famose triplette. 4 ore, 3ore e mezza e infine 5 ore. Segue poi un giorno di scarico e di nuovo 2 triplette intervallate ancora da un giorno di scarico. In questa fase ci si sente incatramati, termine non proprio corretto, ma che spiega bene quella sensazione di mancanza di fluidità, di brillantezza nella cadenza".

Il riposo lascia però anche forza nelle gambe. “Sì, hai la gamba piena con forza. Ti manca la variazione di ritmo che dopo una settimana dalla ripresa inizi a ritrovare. Come faccio per migliorare? Con delle sessioni dietro moto. Solitamente le faccio 1-2 volte a settimana. In questo periodo però arrivo a 3 volte in 6 giorni. E’ un esercizio che svolgo da 6-7 anni e che mi aiuta per il ritmo. Se corressi non ci sarebbe bisogno di farlo perché in gara fai 4-5 ore a cadenza elevata. Quando invece ti alleni da solo, a 35 all’ora vai a 90 pedalate, ma poi è facile scendere sotto quella soglia per via del vento e altre variabili. In gara dai un input importante e quindi se vuoi replicarlo anche nella preparazione devi riuscire a crearne uno simile per 2-3 ore”.

Il dietro motore è però un’attività molto delicata da affrontare. “Bisogna essere molto attenti, trovare le persone giuste e disporre di mezzi adeguati. Personalmente posso contare su uno staff di 2-3 collaboratori fidati e poi ho curato direttamente la realizzazione del mezzo: una moto con un rullo posizionato nella parte posteriore. Questo mi permette di poterci andare contro senza alcun problema. L’ho fatto realizzare da un fabbro, anche la sua scorrevolezza è importante, deve girare bene. Fondamentale anche il rapporto con la persona che guida la moto che deve essere molto stretto. Ci vuole una conoscenza profonda e feeling. Mi trovo molto bene con mio papà, oppure con il mio allenatore di quando ero Junior. Anche con mio cugino Claudio sono in sintonia, la moto era sua un tempo. Quando guida lui mi sembra di essere in corsa. Si crea un mix importante: conoscenza del mezzo, della persona e delle strade”.

Ecco un ulteriore dettaglio: “I percorsi sono vari così come sono vari gli stimoli da dare al muscolo. Ho differenti opzioni. Ad esempio il dietro moto nel vallonato serve per simulare i finali di corsa con strappi forti e recupero in discesa con una fase in pianura regolare. Si tratta di un’attività neuromuscolare importante”.

E ancora: “Il lavoro in pianura serve invece per stimolare la cadenza. 45-50 all’ora su un percorso dove pedalo meno a livello d’intensità ma con lunghi rapporti, come il 53×11 che viene facile da spingere perché non c’è la resistenza dell’aria”.

Come vengono divisi questi lavori? "Prima delle corse dure facciamo vallonato, se invece il percorso è piatto mi preparo in pianura. Come ho fatto prima del Tour of Fjords ho effettuato sessioni sia in pianura che nel vallonato perchè l’ultima tappa era molto impegnativa e serviva cambio ritmo che al momento mi manca non avendo corso per quasi un mese".

Davide ci svela qualche dettaglio tecnico in più: “In un’ora di vallonato pedalo a circa 40 di media con una potenza che si attesta intorno ai 280-300w medi e una cadenza di 90-95rpm. Invece in una seduta in pianura si possono raggiungere anche i 48-50 all’ora di media, ovviamente scelgo le strade meno trafficate in assoluto, vi assicuro che ci sono strade a sud di Brescia dove in un’ora incontro sì e no 5 macchine, la potenza media si attesta intorno ai 260-280watt e la cadenza sfiora le 100 pedalate al minuto".

Ora si corre, con quanta forma ti presenti? “Ero vicino al 100%  della condizione quando ho staccato. La valutazione è stata questo: Tra la gara di Francoforte del 1 maggio e il Tour dei Fiordi c’era molta distanza quindi non potevo tenere sempre alta la forma, per questo abbiamo scelto di riposare. Mi sono ripresentato con una forma dell’’85%. Diciamo che in un mese, da quando si stacca, si riesce a trovare una buona condizione. Per arrivare al 100% servono almeno 45 giorni, se non ci sono intoppi, quindi dai campionati Nazionali in poi dovrei trovarmi in ottime condizioni“.

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