Scripta manent
Caro ministro Veronesi...
di Gian Paolo Porreca

Al Ministro della Sanità Chiarissimo Professor Umberto Veronesi

Chiarissimo Professore, mi scusi se mi rivolgo a Lei da un continente per concetto lieve, come lo sport, rispetto al tema drammatico della malattia.
E da un suo recinto per giunta ancor più gioioso, quale era e quale certo non è più il ciclismo. Vede, illustre Professore, questo mondo di competizione, di confronto giovanile, di emozione ed edificazione sentimentale non è più quello stesso che anch’Ella ha conosciuto. Non è più lo stesso, in particolar modo, ribadiamo, proprio per il nostro beneamato ciclismo, da quando, intorno ai primi anni ’80, la penetrazione nel gruppo, favorita da un abile Ulisse, di un plotoncino di alchimisti del sangue, laureati in medicina e talora docenti universitari e talora ancora benedetti dalle istituzioni sportive di allora, rese condizione obbligatoria per vincere, se non per partecipare alla scorciatoia farmacologica. L’Italia divenne, allora, protagonista, con vincitori recidivi di classiche in linea e recordman del mondo e trionfatori in tarda età in estenuanti gare a tappe. Era la manna dolosa, annunciata dall’autoemotrasfusione, dell’eritropoietina di sintesi, l’Epo, creata nobilmente per le anemie dei dializzati ed usata ignobilmente, con tanto di percentuale sui guadagni eventuali, per vincere uno sprint o una 50 km di fondo. Era l’inaugurazione di uno sport di resistenza falsificato, corso ad ematocriti fuori scala ed a sangue denso come conserva e ad arterie flagellate, come a suo tempo denunciammo, per l’incredibile incidenza delle trombosi vascolari negli atleti di una stessa famigerata squadra ciclistica.

Caro Professore, da allora sono passati alcuni anni e l’attenzione al problema dello sport pulito inteso quale battaglia di civiltà e focalizzata innanzitutto al depistage nei controlli antidoping sulle urine e sul sangue dell’Epo di sintesi, ha appassionato scienziati e ricercatori. Del mondo intero. Dalla Francia, in prima linea su questo versante, all’Australia. Passando per i paesi scandinavi e gli Stati Uniti, per la Cina e l’Olanda. E registrando, malinconicamente, come si può evincere dall’elenco degli studiosi «di chiara fama» convocati nel summit del Cio e dagli osservatori particolari dell’Agenzia Mondiale Antidoping, la totale latitanza dei medici dello sport e dei medici in senso lato - biologi, farmacologi, nefrologi - italiani.

Caro Professore, questa situazione di scadimento e disaffezione da parte dei nostri colleghi in merito a tale dibattito volto al futuro ed al «meglio» ci lascia profondamente sconcertati. E le chiediamo innanzitutto di intervenire in merito. Incentivando la ricerca sull’argomento, si tratti di investigare sulla Epo o sul Gh, l’ormone della crescita. Dando mandato a controlli sulle forniture e sui mercati sospetti di Epo e Gh, dal produttore al consumatore, senza passare forse per le obbligatorie ricettazioni? Coinvolgendo ancora le scuole e i centri giovanili, nel discutere ed esorcizzare questa degenerazione morale. Perché il doping è una mentalità di fondo. È una indecorosa falsificazione dei valori della vita solo applicata allo sport. È un habitus di prevaricazione illecita che vi renderà cittadini in senso lato disonesti.

Caro Professore, noi non Le chiediamo di seguirci per le nostre strade purtroppo tortuose, alla ricerca di una verità su Pantani e sul suo profilo ematochimico che ha allarmato l’entourage scientifico del Coni. Quella è una storia in ogni caso amara ed assai poco edificante. Dove un eccesso di zelo può forse simulare un potere altezzoso. Ma dove sarebbe stato in assoluto assai meglio, per quel campione tanto popolare, non indurre sospetto alcuno negli esaminatori. Non le chiediamo un intervento specifico.
Di certo, invece, sulla sua scrivania potrà giudicare in questi giorni i meriti del dossier della Commissione scientifica del Coni sull’abuso del Gh di sintesi in molti sportivi italiani di vertice, non solo ciclisti, ma nuotatori innanzitutto ed atleti. Ed allarmarsi spontaneamente sull’incredibile percentuale di miocardiopatie dilatative - ascrivibili all’uso incongruo di Gh? - riscontrate in questi ragazzi.

Sarà questo un nuovo, drammatico punto di allarme. Come quello, ripetiamo, che su queste stesse colonne lanciammo nel ’96 sull’inedita epidemia di arteriopatie obliteranti - da Epo? - in ciclisti professionisti. Così come un altro ben noto elemento di perplessità, infine, nell’ambito di una medicina applicata allo sport, e costituito dall’incredibile numero di certificati medici che consentono l’utilizzo «a scopo terapeutico» di particolari sostanze - betabloccanti, corticosteroidi - che sarebbero considerate dopanti e vietate, in assenza di siffatte prescrizioni! L’asma bronchiale, caro Ministro, è diventata la malattia professionale del ciclista del XXI secolo: colpa dell’inquinamento ambientale o della malizia?

Caro Professore, ci fermiamo qui. Il suo tempo, l’abbiamo vista ed ammirata di persona in sala operatoria, è ben altrimenti prezioso. Ma lo sport italiano, vede, il ciclismo innanzitutto, non ha buone istituzioni ed ha un parterre di cortigiani, anche nei mass-media, spesso disgustoso se non connivente. E si fregia di un ministro part time che ha la gratuità di un bjioux, poco altro. E c’è il sospetto che la sua principale malattia sia quella di aver dato ospitalità a tanti medici peggiori.
Perciò, caro Professore, a Lei che come noi pensa che «la scienza serva all’uomo» e non viceversa, chiediamo l’autorità di un aiuto. Di un intervento che non induca contraddittorio di parte. Come la creazione, nel suo dicastero, di un osservatorio ex cathedra.
Perché «lo sport serva al corpo umano». E non viceversa. E non oltre.

Gian Paolo Porreca,
napoletano, docente universitario
di chirurgia cardio-vascolare,
editorialista de “Il Mattino”
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Incidente in allenamento per Marco Palomba: l'atleta vicentino di Lonigo (Vi), in forza alla Sc Padovani Polo Cherry Bank, ieri mentre si trovava in bicicletta tra Roncà e Montebello, in un tratto in falsopiano, ha sfiorato un incidente frontale con una autovettura...


Un’altra corsa antica la Coppa Ciuffenna nella località valdarnese in provincia di Arezzo. La 97^ con la denominazione Coppa Antica e la 84^ da quando la corsa ha avuto il suo svolgimento in maniera regolare e costante. L’edizione 2025 allestita...


Remco Evenepoel va a caccia di maglie e si prepara ad affrontare un filotto di appuntamenti: dopo il doppio impegno mondiale di Kigali, infatti, il venticinquenne talento belga guiderà la sua nazionale anche ai campionati europei che si svolgeranno in...


Si è spento questa notte Tullio Rossi, ex professionista romano, classe 1948. È il sito della Cicli Rossi che ci racconta la sua storia. Atleta filiforme, con buone doti sia sul passo che in volata, quanto debole in salita. Un...


L'ex professionista Giampaolo Sigurotti ci ha lasciato: si è spento oggi all'età di 70 anni. Nato a Pellaloco di Roverbella il 6 giugno del 1955, ha corso da dilettante con le maglie del Gs Calzificio Franco Bombana, del Gs Mariani...


Miche ha appena annunciato il lancio della nuova gamma Kleos 2026, ruote in fibra di carbonio che vanno a posizionarsi decisamente nell’alta gamma. Ma c’è di più, le nuove ruote, disponibili nei profili da 42 mm, 50 mm, 67 mm...


Di traguardi Paolo Guerciotti ne ha tagliati tanti: come ciclista e ciclocrossista, come imprenditore (la sua azienda ha festeggiato i 60 anni di attività) e come manager di formazioni prestigiose in campo ciclocrossistico. Quello che taglia oggi è un traguardo...


Nel plotone c’è chi preferisce non parlare dei manifestanti alla Vuelta di Spagna e chi invece, come l'ex campione del mondo Michal Kwiatkowski, ha voluto esprimere il proprio dissenso, sottolineando come a perdere sia stato l’intero movimento ciclistico, incapace di...


Jonas Vingegaard è il 63° ciclista a vincere la Vuelta di Spagna ed è il primo danese a scrivere il proprio nome nell'albo d’oro della corsa iberica, giunta all’80ª edizione. Le nazioni con almeno un successo diventano così 15. In...


Prologo ha vinto il suo terzo grande giro di stagione per merito di Jonas Vingegaard. In sella a Scratch M5 PAS e Predator 01TT CPC il fuoriclasse danese è stato in grado non solo di conquistare la prima maglia rossa della sua brillante...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024