McQuaid risponde a Zomegnan: ecco la lettera

| 11/05/2007 | 00:00
Ricordate le lettere che Angelo Zomegnan, direttore del Giro d’Italia, aveva scritto al presidente dell’UCI Pat McQuadi per chiedere chi potesse prendere parte al Giro? Bene, oggi è arrivata la risposta, inviata per conoscenza anche a Victor Cordero della AIOCC, a Franceso Moser del CPA, a Patrick Lefevere della AIGCP e alle 22 squadre iscritte al Giro. E noi ve la proponiamo integralmente Gentile signor Zomegnan, abbiamo ricevuto le sue lettere del 3 e dell’8 maggio scorso. Lei fa riferimento all’appello della AIOCC sulla “necessaria riconquista della credibilità della disciplina”. Mi permetta di farLe notare innanzitutto che la credibilità della disciplina non dipende solo dall’atteggiamento da avere rispetto ai corridori citati nell’Operacion Puerto; si realizza anche tramite il rispetto dei regolamenti e degli accordi. Così, l’esclusione della squadra Unibet.com viola i suoi obblighi regolamentari e contrattuali ed è contrario al principio che lei pretende di difendere. Mentre intende chiedere all’UCI della partecipazione al Giro, bisogna integrare innanzitutto la partecipazione della squadra Unibet.com e glielo ordiniamo. Per il resto le sue lettere si riferiscono a “voci che corrono”, alle attività di diverse procure in Italia e alle “inchieste roboanti” dei giornali tedeschi: non ci muoviamo sulla base di “voci che corrono” o di articoli di giornali. Tra l’altro, non abbiamo nessuna conferma della voce - apparentemente esclusivamente italiana (nb: ma non ci sono trenta corridori spagnoli che vogliono parlare...) - secondo la quale altri corridori oltre quelli già menzionati nel 2006 sarebbero implicati nell’Operacion Puerto. Nessuno di questi corridori è per adesso sospeso in virtù dei regolamenti antidoping nè potrebbe esserlo prima che la sua colpevolezza sia stabilita dalle istituzioni competenti nel rispetto dei diritti della difesa. Questi corridori non potrebbero dunque essere esclusi sulla base del regolamento antidoping. Non sappiamo quali procure in Italia stiano svolgendo inchieste in materia di doping, eccezion fatta, forse, per la procura di Bergamo. Le nostre ultime informazioni a questo proposito sono dell’ottobre 2006 quando il Coni ci ha fatto sapere che la procura di Bergamo gli aveva confermato che la sua inchiesta era a carattere confidenziale e che nessuna informazione avrebbe potto essere data al Coni. Infatti la confidenzialità è la regola in materia di inchieste penali. Ad oggi, l’UCI non dispone di informazioni che le permetterebbero di chiedere l’esclusione di una persona o un’altra dal Giro 2007. Se no, l’avrebbe fatto senza aspettare una lettera da parte sua. Così, appartiene ad ognuno rispettare i propri impegni e prendere le proprie responsabilità. Così, le squadre eviterebbero di iscrivere corridori la cui presenza non sembrerebbe loro opportuna. A questo proposito, ancora, ci chiediamo perché, prima di mandarci i suoi fax, aveva apparentemente l’intenzione di accettare alcuni corridori nominati nell’Operacion Puerto. La prego di gradire, signor Zomegnan, i miei cordiali saluti Pat McQuaid - presidente UCI
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