Petacchi: credo di aver fatto una grande volata. Peccato...

| 21/05/2007 | 00:00
Alessandro Petacchi ci teneva tanto a vincere a Lido di Camaiore, dove vive, ed è naturale che sia deluso: «Ho rischiato a partire lungo, avevo già preso molto vento in faccia. Ci ho provato e credo di aver fatto una bella volata: mi sarebbe piaciuto vincere, sono uscito al vento, ho preso la testa davanti a Thor Hushovd, ma Napolitano ha sfruttato le sue doti di scattista. Forse se fossi partito quaranta metri dopo, sarebbe andata diversamentee, ma con Hushovd che è partito non potevo tentennare ancora. Peccato... Comunque ringrazio i tifosi che mi hanno fatto sentire il loro affetto lungo tutta la tappa: è bellissimo sentire gridare il proprio nome». Felice ovviamente Napolitano: «Nell'ultimo chilometro McEwen mi ha rubato la ruota di Petacchi, ma non mi sono demoralizzato e quando Alessandro è partito sono scattato anch'io e credo di aver fatto una bellissima volata. Ci voleva, questa vittoria, dopo una serie di volate sfortunate e chissà che questo successo non mi porti finalmente in maglia azzurra. Petacchi ha festeggiato tante volte. È giusto che festeggino un po' anche gli altri». Napolitano, un acrobata degli sprint che, avvalendosi delle esperienze acquisite nei velodromi, riesce a destreggiarsi sempre meglio nei finali piuttosto animati e convulsi. «Non potrei fare diversamente. Sono da solo, non dispongo di un treno e, quando si tratta di prendere le ruote dei migliori, mi devo sempre arrangiare ». Secondo successo stagionale per il corridore siciliano; un successo che segue quello ottenuto nella quinta tappa della Vuelta a Murcia. Sicuramente, quella di oggi è l'affermazione più importante della sua carriera. «Pensare che avevo rischiato di non essere presente a questo Giro. Ad una settimana dalla partenza, le mie condizioni non erano eccellenti. I signori Galbusera, insieme al tecnico Martinelli hanno voluto comunque darmi fiducia. Spero con questa vittoria, di ripagare la loro stima nei miei confronti». Adesso Danilo vive sul Lago d'Iseo e la scelta del ciclismo la deve a Massimiliano, il fratello più grande di otto anni, buon professionista a cavallo delle stagioni 1998 e 1999 ed attualmente massaggiatore all'interno del team Lampre Fondital. «Si starà mangiando le mani. Non è presente qui al Giro. Ha seguito l'altra parte della squadra impegnata sulle strade della Vuelta Cataluna. Sarà sicuramente felicissimo di questa mia vittoria, ma starà anche recriminando per non aver potuto assistere al mio sprint». Tra i velocisti, Napolitano si attribusice un posto tra i primi cinque al mondo, ancora al di sotto di Petacchi, McEwen, Hushovd e Boonen. Rifiuta una comparazione con Bennati, al quale attribuisce doti del tutto diverse alle proprie, ritenendolo atleta in grado di emergere quando la corsa si rende particolarmente dura, proprio nelle circostanze in cui lui stesso, ritiene di perdere lucidità e brillantezza. «La tappa di sabato a Scarperia, le ultime Sanremo disputate, penso siano esempi che confermino la mia adattabilità al fondo ed ai lunghi chilometraggi. Temo piuttosto le asperità. Sono soprattutto le salite che si incontrano nel corso della gara che possono compromettere la mia presenza negli sprint conclusivi».
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