LIBRI | 10/05/2017 | 08:51 Alfonsina che pedala sui rulli e sfida gli spettatori. Alfonsina che compie il giro della morte, lei e la bici a testa in giù. Alfonsina che rimane magicamente in equilibrio con le due ruote su un filo sospeso nell’aria. Alfonsina che fa acrobazie con una scimmietta appoggiata su una spalla.
“Alfonsina e il circo” è un libro per bambini, ideato, scritto e disegnato da Fernanda Pessolano e pubblicato da Ediciclo (44 pagine, 11 euro), ispirato agli anni in cui Alfonsina Strada aveva smesso di correre fra i professionisti e si era dedicata agli spettacoli nei teatri e nei cinema, nelle piazze e nei tendoni, ma sempre con la bicicletta.
Lei che era stata la prima donna a correre il Giro di Lombardia, accadde nel 1917, arrivò ultima, ma arrivò. Lei che era stata la prima donna a correre una seconda volta il Giro di Lombardia, l’anno dopo, nel 1918, e stavolta arrivò penultima. Lei che era stata la prima donna a correre il Giro d’Italia, non quello delle donne, che non esisteva, ma quello degli uomini, e tappa dopo tappa diventò così popolare e amata che, spaccata la bicicletta e giunta fuori tempo massimo, venne riammessa in corsa, anche se fuori classifica, e all’arrivo a Milano fu festeggiata come se avesse vinto. Lei che alla fine di quel Giro d’Italia ricevette circa 50 mila lire, di cui 5 mila offerte dal Re, una coppa ricevuta da un gioielliere, una medaglia d’oro dal Consiglio di amministrazione del Velodromo Sempione di Milano, 74 lire raccolte da Giovanni Trucco, genovese, 24 da Abele Bertoni, di La Spezia, e 500 lire inviate dai suoi sostenitori alla “Gazzetta dello Sport” che organizzava il Giro.
E dopo la biografia “Gli anni ruggenti di Alfonsina Strada” di Paolo Facchinetti (Ediciclo), la canzone “Alfonsina e la bici” dei Tetes de Bois (dall’album “Goodbike”), il video “Alfonsina e la bici” dei Tetes de Bois con l’astrofisica Margherita Hack nella parte della “corridrice”, il monologo teatrale “Finisce per A” di Patrizia Bollini, il volume “Alfonsina” della fotografa olandese Ilona Kamps, ecco un libro diverso, speciale, particolare. Perché è un libro da leggere, ritagliare, costruire, colorare, immaginare, fantasticare. E’ un libro che diventa un teatrino di carta, uno spettacolo da circo, la storia di una donna che per una passione sfrenata e sudata voleva correre in bicicletta, all’avventura. E ci riuscì. Prima sulle piste per superare i primati della velocità, poi sulle strade sterrate per sfidare i maschi, infine i teatri e i tendoni per fare e dare spettacolo.
“Sì, questo è il più grande spettacolo del mondo – scrive Mino Milani nella postfazione -. Come? Il più grande spettacolo del mondo in un libro? Impossibile. Ah, impossibile? Leggetelo, se non ci credete. Vale a dire entrate nel Circo Alfonsin & Barnum. Anch’io (che pure, alla mia età, di circhi ne ho visti un bel po’) al momento avevo qualche dubbio: ma lette le prime righe… eh sì, mi sono trovato tra la folla che rideva e saltava sulle sedie e batteva le mani; e poi d’un tratto taceva e non si muoveva più”.
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