I VOTI DI STAGI. VALVERDE CHE CUORE, FORMOLO CHE GAMBE

I VOTI DEL DIRETTORE | 23/04/2017 | 17:46
di Pier Augusto Stagi

ACCPI e CPA. 10. Hanno chiesto ai corridori che ascoltassero in rigoroso silenzio solo le parole di Christian Proudhomme, il grande capo dell’Aso, il signore del Tour e della Liegi, e che poi si lasciassero andare ad un po’ di chiasso, come sarebbe piaciuto un sacco a Michele, al quale le cose troppo serie e tristi non sono mai andate giù. I corridori sono stati di parola: il silenzio è stato rotto solo da un lungo e fragoroso applauso. Forte, intenso e convinto, ma anche doloroso. Tante le lacrime che hanno rigato i visi degli atleti al via della “Doyenne”, questa mattina. Proprio non ce l’hanno fatta a trattenerle. Conoscendo Michele, da dove si trova, sicuramente nel cuore di quanti gli hanno voluto bene, si sarà lasciato andare ad una grassa risata: «Non ce l’hanno fatta. Sono proprio dei buoni a nulla: non sono nemmeno capaci a far casino», avrà pensato.

Alejandro VALVERDE. 10. Due dita ad indicare il cielo per la sua quarta Liegi-Bastogne-Liegi. Due dita e gli occhi che puntano il cielo come a indicare chi quella corsa l’amava per davvero e gli sarebbe piaciuto tanto vincerla, ma ci si è solo avvicinato in un paio di occasioni. Dedicato a Michele Scarponi. Questo il primo pensiero di Alejandro Valverde, che indica il cielo e poi piange l’amico che non c’è più. Vince da campione e da grande uomo. Per un uomo grande.

Daniel MARTIN. 8. Fa quello che deve fare, nel momento giusto e nel punto giusto. Purtroppo per noi va a riprendere un fantastico Davide Formolo, fortuna sua ha a propria disposizione Gian Luca Brambilla, che lo porta in rampa di lancio e così l’irlandese ottiene l’ennesimo piazzamento. Sul podio della Doyenne, Martin ormai invecchia.

Michal KWIATKOWSKI. 5,5. Sergio Henao e il nostro Gianni Moscon fanno tutto per preparargli il terreno, per posizionarlo in zona sparo, ma probabilmente non è in una giornata super. Corre sulla difensiva, senza osare, sa che l’uomo da curare è Valverde, ma la sua è una corsa a limitare i danni: così si limita.

Michael MATTHEWS. 6. In una corsa così dura e tosta fa quello che può. Si ferma appena sotto al podio. Strano che un canguro non riesca nemmeno a fare un saltino.

Ion IZAGUIRRE. 6. Dà l’impressione di essere anche più in palla: è sempre lì davanti, con i migliori. E alla fine ci resta.

Romain BARDET. 5,5. È scattante, reattivo, in salita non è assolutamente fermo, anzi, ma in questa Liegi fa il minimo sindacale.

Michael ALBASINI. 6,5. È chiaramente un atleta di seconda fascia, che entra però con grande determinazione nella prima, a lottare con i big. È un uomo di assoluto valore, che con le doti a sua disposizione fa sempre vedere grandi cose: anche oggi.

Adam YATES. 5,5. Ha talento da vendere, ma deve comprarne ancora un po’.

Rafal MAJKA. 5. Il polacco ha tutto per poter fare molto di più, molto di meglio.

Domenico POZZOVIVO. 5,5. È il primo degli italiani, arriva 12°. Per uno che è uscito bene dal Tour of Alps, ci si aspettava molto di più. Molto.

Fabio FELLINE. 5. È lì, nelle fasi finali della corsa, pronto a sparare il colpo. Ma non spara.

Rigoberto URAN. 5. Alla Freccia si era fatto vedere molto bene, qui resta nascosto nelle retrovie.

Davide FORMOLO. 6,5. Parte nel finale per provare a mettere tutti nel sacco, perché non può permettersi – come gli altri – di portare in carrozza Valverde. Viene ripreso a poche centinaia di metri dal traguardo da Daniel Martin, ma la sua azione è in ogni caso da applausi.

Davide VILLELLA. 6,5. Il bergamasco di Sant’Omobono Terme (Valle Imagna), si muove prima di Formolo. I Cannondale oggi fanno davvero tanto e lo fanno bene. Raccolgono meno di quanto meritavano e hanno fatto vedere, ma anche nelle sconfitte bisogna saper vedere le cose buone. E questi due ragazzi le fanno vedere.

Roman KREUZIGER. 6,5. Sulla La Roche-aux-Faucons fa una 'trenata' molto spettacolare, che in pratica suona la sveglia a tutti. In quel punto e in quel momento, comincia la Liegi.

Stéphane ROSSETTO. 7. Si butta nella fuga di giornata con Bart De Clerc, Nick van der One, Tiago Machado, Anthony Perez, Stéphane Rossetto, Mekseb Debesay, Aaron Gate e Fabien Grellier. Fughe tattiche, mosse strategiche, azioni d’immagine, operazioni belliche, su strade che videro guerre, e sanno di guerra, ma oggi qui regna la pace e il silenzio di ruote leggere, che sibilano via veloci di cote in cote. Animano la corsa, apparecchiano la tavola ai loro capitani, con la premura di chi ha fretta di rientrare nei ranghi, ma ha il tempo per arrivare al traguardo.

Diego ULISSI. 4. È un caro amico, un atleta che ha doti riconosciute, ma oggi penso che anche lui si darebbe questo voto.

Greg VAN AVERMAET. 5,5. In sofferenza, in tutta la fase finale della corsa. È lì, perché ha carattere, temperamento, perché come dicono i corridori è un duraccio, ma la sua Liegi è poca cosa.

Thomas DE GENDT. 5. È un attaccante nato, il corridore della Lotto Soudal. È suo il primo allungo di giornata. Il primo attacco. Ma non ha fortuna. Viene braccato immediatamente e senza pietà.
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Alejandro VALVERDE. 10 e LODE...
23 aprile 2017 20:21 canepari
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