C’è paura nel parlare di ciclismo
di Gian Paolo Ormezzano
Io parlo molto di ciclismo. Io cerco di parlare molto di ciclismo con tanti, perché non mi piace parlare soprattutto con me stesso, anche se penso di avere delle belle divertenti precise cose da raccontare persino a quel pignolaccio severo che sono.
Mi è sempre più difficile trovare tanti con cui parlare di ciclismo, ed ho tanta voglia di parlare. Ho paura che mi chiedano del doping. L’altro giorno stavo parlando di ciclismo a molti ragazzini di più scuole, per esorcizzare la mia stessa paura ho suggerito loro di rispondere così, a chi parla di doping forte nel mondo della bicicletta: «Cosa sarebbe accaduto se la polizia avesse compiuto sul festival canoro di Sanremo una ispezione, un blitz come quello compiuto nel 2001 proprio a Sanremo sul Giro d’Italia?». È una domanda che pongo e ripongo qui e altrove, mai una risposta chiara da parte di chi accusa il ciclismo di superdoping. Bene, quel giorno presso gente del ciclismo, gente importante, lì coinvolta con me, persino più di me a parlare di ciclismo a quei ragazzini, mi è sembrato di avvertire disagio, e non solidarietà, collaborazione, magari soddisfazione per avere finalmente una buona arma dialettica.
Mi sembra che nel ciclismo ci sia una matta voglia di gare di cui parlare, per evitare di parlare d’altro. Ma poi le gare dicono poco, comunque hanno sui media un riscontro piccolo, e allora di cosa si parla? E allora come si riesce a parlare?
Rispetto allo scorso anno mi sembra di avere sinora parlato di ciclismo un bel 30-40 per 100 in meno: brutta faccenda. L’altro giorno ho telefonato, per altre faccende, ad un personaggio molto noto, che ama molto il ciclismo. Per la prima volta, non ci siamo scambiati una parola che è una su cose della bicicletta: e dire che abbiamo navigato in tanto scibile comune delle due ruote. Brutto, bruttissimo segno.
jjjjjjjj
Per fortuna che ci sono sempre gli statistici, i collezionisti di ordini di arrivo. Ne scopro nei posti più impensati. Una volta in un ritiro calcistico Eugenio Fascetti, il notissimo allenatore, mi chiese chi aveva vinto una certa corsetta di primavera: non lo sapevo, mi guardò male, lui non lo sapeva ma il suo mestiere è di allenare i pallonari. Mi snocciolò una serie di sue conoscenze statistiche, anche per corsette, sapeva quasi tutto, io non sapevo neppure quel suo piccolissimo «quasi» che pure lo turbava.
Un’altra volta ebbi la fortuna di imbattermi, al festival canoro di Sanremo, con Dario Salvadori, personaggio radiotelevisivo molto noto, molto bravo, molto arguto. Ebbi la fortuna, anche, di essere da lui riconosciuto, avvicinato, impegnato a parlare di ciclismo, del suo e mio carissimo ciclismo. Scoprii che lui sa tutto: chi ha vinto lì, chi è stato sconfitto là. Adesso radioteleseguirlo mi procura ancora più piacere.
Ma gli statistici non possono tenere su da soli, con le loro parole ed i loro ritagli di giornale, tutto un mondo. E poi sono pochi, non giovani, magari stanchi di mettere via nomi su nomi.
jjjjjjjj
Poi mi accade che una bella ragazza mi dice di essere la figlia di quel giornalista amico mio che per anni le ha raccontato della nostra vita dietro le corse, e specialmente quelle a tappe. E mi dice di come e quanto il papà, che adesso non c’è più, le ha raccontato delle nostre mattane, di come passavamo le sere del dopocorsa, mangiando e bevendo e scherzando.
Mi scopro molto contento del revival, ma intanto devo decidere che è proprio un revival. Perché adesso sono cambiate anche le sere del suiveur, ed è tutto dire.
Abbastanza disperatamente cerco di pensare che sono cambiato soprattutto io, per quelle che mi piace (beh) definire le mie squallide ragioni anagrafiche: però poi altri, anche colleghi giovani, mi dicono che no, davvero adesso non ci si diverte più come un tempo, ne sono certi anche se quel tempo non hanno vissuto, ne sono certi perché hanno saputo come stavano le cose una volta, e ora è tutto diverso, persino nei rapporti con i corridori, che stanno sulle loro per paura che li freghiamo con scoperte o comunque intromissioni nelle faccende del doping, e che in ogni caso ormai ci danno sempre l’idea di nascondere qualcosa.
Quando torno al Giro d’Italia, per riallacciare qualche contatto, scopro che si parla ancora degli scherzi dei miei tempi, delle cose gargantuesche dei miei tempi, persino delle cose boccaccesche dei miei tempi, che da questo punto di vista non erano certamente tempi sensazionali, anzi per il boccaccesco erano tempi pudichi, di costante paralizzante rossore. Scopro persino che qualcuno vuole che racconti in prima persona, per dissetarsi alla mia povera esperienza, alla mia piccola memoria. Ne sono lieto per me, triste per il ciclismo che è anche memoria non statistica, memoria di felici, ricchi, generosi cantastorie.
Gian Paolo Ormezzano, torinese, editorialista de “La Stampa”
La maggior parte delle squadre si trova in ritiro in Spagna, tra Costa Blanca e Isole Baleari e ieri a incontrare la stampa, per il consueto media day a Benidorm, è stata la UAE Emirates XRG che ha svelato obiettivi...
È una pubblicazione che nel titolo e nel sottotitolo - "Il ciclismo giovanile, Il valore delle relazioni nel ciclismo moderno" - rappresenta con evidenza didascalica i temi trattati dall’autore, il dottor Davide Marceca con la collaborazione del prof. Sergio Introzzi, autore...
È arrivata la sentenza della giustizia ordinaria sul caso del team W52-FC Porto: l'ex allenatore Adriano Quintanilha è stato condannato a quattro anni di carcere mentre il direttore sportivo Nuno Ribeiro dovrà scontare una pena di nove mesi. Il team...
L'Equipo Kern Pharma continua a rafforzare la sua rosa per la prossima stagione con un ingaggio davvero speciale: il taiwanese Ho Yen Yi approda al professionismo dopo essere cresciuto con il Giant Grassroots Program, un processo che rafforza l'impegno del team nello...
Un anno di lavoro, di corse, di fatica, di lacrime, di dolore e di gioia. Un anno intenso, costellato da grandi emozioni, un anno da rivivere attraverso le immagini di Silvano Rodella, uomo che ama il ciclismo e lo racconta da...
A partire dal 2026 il Campione del Mondo IRONMAN 2026 Casper Stornes diventa un atleta partner di Q36.5, l’innovativo marchio di abbigliamento da ciclismo con sede a Bolzano. Le principali innovazioni portate dal marchio troveranno ora modo di emergere ad alti livelli anche...
Una prima parte di stagione dedicata alle corse in linea con il grande sogno di vincere la Parigi-Roubaix. Una seconda parte di stagione con dedicata alle corse a tappe con l’obiettivo di conquistare per la quinta volta il Tour de...
Tutte le tessere sono state messe al loro posto e la UAE Emirates XRG ha annunciato oggi i programmi dei suoi leader per la prossima stagione. Le novità più eclatanti sono l’esordio di Isaac Del Toro al Tour de France al fianco...
Il team LABORAL Kutxa-Euskadi gareggerà con biciclette XDS nella stagione 2026: l'ufficializzazione dell'accordo è avvenuta durante un evento tenutosi nella sede del marchio asiatico a Shenzhen (Cina) questo sabato. Il manager della LABORAL Kutxa-Euskadi, Aitor Galdós, la ciclista Usoa Ostolaza...
In questo 2025 che si sta chiudendo sono stati tanti gli spostamenti dei corridori da una squadra all’altra e tra questi i più importanti sono certamente quelli quello di Remco Evenepoel dalla Soudal Quick-Step alla Red Bull-BORA-hansgrohe e di Juan...