PROFESSIONISTI | 18/05/2017 | 07:21 Vittoria a Bagno di Romagna per lo spagnolo Omar Fraile, basco, della Dimension Data che ha prevalso in volata sul portoghese Rui Costa e sul francese Pierre Rolland seguito, nell’ordine, da Kangert, Visconti, Petilli con il giovane di Dervio (Lecco) che ha fatto vedere le sue doti quando la strada sale e altri superstiti di una lunga fuga che ha animato la altimetricamente “rognosa” tappa. Il tutto senza però incidere sulle varie graduatorie. Gli uomini di classifica si sono controllati, senza tentare allunghi o azioni particolari.
Si ritorna ancora sulla dorsale appenninica tosco-romagnola nella prima parte tappa di oggi, la 12.a, da Forlì a Reggio-Emilia, km. 229, ma con difficoltà più sfumate. La frazione prevede anche una consistente escursione in Toscana e la novità di un passaggio – voluto e ricercato – in autostrada, senza pagare il pedaggio (scopri quali sono i favoriti per i quotisti di Unibet).
E’ Forlì, capoluogo di provincia che con il ciclismo ha solidi legami nel tempo, con protagonisti di valore, precisamente nella bella, centrale e vasta Piazza Aurelio Saffi, a ospitare le operazioni di ritrovo all’ombra dell’abbazia romanica di San Mercuriale con l’altissimo e simbolico campanile e vari altri edifici storici.
E’ l’omaggio del GiroCento a uno dei fondatori della corsa rosa, con Armando Cougnet e Eugenio Camillo Costamagna, Magno era la sua firma, il giornalista Tullo Morgagni, qui nato nel 1881. A lui è dedicato lo stadio, dove all’interno c’è la pista in cemento del velodromo intitolato a un altro forlivese, Glauco Servadei (1913-1968), ottimo professionista con un palmarès dove spicca la vittoria in sei tappe del Giro d’Italia. Un forlivese che ha scritto pagine storiche del ciclismo, sia su strada, sia su pista, è Ercole Baldini (1923), medaglia d’oro strada alle Olimpiadi 1956 di Melbourne, primatista dell’ora, campione del mondo inseguimento dilettanti nel 1956, tricolore strada professionisti nel 1957, vincitore del Giro d’Italia 1958 e, sempre in quell’anno, la straordinaria cavalcata di Reims dove ha conquistato il mondiale su strada. Molti altri ciclisti di Forlì e dintorni hanno avuto onorate carriere. Il Giro d’Italia ha visto qui vincitori di tappa di prestigio: 1925 Girardengo, 1928 Binda, 1930 Guerra, 1937 Bini, Servadei profesta in patria nel 1939, Rik Van Looy nel 1960, Maertens nel 1977, Mc Ewen nel 2006 e il veneto Boem nel 2015.
Dopo il via c’è l’immediato passaggio nella provincia di Ravenna passando da Faenza, importante centro della ceramica, una bella città con peculiare valenza e passione per il ciclismo. Si ricordano Vito Ortelli (1921-2017) e l’amico e conterraneo della vicina Solarolo, Giuseppe “Pipaza” Minardi (1928), subentrato a Ortelli quale “decano” dei detentori della maglia rosa. Alfredo Oriani (1852-1909), poliedrico letterato e cantore della bicicletta degli albori, era nativo di Faenza. Michele Dancelli nel 1970, il norvegese Kurt Arvesen nel 2003 e Leonardo Bertagnolli hanno vinto tappe del Giro nella città della ceramica.
Segue Brisighella, con tipiche, belle, costruzioni, dove si ricorda Aldo Ronconi (1918-2012), eccellente corridore professionista e quindi si passa in Toscana, provincia di Firenze, per Marradi con i suoi pregiati castagneti e trovare la zona storica del Mugello. Si affronta la salita di Colla di Casaglia, GPM 2^ cat. a m. 913 per poi scendere a Borgo San Lorenzo che ricorda Giovanni Della Casa, arcivescovo e letterato, autore del “galateo”, poi San Piero a Sieve con la villa medicea del Trebbio, la fortezza e altre storiche costruzioni. Nel suo territorio sorge l’autodromo del Mugello, proprietà della Ferrari, che ha ripreso la tradizione del precedente circuito stradale disputato dal 1914 al 1970. Il Giro d’Italia ha fatto tappa qui nel 1977 con due semitappe: la prima in linea non sfuggì all’iridato Freddy Maertens che, per una caduta dopo il traguardo, fu costretto al ritiro mentre la frazione del pomeriggio, in circuito, fu vinta da Marino Basso. Altra tappa nel 2007 con Petacchi primo a passare il traguardo ma, per fatti di positività, successivamente l’UCI annullò i risultati dello spezzino in quel Giro e nell’albo d’oro figura il secondo, il norvegese Thor Hushovd.
Dopo il lago artificiale del Bilancino i cui lavori terminarono alla fine del 1900, si prospetta Barberino di Mugello con la splendida villa medicea di Cafaggiolo che è inserita nel patrimonio Umanità Unesco, con il ricordo di Gastone Nencini (1930-1980), il “Leone del Mugello”, vincitore di Giro e Tour, accomunato nel ricordo con Franco Ballerini (1964-2010) la cui famiglia è originaria della zona. La corsa, ecco la novità, entra per scelta preventiva, voluta e non per necessità contingente come in qualche edizione della Milano-Sanremo, nell’autostrada A1, al Valico Appenninico, quota m. 731, GPM di 3^ categoria.
E via in autostrada, con andamento a scendere, superando gallerie illuminate, per una trentatré chilometri circa, per uscire allo svincolo di Rioveggio, in provincia di Bologna. Sasso Marconi ricorda l’inventore della radio, Guglielmo Marconi. Da qui in avanti il profilo della tappa è piattissimo e passa per Casalecchio di Reno con la visione del colle della Guardia e il grande santuario della Madonna di San Luca che ricorda l’attività del G.S. Emilia di Adriano Amici, Zola Predosa, Anzola nell’Emilia, luogo nativo – 1942 - dello specialista della pista, velocista, Giordano Turrini.
Passaggio in provincia di Modena per Castelfranco Emilia che ricorda Alfonsa Rosa Maria Morini (1891-1959), ossia Alfonsina Strada, unica donna iscritta al Giro d’Italia nella sua storia. Era quello del 1924 e, sebbene giunta fuori tempo massimo in una tappa a circa metà giro, fu autorizzata a proseguire fino a Milano, fuori classifica ovviamente.
Si prospetta la città della Ghirlandina e di altri valori, in tutti i settori, che caratterizzano Modena e il suo territorio. C’è il rapido passaggio per Rubiera, già in provincia di Reggio Emilia e quindi, lungo la storica Via Emilia, raggiungere il traguardo. E’ la città del tricolore, la bandiera poi adottata dall’Italia, fu esposta per la prima volta nella settecentesca Sala del Tricolore del municipio il 7 gennaio 1797. La città è al centro di una zona fertile e operosa, in varie attività, con un centro storico che richiama architetture che vanno dal 1500 al 1700 e contornato da viali. Molti sono i personaggi storici, in vari settori, della letteratura e dell’arte, originari di Reggio Emilia che vanta, nel tempo, un peculiare rapporto con le due ruote di ogni tipo, dalla fruizione sportiva a quella quotidiana, come mezzo di trasporto. Il filo rosa di Reggio Emilia con il Giro si snoda attraverso Armando Cougnet (1880-1959) che qui si trasferì con la famiglia da Nizza, Giannetto Cimurri (1905-2002) notissimo e attivissimo massaggiatore, amico e confidente di molti campioni azzurri, Guglielmo Fanticini (1920-1982), entusiasta, generoso personaggio e giornalista di riferimento dello sport reggiano. Il Giro d’Italia pone la linea di traguardo proprio davanti all’abitazione di famiglia e - ci piace credere - per ricordare chi ha ricoperto vari ruoli, con dedizione e passione, nelle corse rosa, scomparso a Caserta proprio mentre era impegnato nel Giro del 1982. Reggiano era pure il dott. Giuseppe “Pepp” Frattini (1911-1976), pugile e calciatore, medico responsabile del servizio sanitario delle corse rosa e delle manifestazioni al Vigorelli, ciclismo, boxe o altro, per molti anni. Senza dimenticare anche i molti corridori reggiani.
A Reggio Emilia hanno vinto tappe del Giro Alfredo Binda (1927), Luciano Maggini (1947), Dino Zandegù (1966), lo svedese Alf Segersall (1983) per concludere con Pietro Caucchioli nel 2001.
La conformazione della tappa fa prevedere con buone certezze un duello fra velocisti per la conquista del traguardo di Reggio Emilia.
Giuseppe Figini
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