GIRO. FINALMENTE IL BLOCKHAUS. SEGUI IL LIVE

PROFESSIONISTI | 14/05/2017 | 07:13
E’ arrivata la vittoria spagnola con Gorka Izagirre della Movistar che ha preceduto di 4” Giovanni Visconti, il connazionale Luis Leon Sanchez di 10”, i tre superstiti della fuga di una quindicina d’elementi di buona qualità che hanno “menato”, di giustezza, con Enrico Battaglin, a 12” che ha regolato il gruppo con i migliori. Sfortunata prova di Valerio Conti, ultimo rampollo di una famiglia ciclistica, maglia rosa virtuale per un certo tempo, che ha dato un grande contributo alla fuga, scivolato in curva fra le bianche case di Peschici, appena oltre l’ultimo chilometro quando conduceva il gruppettino dei quattro di testa così ridotto a tre, purtroppo per il romano.
Sono state tutte confermate per i detentori della vigilia le maglie delle varie classifiche.

E oggi, tappa n. 9, “è uno di quei giorni in cui…” – e qui ci fermiamo con la musica – il Giro100 propone un traguardo in salita, ascesa vera, lunga, tosta ai m. 1665 del Blockhaus, lungo le pendici del massiccio della Majella, sul versante ovest, lungo la direttrice che parte da Roccamorice (scoprite le quote proposte da Unibet per questa frazione). E’ il versante più duro, il medesimo percorso per la prima volta cinquant’anni fa con la vittoria, a sorpresa e sorprendente, al tempo anche per i più accreditati tecnici, in salita, di Eddy Merckx che è ricordata con un monumento appena inaugurato a Roccamorice. Il Blockhaus è chiamato a dare esplicite indicazioni e riferimenti dello stato di forma dei pretendenti al successo finale dopo che, all’inizio di settimana, l’Etna non ha minimamente discriminato i valori in campo accomunando tutti in una sorta di pari merito.

La 9^ tappa, relativamente breve con i suoi 149 km, propone la partenza dal Molise, da Montenero di Bisaccia, con l’abitato che è disposto sui primi rilievi della costa adriatica, provincia di Campobasso, antico centro dove è nato, nel 1950, Antonio Di Pietro, magistrato e politico molto noto. E’ qui che il versiliese Giacomo Fini, nel 1957, nella Coppa Cremonese, vinse il challenge che gli valse il titolo italiano della categoria “indipendenti”, fiore all’occhiello di una carriera ciclistica prima pedalata e poi seguita da quella di vice direttore di corsa nelle gare rosa in coppia con Giorgio Albani per trent’anni. Ci permettiamo una digressione. E’ probabilmente una sorte che accomuna corridori professionisti, nativi di Borgo dei Terrinchesi – tengono a precisarlo – località nel comune di Seravezza, come appunto Fini (1934) e Alessandro Giannelli (1963), a sua volta buon professionista per una decina d’anni e poi direttore sportivo, con vittoria al Giro del Friuli 1992, al RCN in Colombia e nella cronosquadre del campionato italiano con la Carrera Jeans, sempre nel 1992, suo anno di grazia. Da una decina d’anni è un validissimo e apprezzato collaboratore – sempre nella massima discrezione - nello “staff” di RCS Sport.

Torniamo immediatamente sul tracciato che vede subito il passaggio in Abruzzo, provincia di Chieti, per San Salvo Marina, Vasto – qui hanno vinto tappe del Giro Nencini nel 1959, 1983 lo spagnolo Chozas, 1988 lo svizzero Joho, 1998 lo svedese Glenn Magnusson e nel 2000 il russo Konyshev.

Si risale la “costa dei trabocchi”
, sorta di capanni protesi nel mare con attrezzature da pesca, molti dei quali trasformati ora in ristoranti. Si passa per Fossacesia Marina con il ricordo di Alessandro Fantini, sfortunato professionista qui nato nel 1932 e morto per una caduta in volata al Giro di Germania nel 1961, ottimo velocista vincitore di tre tappe al Giro e due al Tour. Poi l’itinerario prevede San Vito Chietino, Ortona con il suo porto e i suoi monumenti e quindi Francavilla al Mare, importante centro per attività balneari, commerciali e cultural E’ stata sede di tre tappe del Giro vinte da Michele Dancelli nel 1970, nel 1972 Ugo Colombo e, nel 2011, successo per Ellis Rastelli.

Qui si abbandona la costa e si punta, in leggera salita, sul capoluogo di provincia, Chieti con i suoi pregevoli e variati motivi d’interesse, dove la corsa rosa ha fatto tappa già nella prima edizione. Nel 1909 la vittoria è di Giovanni Cuniolo poi, a seguire, 1920 il francese Alavoine, 1921 e 1923 Costante Girardengo, 1933 Alfredo Binda, 1946 Vito Ortelli, 1962 Rik Van Looy, 1974 Ugo Colombo, 1979 lo svizzero Bruno Wolfer e, infine, nel 2002, il biellese Denis Lunghi.
 
Seguono, in discesa Chieti Scalo, quindi il passaggio in provincia di Pescara, per Manoppello Scalo, Manoppello con il Santuario del Volto Santo, molto venerato nella zona, Lettomanoppello, discesa su Scafa e risalita verso San Valentino in Abruzzo Citeriore, il comune italiano con il nome più lungo, trenta caratteri. Si sale ancora per Roccamorice, antico borgo e, da qui, inizia la salita al Blockhaus. Si superano i m. 1141 di dislivello per raggiungere i m. 1665 del GPM di 1^ cat., pendenza media 8,4% con la massima al 14%.

Il Blockhaus, la zona e il nome, in chiave ciclistica, sono da ascrivere a patron Vincenzo Torriani che raccolse l’invito di don Carlo Travaglini, personaggio di Chieti con il “don” di rispetto che collaborava con l’organizzazione per promuovere il suo amato Abruzzo, un ruolo ora svolto da un altro appassionato chietino, Maurizio Formichetti, che battezzò con il nome teutonico - significa casa di pietra – le casematte militari disposte nella zona, sulla Majella.

Già per sei volte la corsa rosa ha fissato qui un traguardo, seppure ad altezze variabili. La prima nel 1967 “battezzata” vittoriosamente dal grande Eddy Merckx che stupì molti dei tecnici del tempo che lo valutavano “solo” come grande passista veloce, con arrivo a quota m. 2005. Poi, nel 1968, penultima tappa, Franco Bitossi a quota m. 2155 dopo la squalifica per positività dello sfortunato piemontese Franco Bodrero scomparso a soli 27 anni per un male incurabile, primo a passare la linea, nel 1972, a quota più bassa, ai m. 1631 in prossimità dell’albergo-rifugio Mamma Rosa, lo spagnolo Manuel Fuente con show in solitaria nella breve semitappa mattutina di km. 48 che staccò il connazionale Lasa di 1’35” e Motta terzo a 2’36”. L’impresa dello spagnolo che conquistò anche la maglia rosa determinò il fuori tempo massimo d’accreditati velocisti costretti a lasciare la corsa per “f.t.m.”, appunto - Moreno Argentin vinse qui nel 1984, Ivan Basso nel 2006 ma ai m. 1306 di quota di Passo Lanciano, solo sulla strada del Blockhaus dove indossò la maglia rosa che porterà fino alla fine, e nel 2009 fu Stefano Garzelli all’altezza di Mamma Rosa. Il primo a passare la linea fu Franco Pellizotti (ancora felicitazioni per la nascita di Mia, la terza figlia), poi incorso in sanzioni regolamentari.

Il traguardo del Blockhaus, collocato in provincia di Chieti, è il momento di un esame importante, importantissimo, se non decisivo, per gli aspiranti alla maglia rosa finale.

Giuseppe Figini

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