L'ABC DI COSTA | 10/05/2018 | 18:29
di Angelo Costa -
E come esclusi. Nel senso di
tagliati fuori. Ci sono quelli che lo sono dalla classifica: non vincerebbero
un Giro nemmeno se restassero da soli. Ci sono quelli che lo sono dalle fughe:
non ne azzeccano una nemmeno se li invitano. Ci sono quelli che lo sono dalle
volate: quando si formano i treni dei velocisti, loro scendono alla prima
stazione. Ci sono anche i tagliati fuori dalla tv: appena si presentano come
ospiti in diretta, il collegamento si chiude. In questo Giro c’è un altro
genere di escluso: quello dall’album della Panini, uno degli oggetti cult dell’evento.
Di 14 concorrenti che stanno disputando la corsa, non esiste la figurina: colpa
dei loro team, che li hanno convocati in extremis, prendendo in contropiede chi
ha stampato la raccolta. Per la cronaca (e per Pinot che fin qui è arrivato
primo solo in questa speciale collezione), sono Paolo Simion (Bardiani Csf),
Loic Vliegen (Bmc), Guy Niv (Israel Academy, già ritirato), Rafa Valls
(Movistar), Florian Senechal (Quick Step), Tom Scully (Ef), Gijs Van Hoecke e
Bert Jan Lindeman (Lotto Nl), Laurent Didier, Niklas Eg, Ryan Mullen e Boy Van
Poppel (Trek Segafredo), Darwin Atapuma e Marco Marcato (Uae Emirates). Di
tutti non ci sarà traccia nelle bustine: accadesse, diventerebbero come il
famoso Gronchi rosa, che è un francobollo raro, non un presidente della
Repubblica che ha vestito la maglia di leader al Giro. Per rifarsi del
dispiacere e lasciare un ricordo agli appassionati, questi ciclisti che per i
collezionisti non esistono, di qui a Roma hanno una sola strada: fare un
figurone.
V come verbale. Nel senso di
resoconto di Marco Saligari, detto il Commissario, dalla moto Rai.
Avvicinandosi all’Etna, strilla: ‘Paternò ha accolto i corridori con una marea
di persone e di telefonini’. Per contare ipad e computer non c’era tempo.
Y come Yates. Nel senso di
Simon, nuova maglia rosa. E’ il gemello di Adam, uguale a lui come una goccia
d’acqua: per questo in squadra, quando parlano di ‘forti Yates’ o ‘deboli
Yates’, non si riferiscono allo stato di forma dei due inglesi, ma alle
perturbazioni in arrivo. Come il fratello, Simon in carriera ha vinto una corsa
in Spagna e la classifica dei giovani al Tour: anche nei risultati è complicato
distinguerli. Se gli chiedono da cosa si riconosca Adam, spesso racconta che è
quello al quale al Tour è crollato addosso il gonfiabile dell’ultimo
chilometro: per poter rispondere a sua volta, il gemello attende che anche lui
abbia una sfiga del genere. Da quando il Giro è sbarcato in Italia non passa
giorno che corridori, tecnici, giornalisti, autisti, personale della carovana
pubblicitaria, fotografi e cameramen non ripetano ‘oggi è il giorno di Yates’:
è successo prima di Caltagirone, dove è finito quarto, di Santa Ninfa, dove è
arrivato quinto, e anche dell’Etna, dove ha chiuso secondo. Non gli è servito per
vincere una tappa, ma almeno per vestirsi di rosa: per questo d’ora in poi Simon
si augura di non sentire mai che questo è il mese di Yates.
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