Gatti & Misfatti
Sconfitte sospette

di Cristiano Gatti

A volte semplici e bizzarre coincidenze inducono a tirare conclusioni completamente sballate, ma in questo caso voglio correre volentieri il rischio. Se è una coincidenza, è molto curiosa: casualmente, nella grande stagione del ciclismo non abbiamo ancora vinto una corsa ve­ra, così come nei Mondiali di atletica non abbiamo vinto niente, così come nel grande calcio non abbiamo vinto una coppa. Certo, capitano gli an­ni storti. Eppure, a me questa catena di casualità nere induce a qualche sommessa riflessione. Provo a esternarla, caso mai interpretasse il sentore strano di qualcun altro.

Come si vede, non stiamo parlando di baseball e polo, dove capita spessissimo che noi non si vin­ca nulla. Stiamo parlando di ciclismo, atletica e calcio, storicamente campi di conquista per la nostra migliore tradizione sportiva. Allora, cosa succede: siamo improvvisamente diventati una popolazione di flaccidi impediti? Sia­mo tutti smidollati e debosciati, così imbevuti di benessere da non sviluppare più le attitudini alla fatica, al sacrificio, all’abilità agonistica? Tor­no a ripetere: può essere. Tutto può essere. Si parla tan­to di declino dell’Italia, in teoria non va escluso che questa decadenza accenda le sue spie più lampeggianti proprio là dove la competizione è mas­sima, come una grande metafora della vita.

Dopo aver concesso tutto il possibile alle più diverse ipotesi, un posto lo voglio però ritagliare anche alla spiegazione che più delle altre si è fatta tarlo in questi ultimi tempi. Coin­ci­denza per coincidenza: l’Italia che perde in continuazione è uno dei Paesi più avanzati e più duri nella lotta al doping. Lo so, c’è già nell’aria un sen­so di nausea. Però bisogna resistere: in questo caso, il te­ma doping serve ad un ragionamento serio. Cioè a chiedersi se per caso questa crisi di risultati non sia strettamente connessa all’inasprimento della legislazione italiana contro le truffe chimiche. Non mi importa se questo discorso porta dritti a concludere che allora chi vince molto deve porsi qualche do­manda sull’efficacia delle proprie norme antidoping: lo faccia la Spagna, ad esempio, che negli ultimi anni stravince ovunque senza chiedersi il mi­nimo perché, neppure quando il più grande scandalo della storia le esplode nel cuore del­la capitale. Restando a noi: non siamo più primi nei no­stri sport più gloriosi, siamo primi nella lotta alle porcherie farmaceutiche. È solo una coincidenza o c’è un legame di causa ed effetto?

Io non posso ovviamente dare una risposta certa. Siccome però nessuno di noi è tordo, nessuno di noi può impedirsi di sapere che un Paese dove si pratichi do­ping allegro e dove sia assente il controllo ha molte più probabilità di vincere rispetto a un Paese dove un severo controllo frena l’aiutino. O no? Ci sarà certamente un Paese dove vige una feroce normativa antidoping e che primeggia lo stesso (se qualcuno me lo in­dica, sono grato), ma nel complesso chi lascia mano libera ai propri campioni ha sempre il medagliere più pe­sante. O no?

Il resto dei discorsi lo co­nosco già. Mi si dirà che non sappiamo perdere, che pur di giustificare la no­stra pochezza ricorriamo alla miseria dell’insinuazione. Mi si dirà che però quando vinciamo molto ce ne stiamo zitti e ci passano tutti i dubbi (od­dio, io sul nostro nuoto così vincente qualche dubbio lo nutro da un po’: ero fermo a un popolo “dry”, incredulo davanti al miracolo di una Novella Calligaris, poi un giorno mi sono svegliato in mezzo a una razza di invincibili anfibi). Mi si dirà anche che ho perso un’altra buona occasione per starmene zitto ed applaudire sportivamente la grandezza dell’avversario. Accetto tutto, ma il ma resta. Quando vedo dominare cinesi, inglesi, spagnoli - tanto per fare qualche nome - non riesco proprio a dimenticare che casualmente sono le realtà più mollaccione in campo antidoping. Penso cioè che da tem­po, purtroppo, si stia gareggiando con regole diverse. E allora la conclusione mi viene inevitabile: per essere realisti, al passo con i tempi e con l’e­vo­luzione umana, ormai le gare non andrebbero più divise tra maschili e femminili. Bisogna dividerle al più presto in due altre categorie: gare tra Paesi seri e gare tra Paesi cialtroni. Per una volta, noi saremmo iscritti alla prima categoria. E qualcosa mi dice che torneremmo a vincere qualcosa.
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Colpaccio di Timo De Jong (VolkerWessels) nella quarta tappa del Tour of Holland, da 158.3 chilometri con partenza da Emmen e arrivo in cima al Col du Vam, alla dodicesima scalata dello stesso strappo degli Europei due anni fa. All'epoca...


Sabato 18 ottobre è il giorno di un nuovo prestigioso traguardo nella storia del Team Technipes #inEmiliaRomagna, che conquista il titolo nazionale cronosquadre Under 23, coronando una stagione già importante dal punto di vista della crescita collettiva. A firmare l'impresa...


“Don’t race, have fun”: non una semplice frase, ma la filosofia che contraddistingue la VENEtoGO, la social ride ideata da Filippo Pozzato e inserito all’interno della “Settimana Veneta” di Ride the Dreamland. Una manifestazione che si distingue per la sua...


Primo podio internazionale per Sara Casasola. La friulana della Crelan Corendon oggi si è classificata al secondo posto nella gara di Essen (Belgio) prova valida per la Challenge Exact Cross per donne elite. La venticinquenne udinese di Maiano seconda anche...


La Top Girls Fassa Bortolo si è laureata campione d'Italia cronosquadre della categoria donne elite a San Biagio di Callalta nel Trevigiano. La regazze Chiara Reghini, Marta Pavesi, Irma Siri e Sara Luccon guidate da Rigato, hanno chiuso il math...


Sono i friulani del Team Tiepolo Udine i nuovi campioni d'Italia della cronosquadra juniores maschile. Il quartetto composto da Simone Granzotto, Tomaz Lover Medeot, Christian Pighin e Davide Frigo ha impiegato 34'35".86 per coprire i 29, 4 chilometri del percorso...


La Biesse Carrera Zambelli bissa il successo dello scorso anno e si laurea per la seconda volta campione d'Italia cronosquadre della categoria donne juniores. La formazione bresciana, composta da Erja Giulia Bianchi, Giulia Zambelli, Alessia Locatelli e Maria Acuti ha conquistato il...


Non ci sono più dubbi circa il fatto che per Paul Double il 2025 rappresenti la stagione della svolta. A 29 anni compiuti e alla prima stagione in una squadra World Tour, il corridore britannico infatti non solo ha...


Si è spento nella notte Nunzio Pellicciari, ex professionista reggiano, classe 1935. Aveva corso nella massima categoria dal 1959 al 1963 vestendo le maglie della San Pellegrino, della Molteni, della Torpado e della San Pellegrino - Firte. Chiusa la carriera...


Paul Seixas è il nuovo simbolo del ciclismo francese. A 19 anni è arrivato settimo al Giro di Lombardia, un evento straordinario perché è il più giovane corridore nella storia, ad essere entrato nei primi 10 alla sua prima Classica...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024