Ballan vola in Francia: Roubaix, sono pronto

| 12/04/2007 | 00:00
Campioni si nasce? Mica poi così vero. Chiedetelo al novello Leone delle Fiandre, Alessandro Ballan da San Giorgio di Castelfranco, lo spilungone 27enne appena entrato nella storia del ciclismo dopo il capolavoro inventato sul “muro” di Grammont, la penultima delle 18 impennate che hanno reso famosa la fiamminga Ronde van Vlaanderen, al secolo il Giro delle Fiandre conquistato il giorno di Pasqua. “Sono stati giorni belli, fantastici – dice ancora sorridendo Alessandro –. Che ti fanno capire l’importanza di quello che hai fatto. Domenica notte ho dormito pochino. A mezzanotte mi sono coricato per aprire gli occhi alle 5 del mattino circa. L’adrenalina era davvero parecchia. Poi rivedevo sempre il film della gara: il podio, quel testa a testa infinito con Hoste. Ma più che altro lo scatto sul Grammont, tutta quella gente impazzita che mi incitava, il pavé che scorreva sotto la bici che saltava e la famosa curva di fronte alla chiesetta affrontata in testa, da solo. Tutte immagini che mi emozionavano e mi tenevano sveglio. Lunedì invece, una volta tornato a casa, nel mio letto, con mia moglie Daniela a fianco, trovata maggiore tranquillità, è stato tutto più facile. A dire il vero ho trascorso giornate un po’ stressanti. Se non sei abituato alle richieste di foto, autografi, interviste”. Ma la sua vita è già cambiata? In fin dei conti è da un anno che la carriera ha avuto una decisiva sterzata verso il top. “Ok, si. Ma voglio farla rimanere il più possibile com’era prima. Nonostante tutto non voglio montarmi la testa e restare il più possibile con i piedi per terra. Sono sempre stato un ragazzo tranquillo senza grilli per la testa. Ho avuto un vita sempre complicata ed ora voglio godermi sino in fondo questi momenti di gloria”. Allora a popolarità come andiamo? Pure quella ovviamente in notevole rialzo dopo l’impresa di Pasqua. “Decisamente. Me ne accorgo dalle cose quotidiane. Per esempio in allenamento parecchi automobilisti mi riconoscono, non solo qui in paese, e mi salutano suonando il clacson. Alcuni striscioni nella mia via mi accolgono. Davanti casa c’è ancora quello che porta la scritta “Ballan Leone delle Fiandre 2007” accompagnato dalla bandiera giallo-nera con l’inconfondibile Grifone fiammingo”. La settimana di avvicinamento alla Roubaix di domenica com’è trascorsa? Un po’ caotica immaginiamo. “Un po’ caotica si, all’inizio. Ma ho cercato di allenarmi e mantenere la giusta concentrazione. Martedì pomeriggio ho fatto un salto a Rossano alla Willier dove la famiglia Gastaldello mi ha fatto trovare una bella torta. In serata giusto una toccata e fuga alla festa organizzata al “Boriccio” dal mio Fans Club. Da mercoledì è tornata gradualmente la calma. Tempo per fare festa ce ne sarà più avanti”. Adesso basta. Sol la Roubaix in testa. Lo scorso anno da outsider arrivò il gradino più basso del podio dopo un finale tragicomico. Ora da Compiegne parte da favorito. Sarà controllatissimo. “Sono prontissimo. Questa responsabilità la sento. Ma sto imparando a governala, a conviverci. Se lo scoro anno la Lampre puntava su di me ora di più. Ma siamo tranquilli perché abbiamo già vinto qualcosa di importante. Adesso aspetto io gli altri che hanno tutta la pressione addosso. Un piano Lampre? Vediamo di recuperare Bennati (martedì un virus ha bloccato l’aretino alla vigilia della Gand-Wevelgem, ndr). Uno come lui fa comodo averlo vicino nella foresta di Arenberg. E’ l’uomo in più che può fare la differenza. Senza dimenticare Franzoi. Dopo la foresta sicuramente sarà lì davanti. Con la testa mata che si ritrova non starà certo li a guardare”. Gli avversari più temibili quindi? “Il pericolo numero uno resta Cancellara. E’ andato forte ieri alla Gand-Wevelgem, mentre al Fiandre un po’ meno. Per fortuna ha attaccato troppo presto. Ma vorrà riscattarsi dove l’anno scorso ha trionfato. Poi c’è il blocco Quick-Step. Da Boonen, Van Petegem a Steegmans che hanno il dente avvelenato per avere perso il Fiandre in casa. Anche Hoste sarà lì, perché no. L’anno scorso venne squalificato per aver superato il passaggio a livello chiuso, ma lui dovrà fare tutto da solo. Non avrà il supporto della squadra”. I punti chiave dell’Inferno? “L’entrata nel primo tratto di pavé fa sempre la prima selezione. Una grande volata per arrivarci, da paura. Volano colpi proibiti. La stessa che è da mettere in preventivo prima di infilarsi nell’Arenberg dove i 10-15 che restano davanti vanno quasi sempre dritti all’arrivo. Usciti dal terribile tratto mancano però ancora 90 km e ogni breve tratto di pavè che viene affrontato può essere ancora decisivo”. Okay e ...dopo la Roubaix? “L’Amstel Gold Race è già in programma. La voglio fare perché mi piace. Poi vorrei staccare come lo scorso anno e rientrare dal Giro della Svizzera, correre il Tour e puntare alla maglia azzurra da indossare al mondiale di Stoccarda”. Ballan lascia la Marca stasera alle 20,30 col volo che lo ha portato in Belgio, scalo Charleroi, dal Canova di Treviso. Massimo Bolognini
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