Tuttosport. Per Di Luca Mondiale a rischio

| 25/08/2007 | 00:00
Davvero per nulla prota­gonisti, questi inquirenti. Il ciclismo avrà le sue belle re­sponsabilità in tema di do­ping, su questo non ci sono dubbi, ma dopo il procuratore Ettore Torri - che ha deciso di perseverare nella richiesta di un anno di squalifica per Alessandro Petacchi, bus­sando al Tas dopo che la Caf s’era messa a ridere perché un giudice avrebbe dovuto co­noscere la “ non competenza” della Commissione d’Appello Federale - adesso è il turno del gip di Pescara, Luca De Ninis, autoproiettarsi sul proscenio sentenziando al mondo la sua intenzione di ascoltare Danilo Di Luca presso il Tribunale della città adriatica il giorno 27 settem­bre. Una coincidenza sadica: per quella data, infatti, il biondino di Spoltore dovreb­be essere in quel di Stoccar­da, a tre soli giorni dalla di­sputa del Mondiale profes­sionisti su strada, prova nel­la quale il leader della Liqui­gas dovrebbe recitare una parte da protagonista. E’ questo che indispettisce nelle inchieste che coinvolgo­no il mondo del pedale: l’as­soluta mancanza di rispetto nei confronti del mestiere del corridore. Ed è questo che dif­ferenzia il mondo del ciclismo da quello di tutti gli altri sport: l’incapacità di far vale­re i propri diritti. De Ninis vuole ascoltare Di Luca nel­l’ambito dell’inchiesta- 2 sor­ta dopo una denuncia di Al­tobrando Di Luca, fratello di Danilo, contro un pregiudica­to (!) pescarese che aveva coinvolto il corridore per do­ping ematico. Il gip ha re­spinto la richiesta di archi­viazione del pm: convocherà anche il suddetto pregiudica­to ( Alessio Starnieri) affin­ché spieghi un’affermazione risalente al settembre 2006 nella quale asseriva di avere delle sacche di sangue di Da­nilo Di Luca conservate in un contenitore termico. Alto­brando, fratello maggiore del corridore, querelò Starnieri per una questione economica che non avrebbe nulla a che vedere con l’attività di Di Lu­ca ma riguarderebbe solo af­fari privati tra lui e Starnie­ri. Proprio per questo motivo, il pm che ha archiviato il ca­so ipotizzò che la successiva accusa dello stesso Starnieri nei confronti di Danilo Di Lu­ca poteva essere vista come una forma di ricatto nei con­fronti del fratello maggiore. Dal canto suo, il gip De Ni­nis avrebbe potuto benissimo convocare subito Di Luca o, in mancanza di elementi, ap­pena dopo il Mondiale. Chiamandolo per il 27 set­tembre, invece, va da sè che la convocazione diventi una notizia clamorosa. Renato Di Rocco, presidente FCI: « Un eventuale rinvio dev’essere chiesto dai legali di Di Luca, non dalla Federazione. Per noi è importante che il ra­gazzo non sia coinvolto in av­visi di garanzia » . Franco Ballerini, il commissario tecnico: « Non voglio entrare in queste questioni, perché ognuno deve fare il suo me­stiere. Mi auguro soltanto che si faccia chiarezza al più presto, soprattutto per Dani­lo » . Roberto Amadio, team manager della Liquigas, la formazione di Di Luca: « Ne prendo atto e parlerò con Da­nilo nei prossimi giorni. Si­curamente sta preparando male il Mondiale, perché per un corridore la serenità è tutto » . All’orizzonte si profila un’ipotesi quantomeno in­quietante, che cioè Di Luca debba essere costretto a ti­rarsi fuori dalla lotta per la conquista di una delle nove maglie azzurre per Stoccar­da ( Bettini sarà il decimo, perché convocato d’ufficio in quanto iridato in carica). Per ora si tratta esclusivamente di un’ipotesi, perché il pro­gramma agonistico dell’ulti­mo vincitore del Giro d’Italia - che oggi non sarà al via del Trofeo Melinda - prosegue la prossima settimana con il doppio impegno di Arona ( mercoledì 29) e di Carnago ( il giorno successivo). A quel punto verranno tirate le somme: di certo gli inquiren­ti hanno perso una buona oc­casione per destare una buo­na impressione nell’opinione pubblica. A scanso di equivo­ci lo ripetiamo ancora una volta: siamo contro il doping, ma combattiamo anche il protagonismo e la mancanza di rispetto. JAKSCHE PARLA. Intanto, sempre in tema di inchieste antidoping, c’è da segnalare che la federazione austriaca ha convocato per il prossimo 19 settembre Jorg Jaksche, che sarà ascoltato dalla Com­missione Antidoping. Il tren­tunenne tedesco è stato il primo pentito dell’Operacion Puerto e ha raccontato tutta la sua carriera nel doping a Der Spiegel. da «Tuttosport» del 25 agosto 2007 a firma Paolo Viberti
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