SOFFI AL CUORE. NON CI DÀ PACE...

SOCIETA' | 11/04/2018 | 11:36
Non ci dà tregua il video breve di domenica scorsa alla Parigi - Roubaix di Michael Goolaerts. Non ci dà pace il fermo immagine della sua sagoma celeste della Verandas Willems, i capelli biondi, un fiammingo mediterraneo, in un meriggio azzurro, altro che inferno del Nord, i prati di lato, il sentiero di un pavè gentile, il secondo settore, pietre su pietre, quello fra Viesly e Briastre, uno morbido, levigato, appena tre stellette di difficoltà, per modo di dire, quello che anche noi in bici faremmo...

Non ci dà pace, noi che ai ciclisti abbiamo voluto e vogliamo bene perché furono il nostro alter-ego, e poi divennero fratelli, ed ora figli, e forse pure nipoti, quella fine, accasciato in terra a causa di un malessere cardiaco, un mal di cuore, dopo soli 100 chilometri di corsa, in una fase se non banale almeno interlocutoria, della classica.

Non ci dà pace, una morte in pianura, quando i campioni sono ancora al riparo dei gregari ed è al massimo scappata vita la  fuga della mattina, la campagna francese, il vento placido...

Non ci dà pace, la bicicletta che sbanda senza più le mani che la guidino, su un tratturo contadino, non sui Pirenei, non sulle Alpi, non su una asperità, non sotto la pioggia battente, non sotto il sole cocente. Ma in pianura, in una condizione di estasi del cielo e del tempo. hai visto mai un orizzonte così?, chiedetelo a Francesco Moser, uno che se ne intende, lui vittorioso tre volte, una 'Roubaix' di primavera.

Non ci dà pace, non perché ci abbiano dato requie, giammai, la fine in gara di Tommy Simpson sul Ventoux nel ’67 o quella di Alessio Galletti, nella Subida di Naranco nel 2005. Ma questa fine in pianura, questo addio sulle cadenze morbide, proprie di tutti, improvviso e devastante, non ci dà pace. Non sui pedali, non in debito di ossigeno, non nell' afa, non allo spasimo, no.

Questa fine in pianura, questo stop che trafigge come un dardo di sole dall'alto, non la capiamo, e non la accettiamo. Non è dovuta. 23 anni, Michael Goolaerts, la sua prima 'Roubaix', il viso troppo pulito di adolescente, non sarebbe diventato un angelo con la faccia sporca al traguardo. O forse non era una festosa pianura, la sua, domenica 8 aprile 2018, ma era un maledetto falsopiano.

Gian Paolo Porreca, da Il Mattino
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COMMENTI
Brividi
12 aprile 2018 05:39 Andrella
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