Gatti & Misfatti
Palloni sgonfiati

di Cristiano Gatti

I signori del Tour, che sono pu­re i signori del ciclismo mondiale, guardano al futuro con un’idea fissa: ridurre da nove a otto gli atleti di ogni squadra. È una mossa pensata più per lo spettacolo (squadroni meno facilitati nel bloccare la corsa) che per la sicurezza, benché faccia un gran bene pure alla sicurezza. Per quanti effetti collaterali possa portarsi dietro, è co­munque un’idea niente male. Bisogna parlarne, al più presto.

Già che ci siamo, però, trovo fondamentale parlare ancora, molto più a lungo e molto più responsabilmente, di altre modifiche da apportare in fretta. Per­so­nalmente, trovo grandissime innovazioni per lo spettacolo sgonfiare il gommone dell’ultimo chilometro sui corridori e inchiodare la moto delle riprese davanti alla maglia gialla, mandandolo a pelle di stracchino sul torrido asfalto di una salita decisiva. Nemmeno un genio delle sceneggiature sarebbe riuscito a innovare tanto, sul pia­no della suspense e della sorpresa. È solo sul piano della sicurezza che forse le modifiche non risultano così efficaci. Se i francesi non avessero un didietro enorme come la loro autostima, sai che fine avrebbe fatto il loro pregiato Tour. La corsa più importante, più grande, più prestigiosa, più tutto del mondo. Da quest’anno, la più grottesca.

Di questo bisognerebbe parlare, in sede di bi­lanci e di programmi. Altro che spazzare velocemente la polvere sotto al tappeto, co­m­­e piace e come usa nella pa­tria della forma e dell’apparenza (hanno inventato i profumi, ma ancora stiamo aspettando che scoprano il bidet). Fosse successo al Giro o alla Vuelta tutto quello che è successo in Francia, ancora staremmo a sentire le loro paternali. E le lo­ro sprezzanti sentenze di su­perficialità, dilettantismo, faciloneria. Casualmente, gonfiabili in testa ai corridori e maglie gialle stese dalle moto-tv sono già storia indelebile del Tour. E i signori del Tour, signori del ciclismo mondiale, faranno be­ne a riflettere molto a lungo e molto profondamente su come sia possibile un simile scandalo. Su quanto grave e imperdonabile sia. Se esistessero le squalifiche anche per gli organizzatori, i maestrini dalla matita gialla dovrebbero saltare almeno quattro o cinque edizioni.

Siccome la fortuna è una gran baldracca, che sta sempre con chi ha più grana in tasca, stavolta è passata liscia senza danni. Yates, colpito e affondato dal gommone, se l’è cavata con qualche punto di sutura. Froome è riuscito fi­nalmente a rendersi simpatico correndo come un postino con telegramma urgentissimo. Ma tutti, in giro per il mondo, ci siamo chiesti: se Yates o qualcun altro ne fosse uscito molto più conciato, o se addirittura Froome si fosse rotto una clavicola, rimettendoci il Tour, a questo punto che diremmo? Davvero parleremmo dei due episodi come di simpatici aneddoti del ramo colore?

Se l’idea degli imbarazzati vertici mondiali è chiudere la vicenda con il classico “sono cose che capitano”, questa idea devono tenersela. I due incidenti sono talmente gravi, potenzialmente co­sì pericolosi, da meritare ben altro. Capitasse una cosa del ge­nere ad Adriano Amici, come minimo gli chiuderebbero la corsa e gli stringerebbero la testa in una morsa da fabbro, per un paio di mesi. Purtroppo, c’è poco da farci conto: forti con i deboli e deboli con i forti, i massimi dirigenti Uci non avranno mai l’ardire (tanto me­no l’intenzione) di presentare il conto al Tour. Anche perché se fanno appena per dire bau, ca­pacissimi che si ritrovino loro fuori dalla porta.

La speranza più concreta è che siano gli stessi francesi, sensibili come sono al proprio prestigio, i pri­mi ad affrontare le questioni. Prendendo le drastiche contromisure già per la prossima edizione. Mentre cominciano a pressare per ridurre le squadre da nove a otto componenti, provino a fare pressioni su se stessi per fissare la bandiera dell’ultimo chilometro in modo più affidabile e per impedire che la maglia gialla venga falciata dalle moto. Ne perde qualcosa lo spettacolo, ne guadagna enormemente la sicurezza. E la serietà dell’ambiente. A meno che non ci si venga a di­re che abbattere i corridori sia l’ultima frontiera del ciclismo stellare, alle prese sul pia­no della pura corsa con un Tour banale, scontato, prevedibile, moscio. Ha una sua logica ri­spettabile. Ma la soluzione alla noia non può essere lo sterminio di massa.
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Con una splendida azione nelle battute conclusive Isaac Del Toro ha vinto la prima tappa della Vuelta Asturias Julio Alvarez Mendo, da Cangas del Narcea a Pola de Lena di 179 chilometri. Il talento messicano della UAE Team Emirates ha...


Non è esagerato definire la Toscana in cima al mondo, non per i risultati degli atleti quanto in campo organizzativo. Non solo per la partenza del Tour de France da Firenze del 29 giugno, ma anche per le tante altre...


Il 23enne  Frank van den Broek è il nuovo padrone del Presidential Cycling Tour of Türkiye, arriva dai Paesi Bassi e vincendo la tappa regina della corsa si è portato al comando della classifica generale con soli 4” di vantaggio...


Con tanto di arrivo spettacolare e inchino di ringraziamento al pubblico, Alexis Guérin (Philippe Wagner-Bazin) ha vinto per distacco la seconda tappa del Tour de Bretagne, la Milizac-Guipronvel - Pontivy di 206, 2 km. Alle sue spalle nell'ordine Tibor Del...


La DSM firmenich PostNL continua a dominare il Presidential Cycling Tour of Türkiye e arriva a quota quattro vittorie in questa edizione: la sesta tappa, la tappa regina da Kuşadası a Manisa (Spil Dağı) di 160.1 km, ha visto il successo...


L’ufficialità è arrivata poco fa: la Laboral Kutxa - Fundación Euskadi da domenica affronterà la Vuelta España Femenina con una formazione a “trazione italiana”. A guidare il quartetto di nostre connazionali nelle otto tappe in programma sarà Nadia Quagliotto che,...


  La trentina Giada Borghesi è una delle italiane più in forma di questo scorcio di stagione. La legge dei numeri lo dimostra: è  costantemente nelle posizioni nobili degli ordini d’arrivo in corse internazionali. Al difficile Grand Prix di Chambery,...


La 785 Huez rappresenta tutto quello che serve se siete alla ricerca di una bicicletta altamente performante, un prodotto destinato ai ciclisti più sportivi ed esigenti, quelli che puntano ai passi e alle salite più dure. In questo modello LOOK inserisce alta tecnologia...


Più che una riflessione vuole essere una storia, che riguarda il sottoscritto e un amico mio e del ciclismo come Moreno Moser, ex professionista e oggi più che apprezzato opinionista di Eurosport con Luca Gregorio e il "papi” Riccardo Magrini....


"Buongiorno da Luca Gregorio... e Riccardo Magrini!" Una frase che per un giorno non è stata trasmessa da Eurosport, ma da noi. Subito dopo aver condotto la conferenza stampa sotto la neve di Livigno, infatti, sabato scorso la premiata ditta...


TBRADIO

-

00:00
00:00
VIDEO





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi