Allora, abbiamo un altro fenomeno fermo ai box per accertamenti. Il suo motore segnala anomalie che vanno scrupolosamente controllate. Otto settimane per capire, praticamente ci sarà una risposta definitiva alla fine di questo mese. Magari non c’è niente di preoccupante e il caso si chiude lì. Magari. In tutti i sensi.
La cavia sotto osservazione è Henao. La Sky ha riscontrato durante i controlli interni alcune lampadine accese, prontamente ha deciso di aprire le indagini. Consultati espertoni neutrali, contattate Wada e Uci. Il problema non è piccolo, e certo prima o poi doveva arrivare: questi atleti delle alture - che tra parentesi vanno fortissimo - hanno sicuramente qualcosa di diverso rispetto a noi nati più o meno sul livello del mare. La domanda che tutti si pongono, mica da oggi, è molto semplice: hanno vantaggi congeniti, legati alla loro conformazione fisica, oppure ciurlano nel manico e si dopano che è un piacere?
La Sky ha deciso di fornirsi e di fornirci una risposta più o meno definitiva, più o meno attendibile. La scienza ci dice che la materia non è facile, però è già molto affrontare la questione. E qui arriviamo al nocciolo della questione, parallela e per niente secondaria rispetto al sangue di Henao: perché la Sky ha reso pubblica la vicenda, ha fatto bene o ha fatto male a rendere pubblica la vicenda?
Nella società d’oggi, dominata dai saccenti e dai dietrologi - rigorosamente anonimi - del web, saranno sicuramente accreditate le solite versioni ciniche: la Sky si è mossa per evitare uno scandalo imminente, la Sky si è mossa solo per farsi pubblicità. Diciamolo: venti anni di porcherie continue ci hanno abbastanza vaccinato, caricandoci l’anima di scetticismo e disincanto. Normale porsi qualche dubbio, essenziale non tracannarsi tutto a scatola chiusa. Però c’è un limite. Mi preme dirlo, perché altrimenti non se ne esce più.
Sinceramente anche il disfattismo a prescindere comincia a stufarmi. Almeno quanto il doping. Allora: se la Sky si muove e porta a galla il caso Henao, se la Sky ferma il suo campione in via precauzionale e affida la questione a un comitato scientifico, se la Sky la racconta per filo e per segno, se insomma la Sky fa quello che abbiamo sempre chiesto a tutte le squadre, ecco, non sta bene, si fa solo pubblicità, c’è qualcosa sotto, e vogliamo parlare di Froome? Se invece la Sky stesse zitta, coprisse Henao, si inventasse la solita tendinite per giustificare la pausa, se cioè si comportasse esattamente come si sono comportate per anni le squadre, a partire dall’infezione alimentare della mitica Pdm, ecco, allora saremmo qui a lanciare siluri e a invocare la ghigliottina per tanta sporcizia. Chiedo: che cosa diavolo vogliamo, allora? La trasparenza no, perché alla trasparenza non crediamo, mica siamo babbei. Le bugie e gli inganni neppure, santo cielo, siamo stanchi di truffe e raggiri, basta balle, quand’è che il ciclismo imboccherà la strada della virtù e dell’onestà?
Non so perché, ma questo caso Sky mi ricorda molto Gerry Scotti. Gerry Scotti? Che c’entra Gerry Scotti? Gatti fuma roba pesante? Gatti non fuma, neppure roba leggera. Soltanto, è rimasto un po’ così quando il popolare Gerry ha chiesto a Renzi di aiutarlo a cancellare il vitalizio che avrebbe maturato fra pochi anni per la sua comparsata in Parlamento, all’epoca del Psi di Craxi. Anche lì: a me sembrava comunque un bel gesto, ovviamente niente di eroico, però simbolico, nella terra dei vitalizi a cani e porci, più ai porci che ai cani. Eppure anche in quel caso i cervelloni che la sanno lunga non se la sono bevuta: sai lo sforzo, con tutti i soldi guadagnati in questi anni nemmeno se ne accorge, ha fatto solo i conti e ha realizzato che la pubblicità è molto più vantaggiosa del vitalizio stesso.
Siamo così. Se un ricco fa beneficienza, bello sforzo. Se non la fa, quei dannati ricchi sono insensibili e spilorci. Che cosa vogliamo, davvero? Certo che Gerry Scotti non andrà in rovina rinunciando alla pensione da parlamentare, ma vorrei specificare che c’è un sacco di bella gente ugualmente ricca, ugualmente agiata, ma nemmeno per sbaglio capace di pensare a un gesto simbolico di rinuncia. Dovendo scegliere, prendo Gerry. Uguale nel ciclismo. Magari la Sky non è una squadra di santi e di eroi, ma dovendo scegliere tra la Sky e il modello Pdm non ho dubbi: prendo Sky. Il resto lo lascio ai saccenti e ai dietrologi del web, sempre bene coperti e mimetizzati dietro le loro virili sigle, Pippo84 e Fuffo36.
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