Inaugurato
il restyling al Museo del Ciclismo Gino Bartali di Ponte a Ema, grazie ai soldi
(15mila euro) arrivati dal bando sport, approvato dal governo su iniziativa del
Ministro dello Sport Luca Lotti. La cerimonia con la presenza dello stesso
Ministro e dell’assessore allo sport del Comune di Firenze (Palazzo Vecchio ha
in gestione la struttura dal 1 ottobre 2015 per tre anni) Andrea Vannucci. Presenti
tra gli altri il presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani, il
segretario regionale del Pd On. Dario Parrini, Andrea Bresci presidente
dell’Associazione Amici del Ciclismo Gino Bartali. Il restyling riguarda il pannello
all’esterno della struttura con la scritta del Museo, mentre nel salone sono
state installate 5 vetrinette al cui interno ci sono la maglia rosa conquistata
da Alfredo Martini al Giro d’Italia del 1950, le maglie del titolo olimpico (Helsinky
1952), iridato (Parigi 1951) e tricolore su pista, oltre a quella azzurra,
conquistate dal fiorentino Enzo Sacchi. Ed ancora la maglia iridata su pista di
Fausto Coppi (1947), e quella indossata da Bartali alla Milano-Sanremo del ‘52.
Installati anche 5 pannelli raffiguranti i trionfi di “Ginettaccio” al Tour del
‘38 e del ‘48, la prima vittoria nel 1931 a Rovezzano, e l’ultimo grande
successo nel Giro della Toscana del ’53, oltre alla scritta di una frase
storica di Gino: “Il bene si fa ma non si dice. Certe medaglie si appendono
all’anima e non alla giacca”. Il ministro Lotti si è compiaciuto per la
bellezza del Museo, “patrimonio inestimabile per lo sport, che va arricchito
con altro materiale oltre a quello esistente di straordinaria bellezza. Ci
tenevo a visitarlo, Gino Bartali non è stato solo un campione di ciclismo ma
anche di umanità, la sua è stata una storia di coraggio e di eroismo”.
Antonio Mannori