Rapporti&Relazioni
I «No» di Panizza

di Gian Paolo Ormnezzano

Ogni tanto anzi ogni poco trovo qualcuno che mi fa la domanda cosmica: qual è la pià grande emozione che la frequentazione di tanto sport, e per tanti anni, ti ha dato?
Ha la risposta classica, ho la risposta speciale. La prima è sin troppo facile: nel mio magico 1960 (il reportage per la morte di Fausto Coppi, la prima delle mie 24 Olimpiadi da giornalista, quella invernale di Squaw Valley, il Tour di Gastone Nencini, i Giochi di Roma: insomma, il decollo vero della mia vita di giornalista sportivo), ho assistito “dal vivo” al successo olimpico sui 200 di Livio Berruti, mio compagno di scuola, mio amico fraterno, mio sodale in tante cose. Ero lì, allo stadio olimpico romano, lui vinceva e io riuscivo a entrare sul campo e ad abbracciarlo e a piangergli addosso.

La risposta speciale è tutta ciclistica, ma ne­ces­sita di una premessa. C’è ciclismo e ciclismo, e c’è il mio ciclismo, di 28 Giri d’Italia e 12 di Francia, che si appoggia anche per non dire soprattutto a esperienze e sensazioni speciali, minimalistiche, assolute per chi le prova, relative - ed è già tanto - per chi è chiamato a parteciparle, in questo caso il cortese lettore. Fra queste esperienze privilegio quella, molto ma molto mia, vissuta accanto all’amico steso per terra sull’asfalto (era la salita dell’Aprica, credo di ricordare bene) e non era caduto, semplicemente era disceso al suolo, posando al bici e poi sdraiandosi, vinto dalla stanchezza che era caldo speciale di quel giorno ma anche pesantore dei quarant’anni che aveva. L’amico era un ciclista del Giro d’Italia, si chiamama Wla­di­miro Panizza, lui e io ci trovavamo benissimo a parlare di un sacco di cose. Quasi sempre d’accordo, salvo quella volta della Gran Fondo, una corsa sperimentale da Milano a Roma non stop, agganciata ad un Giro d’Italia appena finito: poche ore di riposo e via per una tirata da tempi eroici. In auto avevo agganciato quelli della Gran Fondo sull’Appennino marchigiano, era un’alba livida, rimontai il gruppo compatto e fra i primi ecco Panizza che pedalava automaticamente robottisticamente e intanto si stirava denunciando scricchiolii e dolori vari a tutto il corpo. Gli dissi che aveva ragione suo padre a volere che facesse l’impiegato comunale e non il ciclista, mi aspettavo che reagisse con una battuta e invece mi gridò di togliermi dalla sua vista perché voleva uccidermi, e probabilmente non solo non scherzava, ma aveva pure ragione.

Inconsciamente il Panizza che sull’Aprica chiudeva la sua vicenda sana, onesta e anche gloriosetta di pedalatore specie da montagna, quel Panizza si allacciò per me a quello della Gran Fondo, che soffriva pedalando in un’alba quasi gelida. Quello mi diceva, lì sull’asfalto che era una sorta di suo palcoscenico “sdraiato”, le parole che altre volte mi aveva detto, ma che suonavano come ultime, definitive, sopraffacenti: tu ci canti, ma lo vedi che siamo anche delle bestie?!
Mai niente altro di così intenso, nello sport. Tanti “sì” frenetici e felici quando uno dei miei (molti, ho amato il ciclismo persino più dei ciclisti) tagliava il traguardo, tanti “no” di delusione quando a vincere era uno di cui mi importava poco. Il “no” speciale che urlai addosso al collega (Ruggero Radice detto Raro) che a Tortona, entrando nella stanza di locanda in cui tentavo qualche ora di sonno dopo una notte di edizioni straordinarie, mi disse che Fausto Coppi era morto da pochi minuti e si doveva tornare al lavoro. Allacciai quel “no” a quello che io ragazzino avevo urlato a mi padre quando mi aveva gettato addosso la notizia che erano morti quelli del Grande Torino.

E a proposito di “no”, sento ancora quello gridato a pochi centimetri da me. La donna, che mi stava seduta accanto sulla panchina della sala di attesa di un pronto soccorso, capì subito, quando da quella certa porta si affacciò un medico, le braccia allargate e il volto triste, che il suo uomo era morto, che come si temeva, quasi si sapeva, le ferite infertegli dall’auto che lo aveva investito erano letali, e mentre noi aspettavamo i medici tentavano una lotta inutile. Lei era Cristiana, la compagna di Gigi Meroni, grande calciatore del Torino, era una sera di domenica, autunno 1967, lui aveva giocato e vinto nel pomeriggio. Lei urlò un “no” perentorio di guerra al destino, Panizza mi snocciolava tanti no di resa, me li singhiozzava e mi chiedeva di non scrivere niente.
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Terzo successo su quattro prove per Lucinda Brand nella Coppa del Mondo di Ciclocross donne elite. La regina olandese, già vincente a Tabor e a Terralba domenica scorsa in Sardegna (non ha disputato la manche di Flamanville) oggi si è...


Sappiamo che al Giro non ci saranno Pogacar e Del Toro, Evenepoel e Antonio Tiberi, si spera possa esserci Jonas Vingegaard, che da nostre fonti risulterebbe avviato ad un importante sì. Un punto di domanda, grande quanto una nazione, grande...


È il tempo di festeggiare una fine e un nuovo inizio. È il tempo dei bilanci e delle valutazioni, dei ricordi e dei sogni. È il tempo di un brindisi che si fa augurio e di candeline che si fanno...


Si è conclusa nella peggiore maniera possibile l'avventura di Giovanni Carboni con la Unibet Rose Rockets. Il corridore si era unito alla squadra belga quest'anno a ma a settembre è stato sospeso dall'UCI a causa di anomalie inspiegabili nel suo...


La consueta cena sociale di fine stagione del Team F.lli Giorgi si è svolta lo scorso venerdì al ristorante Pio Nono di Erbusco, nel Bresciano, dove il presidente Carlo Giorgi ha radunato tutta la squadra, amici, sponsor, autorità per festeggiare...


La maggior parte delle squadre si trova in ritiro in Spagna, tra Costa Blanca e Isole Baleari e ieri a incontrare la stampa, per il consueto media day a Benidorm, è stata la UAE Emirates XRG che ha svelato obiettivi...


Capita di prendere freddo, inutile girarci tanto attorno. Anzi, in tutta franchezza, il freddo fa quasi parte dei giochi se prevedete di affrontare una discesa o uscite presto alla mattina. Ecco, se cercate una protezione aggiuntiva, una sorta di asso...


È stata un’annata davvero speciale per il comitato provinciale di Lecco che nel 2025 ha spento 30 candeline, tanti affiliati, tanti successi e la ciliegina sulla torta regalata da Filippo Conca con il suo titolo italiano su strada. Ieri sono...


È una pubblicazione che nel titolo e nel sottotitolo - "Il ciclismo giovanile,  Il valore delle relazioni nel ciclismo moderno" - rappresenta con evidenza didascalica i temi trattati dall’autore, il dottor Davide Marceca con la collaborazione del prof. Sergio Introzzi, autore...


È arrivata la sentenza della giustizia ordinaria sul caso del team W52-FC Porto: l'ex allenatore Adriano Quintanilha è stato condannato a quattro anni di carcere mentre il direttore sportivo Nuno Ribeiro dovrà scontare una pena di nove mesi. Il team...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024