Gatti & Misfatti
La messinscena

di Cristiano Gatti

Sulle implicazioni scientifiche ed etiche dell’asma nel ciclismo, compresi l’uso e l’abuso dei rimedi, abbiamo già letto tutto nell’esauriente editoriale del direttore Stagi, in apertura di trasmissione. Qui in chiusura, dovendo pur sempre trattare di Misfatti, il Gatti vorrebbe fare un focus - come usano di­re adesso nel mondo wow - su un ulteriore risvolto della que­stione Froome, un risvolto passato troppo velocemente e troppo sbrigativamente in ca­valleria. Ma per la miseria, an­zi per me, tremendamente indigeribile.

Sarò diretto: saltando a piedi pari e anche di­spari l’intero giallo salbutamolo, mi resta davanti agli occhi e anche un po’ sul­l’anima il Froome alla presentazione del Giro d’Italia. Rias­sunto flash della tempistica, per spiegarmi meglio: il campionissimo (minuscolo, sia chiaro) finisce sotto inc­hiesta a settembre, per lunghe settimane lui e la sua squadra vivono con questo spadone di Damocle sopra le zucche, io immagino preoccupazioni e ansie mica da ridere, eppure questo incubo non toglie che lo stesso imputato si presenti bello come il sole, sorridente e spensierato, nel videomessaggio (come l’astronauta Ne­spoli dai meandri del cosmo) durante il galà rosa che svela il nuovo Giro, poche parole per dire amici, io ci sarò, oyeah.
Vorrei ripeterlo perché non sfugga la sostanza della faccenda: quando Vegni orgoglione fa lanciare il videomessaggio siamo già al 29 novembre. In quel preciso momento, Froome sa di essere nei guai fino al collo. Quan­to a Vegni, io non so se sa. Voglio pensare che non sappia, ma so che è molto difficile non sappia. Se davvero non sapesse, al suo posto io adesso sarei furioso come un bufalo, e manderei letteralmente al suo paese il pur prestigioso favorito della nuova corsa.

In ogni caso, resto a Froo­me. Sarà che sono stato troppo all’oratorio, non lo nego. Sarà che i miei genitori erano di pasta antica, così da insegnarmi giorno e notte la doverosa pratica della di­gnità, della vergogna, del pu­dore e di tutte quelle cose lì. Ma pur riconoscendo per intero i miei limiti culturali, non riesco proprio a immaginare come un tizio inguaiatissimo come Froome possa recitare così bene la parte dell’allegrone e dell’ineffabile, come se niente fosse, promettendo e assicurando felicità per tutti all’epoca di maggio. Io e quelli venuti fuori dall’educazione che raccontavo prima, al suo posto, faremmo una figura penosa. Tutti capirebbero che qualcosa non quadra. Come minimo, abbasseremmo lo sguardo. Come lo si abbassa sempre quando non riesci a guardare negli occhi il mon­do, perché un peso grava sulla coscienza.

Èevidente che questa non è una condanna preventiva nei confronti di Froome. Non voglio dire che sia colpevole. Non so­no in grado di dirlo, neppure mi interessa molto. A struggermi è qualcosa di mol­to più impalpabile e inquietante: ancora una volta, si conferma quanto gli uomini, certi uomini, siano in grado di recitare. Gli uomini ciclisti, come dimostrano gli ultimi vent’anni, più di altri. Ma an­cora una volta, pure stavolta, io non ho la minima intenzione di rassegnarmi a questa cupa normalità, di accettare la solita litania di giustifiche (co­sì fanno tutti, eccetera): an­cora adesso, a due mesi di di­stanza, quella serata della presentazione mi fa pesantemente imbestialire. Mi sento preso per il naso, avverto il video di Froome, della Sky - sperando di non doverci abbinare pure Vegni, perché sarebbe il peggiore di tutti - come un’offensiva messinscena. Sì, offensiva: perché umilia il Gi­ro, umilia l’Italia e umilia tut­ti quanti noi, almeno quelli che hanno ancora un orgoglio e un carattere.

Passassero cent’anni, Froome resterà forse l’insuperabile vincitore di grandi giri, ma resterà so­prattutto quello abilissimo a nascondere gli scheletri nell’armadio, facendosi beffe della credulità popolare. Se poi riuscirà comunque a correre e a vincere il Giro, non sposta di niente la questione: la macchia c’è e resta. As­sie­me alle dosi da mammuth che si è puffato alla Vuelta. Do­vendo pesare una persona, dal mio punto di vista pesa più la messinscena del salbutamolo. Perché dopo tutto mi lascerà sempre aperto un fastidioso dubbio: un attore che recita tanto bene, in pubblico, cosa altro è capace di mascherare?
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
La scorsa settimana vi avevamo dato un assaggio di un'intervista realizzata da Giorgia Monguzzi alla festa dei fratelli Carera: ora potete gustarvi l'intera chiacchierata della nostra inviata con Giulio Pellizzari, che valuta la propria stagione e svela con spontanea sincerità...


Simon Yates è stato ospite d’onore questa sera a Roma ed è stato proprio lui a portare il Trofeo senza Fine sul palco del Parco della Musica. Yates ha prima ricordato le emozioni per la vittoria dello scorso anno al...


Non so quanto davvero sarà duro il nuovo Giro, so per certo che risulterà comunque meno faticoso della presentazione ufficiale. Senza fine come il trofeo, un diluvio di parole senza mai arrivare al dunque, alla fine uno mette mano al...


È il suo ultimo giro al Giro e lo ha fatto in un luogo do­ve re­gna l’armonia e la cultura; la musica eterna e fa­migliare di Ennio Morrico­ne, visto che la sala è dedicata proprio all’immensità del grande maestro due...


Elisa Longo Borghini ha guardato con un po’ di emozione le immagini della corsa rosa che lo scorso anno ha vinto con grande forza. La piemontese ha voluto ricordare alcuni momenti dell'edizione 2025, in particolare l’arrivo dell’ultima tappa, dove ad...


E’ stato presentato questo pomeriggio presso l’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma, il percorso ufficiale del Giro d’Italia Women 2026, organizzato per il terzo consecutivo da RCS Sports & Events. Partenza il 30 maggio da Cesenatico e gran finale domenica...


L'anno scorso vi raccontavamo la nascita, a Montesilvano, dell'Abruzzo Cycling Team, creato dal "mentore" Alessandro Donati (direttore sportivo in Bardiani CSF) e presieduta da sua moglie Marzia Di Fazio, coadiuvata da Francesco e Mario Di Paolo: una storia di passione...


Cinquant’anni a regolare ruote e gruppi, selle e manubri, a montar raggi e pedali, palmer e copertoncini: prima in modalità analogica, oggi digitale, con tanto di app. La cicli Bettoni di Alfio Bettoni è un negozio crocevia del mondo, che...


Il fenomeno eritreo di 25 anni, già un uomo che ha fatto la storia, maglia verde del Tour de France e vincitore di più tappe, nonché fonte di ispirazione, si unisce al NSN Cycling Team come ciclista di punta in...


Venenum in cauda. Oppure dulcis in fundo, per chi è maggiormente vicino alle sue posizioni. L'atto finale, o meglio post-finale, della domenica Open House in Beltrami TSA a Reggio Emilia, un Nota Bene o un Post Scriptum a suon di...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024