EWAN, IL VELOCISTA TASCABILE CHE SOGNA IN GRANDE

PROFESSIONISTI | 23/01/2018 | 07:00
Nelle ultime stagioni tra gennaio e febbraio è stato il corridore più vincente. Caleb Ewan, ventitreenne australiano che corre con il team Mit­chelton-SCOTT (ex Orica, ndr), è un velocista molto talentuoso, che si è di­stinto per le tante vittorie e gli altrettanti buoni piazzamenti nelle categorie giovanili, fra cui due medaglie d’argento ai campionati mondiali di ciclismo su strada del 2012 e del 2014. Il 2018 è il suo quinto anno nella massima categoria, in carniere ha già una tappa vinta al Tour Down Under, mentre sono stati 10 i successi dell’anno scorso tra cui spicca la vittoria della settima tappa del Giro d’Italia con traguardo ad Alberobello davanti a Fer­nan­do Ga­viria e Sam Bennet.
«Il 2017 mi ha soddisfatto, sono riuscito a vincere corse lungo tutto l’arco dell’anno. Ho iniziato a pedalare ai primi di gennaio al Tour Down Under e ho chiuso ad ottobre in Cina al Tour of Guangxi, ma il team ha strutturato bene il mio programma per non spremermi. Ho fatto dei blocchi di corse, non troppe gare a tappe, perciò non sono arrivato alla fine esausto. Il ciclismo ha la sua base in Europa, è strepitoso portarlo in Australia come in Cina e renderlo davvero globale: è la strada del futuro. Adesso non vedo l’ora di attaccare il numero alla schiena, alle più importanti corse australiane mancano ormai pochi giorni. Al di là delle singole vittorie, per il 2018 il mio obiettivo è portare a termine un grande giro, finora non ci sono ancora riuscito. Mi sarebbe piaciuto tornare al Giro, trovo interessante la partenza da Geru­sa­lemme della cor­sa rosa, ma nel mio programma ci sarà l’esordio al Tour de France» ci racconta dalla sua casa di Monaco, do­ve vive con la fidanzata Ryann, che spo­serà tra qualche mese.

«L’ho conosciuta due anni fa quando mi sono trasferito a Monaco, lei ha origini irlandesi e viveva lì con la famiglia (proprietaria di AquaBlueSport.com, marketplace di prodotti ciclo molto in voga, ndr). Le ho fatto la proposta a Central Park, durante una vacanza a New York che ci siamo concessi dopo il Tour of Britain. Finite le corse sono tornato in Australia per stare un po’ con la mia famiglia, quindi ho trascorso un mese in Europa prima di tornare dai miei genitori per Natale e allenarmi al caldo in vista delle prime corse dell’anno. In media torno in Australia una volta all’anno, ma ultimamente avevamo più di un motivo per riunire la fa­miglia e festeggiare. Mio padre Mark, australiano del Queensland, correva con il padre dei fratelli Davies, mamma Kassandra è coreana. Sicuramente mi arricchisce avere due culture all’interno della mia famiglia, è una bella cosa. Ho un fratello e una sorella, Josh che è più grande di me e Imogen, che è più piccola».

Caleb ha scoperto il ciclismo a 10 anni, grazie al papà, in compagnia del quale ha mosso le prime pedalate. Il tutto iniziò un giorno, in un velodromo, in sella ad una mtb.
«Un mix strano, devo ammettere, ma la bici mi ha subito affascinato. Al di là del ciclismo, mi basta riposarmi e rilassarmi. Mi piace viaggiare, scoprire il mondo. Il posto più bello che ho visitato? Non so, ogni paese ha qualcosa di speciale da offrire e a suo modo è uni­co. Come ragazzo faccio fatica a descrivermi: dicono che sono una bella persona, ma se lo dico io sembra arrogante come affermazione. Amo gli animali (ho un bulldog francese di nome Maisy) e mi fanno arrabbiare le persone ma­leducate e prepotenti. Presentar­mi come corridore è decisamente più facile: sono veloce in pianura e scarso in salita».

Ewan non ha il classico fisico da velocista, alto e possente alla Mario Cipollini o Alessandro Petacchi, per intenderci. È alto 1 metro e 65 centimetri e pesa po­co più di 60 chili: più simile al fisico di uno scalatore. Ricorda per certi aspetti Mark Cavendish e Robbie Mc­Ewen, che lo superano comunque di 10 centimetri ciascuno. Si è parlato molto di lui per via del suo particolare stile di corsa: è solito partecipare alle volate assumendo una postura sulla bici che nel ciclismo professionistico probabilmente non si era mai vista. Nei metri im­mediatamente precedente al traguardo, Ewan si alza sui pedali e porta il suo baricentro molto vicino al manubrio della bici. Si sporge talmente tanto in avanti che negli ultimi metri di volata, quando aumenta al massimo lo sforzo, per alcuni secondi la sua testa è ri­volta completamente verso la ruota anteriore e l’asfalto e non guarda la strada che ha di fronte. In questo mo­do riesce a competere alla pari con ve­locisti fisicamente più prestanti di lui, perché diminuisce l’attrito con l’aria e aumenta la sua aerodinamicità. Inoltre riesce a trasmettere più potenza, poiché tutta la forza è concentrata sulla spinta delle gambe.
Nella sua storia c’è anche un po’ di Italia. È un cittadino del mondo, che ha un legame forte con il nostro paese.
«Ho vissuto a Varese due anni, dai 18 ai 20 anni, quando la federazione ciclistica australiana vi faceva base. Non ho imparato la vostra lingua, solo l’essenziale per ordinare del cibo. Amo la vo­stra cucina: adoro la pizza con prosciutto crudo e mozzarella, il Paese in generale e la gente accogliente e simpatica» ci confida sorridendo.

Caleb è piccolo fisicamente, ma sogna in grande.
«In carriera voglio vincere il campionato del mondo, vestire la maglia iridata è l’obiettivo che inseguo da quando ho mosso le prime pedalate con papà. In sella a una mtb, nel velodromo vicino casa...».

Giulia De Maio, da tuttoBICI di gennaio
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COMMENTI
23 gennaio 2018 09:01 tempesta
Ewan, impressionante con la taglia di uno scalatore Vince lo sprint.Bisogna pensare come fa 165 centimetri peso 62 .

Ewan il piccolo grande velocista
23 gennaio 2018 21:22 pagnonce
Non è mai stato sfruttato da dilettante,solo così è arrivato nella massima categoria con una grinta invidiabile .Caleb questo anno ci sarà il tuo incoronamento,da tempo ti seguo sono un tuo grande tifoso.Sei grande.

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