FESSERIA IRIDATA

TUTTOBICI | 27/10/2017 | 07:18
Insisto peccaminosimamente a usare la prima per­sona singolare. Pare  che al proposito ci sia un’indulgenza speciale per i vecchi ma davvero vecchi giornalisti. Dunque io, proprio io, ho in­ventato la frase-sentenza per cui “Merckx è stato il più forte, Coppi il più grande”. Ad ogni Giro d’Italia nel Processo si cita questa frase attribuendola ad altri e poi però ci si corregge il giorno dopo, nel senso che la frase stessa viene attribuita giustamente a me, co­gliendo qualche pretesto ad hoc. Il tutto, giuro, senza mio intervento diretto, sennò riuscirei forse a farla completare, così: “Perché un altro Merckx diventi più grande di Coppi ci vorrebbe un’altra guerra, con un altro campione che pedala nell’Europa delle macerie, dando il senso della rinascita, della ricostruzione a interi popoli. Ma non mi pare proprio il caso di auspicare un’altra guerra così per avere un altro Coppi”.

Bene, qui dico anzi di più, qui scrivo che non mi pare questa, ancorché citatissima e - penso - ap­prezzata la frase più bella che mi sia scappata in anni e anni di professione, imbonimento, fritture d’aria, menate di torrone, insomma sentenziosità assortite. A me piace quest’altra frase, meno solenne, che ma­gari anche altri hanno emesso, ma che per quel che mi riguarda è mia. “Non è tan­to il  titolo mondiale dei professionisti a mancare a Bartali, quanto il cognome Bartali a mancare all’albo d’oro della pro­va iridata”. Specifico che ero coppiano praticante, e che però ho conosciuto, amato e stimato assai Bartali, che il destino mi ha lasciato frequentare per assai più tempo ri­spetto a Coppi. Invito alla lettura dell’albo d’oro in questione, per verificare quanti mo­desti per non dire indecorosi pinchi e pallini ci sono.

Mi sono venuto in men­te, con questa frase probartaliana che considero concreta e onesta doverosa e logica, e che è trasportabile anche per valutare i palmarès di altri sport, in un tempo che ormai appare lontanuccio, il giorno cioè del campionato del mondo in quel di Bergen, Norvegia, e mi so­no autoesaminato, per decidere se non avevo per caso o non per caso (o non per caos mentale) detto una cavolata, come peraltro mi è occorso moltissime volte, con purtroppo an­che le prove scritte dei miei “crimini”. Mi sembra giusto tornarci su con calma, anche se adesso l’autunno/inverno del ciclismo è sempre pieno di gare, visto che la mondializzazione di questo sport ha tolto i tempi di pausa, di riposo dalla cronaca diretta, tempi propizi alla meditazione.

Dopo essermi congratulato con me stesso per la bella frase su Bartali e il Mondiale, ho cominciato col pormi una domanda: cosa diremmo di questa gara del 24 settembre 2017 se, questione di centimetri, avesse vinto il norvegese pincopallino o poco più anziché lo slovacco Sagan? Sagan ha conquistato la maglia iridata per la terza volta consecutiva, come nessuno prima di lui. L’evento statistico è grandissimo, i giornalisti lo hanno bene sottolineato e celebrato, ma questo non vuol dire che lui sia più forte di Merckx, men che mai più grande di Coppi... L’altro, il norvegese, in carriera non ha vinto niente di grossissimo, e magari, in ca­so di suo successo, ci sarebbe stato qualcuno dei miei colleghi che avrebbe teneramente e pateticamente rispolverato un modo di dire e di scrivere frequentato spesso al Tour de France quando (accadeva) la tappa andava ad uno nato vicino a quel traguardo: enfant du pays, si scriveva di costui. Una carezza di sano stampo paesano al vittorioso, niente però se lui era parigino e vinceva a Pa­rigi, ville lumière e non pays, ci mancherebbe.

Sagan al terzo successo mondiale di fila ha permesso di scrivere delle belle righe sul suo essere grande e speciale. Sì, ma se per po­chi centimetri vinceva il norvegese? Ecco, pochi centimetri e si doveva reperire il coraggio di dire e scrivere che il Mon­dia­le in un giorno solo è una lotteria assurda. Il  ciclismo di og­gi, dodici mesi di gare all’anno, cinque continenti coinvolti, gente nuova sempre più numerosa ai vertici (al Mondiale primo uno slovacco, secondo un norvegese, terzo un australiano: che mondo nuovo è questo?), merita una classifica planetaria articolata su varie gare di ambiente di­verso, tipo Formula1, con punteggi progressivi, rimbalzo di interesse da una prova all’al­tra, appuntamenti vicini e lontani. A Bergen la televisione ha avuto dei problemi tecnici nel finale e per poco ci perdevamo anche la volata per il titolo. Ecco, forse era meglio se il collegamento non veniva ripristinato appena in tempo e si doveva scrivere che il Mon­diale così, tutto in un minutino buio di un giorno solo, è una fesseria masochistica.

Gian Paolo Ormezzano, da tuttoBICI di ottobre
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COMMENTI
Kristoff
27 ottobre 2017 09:46 max73
Norvegese pinco pallino? ??? Il giornalista si dimentica che Kristoff ha vinto due classiche monumento ( Sanremo e Fiandre) oltre a tappe al tour ed altre corse. Altro che pinco pallino. ...

Gian Paolo Ormezzano...... chi?
27 ottobre 2017 10:42 limatore
Penso che ad una certa età la pensione oltre che "guadagnata" è "doverosa" per evitare certe figure. Pincopallino ....ma vaiia vaiia vaiia

ma è chiaro che...
27 ottobre 2017 10:49 excalibur
non facciamo il processo su kristoff, è il discorso che conta. d'accordo, ormezzanon non è stato felice sul norvegese, ma il concetto che esprime mi sembra evidente. al massimo giudicate quello, dite che quella sul mondiale è un'idea intelligente o una stupidata (come io penso), ma non fermatevi al palmares di kristoff

classifica PLANETARIA???
27 ottobre 2017 11:21 Lignazz
Non diciamo fesserie...la sua assegnazione (maglia iridata) è deve rimanere in prova unica di un giorno!
Al Sig. Gian Paolo Ormezzano sembrano poche 7:00h di bici per assegnarla???
Forse si confonde con UCI World Ranking (Individual).

secondo me il mondiale va bene così...
27 ottobre 2017 12:30 marchetto
In effetti l'uscita su Kristoff non è stata molto felice...per il resto posso capire che al Sig. Ormezzano, come peraltro a tanti altri, non piaccia questa formula del mondiale, in fondo è questione di gusti. A me invece piace la formula della gara di un giorno, tra l'altro ci sono già altre classifiche che premiano i risultati nel corso dell'anno, e ci sta anche l'alternanza dei percorsi (pianura, salita, misto) e quindi delle località che l'organizzano... l'alternativa sarebbe di assimilare il mondiale alle classiche ch si svolgono sempre negli stessi luoghi ma sarebbe a dir poco riduttivo rispetto alla portata dell'evento ed al suyo significato storico. Quindi per me avanti così, sperando solo che si riescano a privilegiare luoghi e percorsi adatti senza farsi abbindolare dall'aspetto economico, ossia non ripetere il caso di Doha 2016...

Pincopallino
27 ottobre 2017 12:39 Observant
Quanti giornalisti pincopallino hanno scritto e scrivono di ciclismo....

Ormezzano
27 ottobre 2017 13:28 noodles
Ormezzano è uno dei più grandi e appassionati narratori del ciclismo. Non fermatevi a valutare le sue parole su kristoff (che per me è una seconda linea che ha fatto il fenomeno per 1 mese in vita sua). Intende dire che gli ultimi mondiali sono stati inguardabili da ogni punto di vista, tecnico ed emotivo. Detto ciò , il mondiale deve rimanere corsa di un giorno, magari con percorsi che abbiano un minimo di senso e non siano solo vili marchette.

qualche considerazione
27 ottobre 2017 14:03 pickett
Tutti gli appassionati di ciclismo sanno perfettamente che il corridore + forte del mondo è colui che vince il Tour.La maglia iridata andrebbe consegnata assieme a quella gialla sui Campi Elisi.Su questo non c'è nessun dubbio.Il Mondiale va considerato alla stregua di una grande classica,la + importante delle classiche.Diventa una lotteria se si corre sui percorsi vergognosi di questi ultimi anni,certamente il Mondiale di Sallanches non fu una lotteria.Concordo pienamente sul fatto che non solo Merckx,ma anche Hinault vada considerato superiore a Coppi.Aggiungo:non sono affatto certo che Hinault sia stato inferiore a Merckx.Anzi,per me è stato lui il + forte di tutti i tempi.

Mah
27 ottobre 2017 15:40 Ruggero
Definire pinco pallino Kristoff francamente mi sembra una bestemmia, ma vado oltre, uno dei grossi problemi del nostro ciclismo è che troppi giornalisti, troppe riviste (B.S. in questo senso e vergognoso, lo definirei un giornale per vecchi), preferiscono continuare a tediarci con i discorsi sul tempo che fu, anzichè valorizzare quanto abbiamo adesso in Italia e non.

PIU' IN BASSO NON SI PUO'
27 ottobre 2017 18:00 ewiwa
Ormezzano è un grandissimo giornalista......punto.....e quello che leggo nel blog è indecente.....più in basso di così non si può....Direttore ma a quando un suo intervento deciso con qualche cartellino rosso!!!!!

Col senno di poi...
27 ottobre 2017 18:40 lele
..son piene le fosse!
Se Ullrich in quella rotonda non fosse caduto.....
Se Pantani avesse vinto alla Cascata del Toce...
Se Armstrong avesse chiuso la carriera la prima volta...
Questi non son centimetri di uno sprint, ma sono SE!

Ormezzano
27 ottobre 2017 22:06 gaspy
Caro sig. Ormazzano perché non scrive di calcio!!!
Di ciclismo parli solo chi ci va in bicicletta!!!!
P.S. se Sagan fosse veneto o trentino come i vari Moscon Trentin ecc. nessuno si sarebbe lamentato, se così non fosse per favore non fate più vedere in tv la fucilata di Saronni o la volata di Cipollini grazie

maglia iridata
28 ottobre 2017 10:10 Lignazz
Se le ultime tre edizioni del mondiale sono risultate noiose è semplicemente dovuto al fatto della netta superiorità di questo GRANDISSIMO atleta (che può piacere o meno) quasi imbattibile su qualsiasi tipo di tracciato.
Se avessero vinto tre atleti diversi non nasceva questa discussione.

28 ottobre 2017 11:31 geom54
il PIU' forte sotto l'aspetto psicofisico dalle punte dei piedi alla copertura della scatola cranica compreso il roteare degli ingranaggi dentro alla stessa a mio personale giudizio potrà essere solo decretato riducendo a max. 5 il numero di partenti in ogni qualsiasi gara qualsiasi, ma altrettanto capisco bene il mettere quattrini da parte degli SPONSOR di ben oltre alcune corazzate e pertanto ogni gara ha il suo campione come ogni tempo ha avuto il suo;
certo il MERCKX che in una SANREMO sempre in testa al gruppo prima del POGGIO mette ben sette quasi consecutivi allunghi e all'ultimo tutti gli altri lo vedono solo all'arrivo non è proprio da tutti;
ed il caro LANCE crocifisso, comunque ne conta SETTE e vorrei vedere altri ingurgitare o spalmarsi PRISENCOLINENSINAICIUSOL o altri vari intrugli con suffissi e desinenze appioppate dallo IUPAC e quindi decretati TOP fare il paio all'AMERIKANO.

Mah, pinco pallino...
29 ottobre 2017 09:26 AleC
...uno che ha vinto due classiche monumento?
Fiandre e Sanremo
Ormezzano segua un po\' di più il ciclismo, si aggiorni perché questo sfondone è un bel infortunio professionale.

Il Tasso? Né il più grande né il più forte
29 ottobre 2017 10:14 maurop
Agli amici che in modo spericolato sostengono che Hinault sarebbe stato superiore a Coppi (brrr....già scriverlo mi fa venire i brividi) se non più forte di Merckx ( brrr....altro brivido uguale al precedente) rispondo dicendo che, rispetto ai due e usando le categorie di Ormezzano, il formidabile Blaireau certamente non é stato né il più forte, né il più grande, e questo basti per sistemarlo come merita nel ruolo non meno prestigioso per lui e un po\' triste per il ciclismo, di ultimo ( storicamente) dei fuoriclasse. Tra Merckx e Hinault, che hanno sostanzialmente condiviso lo stesso ciclismo, ci sono sette Sanremo e quattordici classiche monumento di differenza, senza contare record dell\' ora e un paio di mondiali su strada. Tra Coppi e qualsiasi altro campione, Merckx compreso, c\' è invece il fatto che l\' Airone che sorvola in solitudine le grandi montagne del Giro e del Tour rimane l\' immagine più bella, e impareggiabile, ed emozionante, e commovente, che più di un un secolo di ciclismo ci abbia offerto. E contro questa evidenza, che vale per tutti, non solo per noi italiani, i numeri e i palmares possono ben poco.

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