Editoriale

di Pier Augusto Stagi

EMERGENTI. Mancano otto mesi esatti al primo mondiale di ciclismo in Africa, visto che si dovrebbero celebrare dal 21 al 28 settembre prossimo (uso il condizionale perché è evidente che in quei territori siano in atto guerre che stanno mettendo a rischio la rassegna iridata). Facciamo finta però che tutto resti così come è nei programmi e quindi avanti nel ragionamento: mancano otto mesi, ma la notizia è che mancheranno alcuni atleti: tutti i giovani - ragazze e ragazzi - di Danimarca, Belgio e Paesi Bassi, mica cotiche. Tre nazioni che ciclisticamente parlando hanno il loro peso, la loro storia e tradizione, soprattutto oggi e mi riferisco in particolare ai danesi.
La ragione è data dai costi elevati della trasferta e dai prezzi degli alberghi che sono lievitati a dismisura per intervento – si dice – della stessa Uci che ha bloccato diverse strutture con la sua agenzia e ha imposto prezzi da mille e una notte (e a nulla centrano le novelle orientali, ma mille per una notte sono gli euro…). Insomma, si parla di promozione del territorio e del turismo, ma poi si pensa immediatamente a fare cassa e il mondiale rischia di diventare una questione per pochi eletti, per quelle nazioni che se lo possono permettere. Per ricchi? Sì, diciamolo, per ricchi. Se un anno fa le camere andavano dai 250 ai 300 euro a notte, adesso le trovi a più del doppio.
Mancano otto mesi, ma c’è il fondato timore che al via della rassegna iridata mancheranno tante piccole nazioni che non avranno la forza economica per affrontare le spese di trasferta nemmeno per la prova più importante: quella riservata ai professionisti, donne e uomini. Volete una idea di costo complessivo? Si va dai 400 ai 550 mila euro per delegazione. Costi importanti, da capogiro, che impongono a moltissime Federazioni un taglio profondo dei costi: chi più chi meno, tutti sono all’opera. Nessuno escluso.
Mancano otto mesi e c’è il serio rischio di lasciare per strada quei Paesi che un tempo venivano definiti emergenti e che, adesso che sono emersi, possono anche affogare. Il problema è che ce ne sono tantissimi, e noi tra questi, che faticano a stare a galla.

CI SONO PAROLE. Ci sono parole che aiutano a vivere, quando ci sembra di morire. Ci sono parole che aiutano a capire, quando i pensieri si fanno torbidi e tetri, privi di una luce che in qualche modo può indicarci una strada. Ci sono parole che è necessario esprimere con il pudore di chi non ha la pretesa di spiegare, ma solo di capire. «Ciao Sara, sei stata un dono», sono quelle usate da mamma Marianna Piffer. «Bisogna capire anche lui, che ha distrutto una vita, ma anche la propria», ha aggiunto invece papà Lorenzo, riferendosi a quel poveruomo di settant’anni della Rotaliana, falegname in pensione che ha travolto e ucciso la povera Sara.
Ci sono parole che non riusciremmo a pronunciare e a pensare, ma c’è chi ci riesce, con la purezza di una vita spezzata. Ci sono persone che spendono parole d’odio, che generano dolore su dolore, ma c’è chi sa trasmettere amore, speranza e conforto anche quando l’unica via d’uscita ci sembra essere quella che conduce alla porta dell’inferno. La disperazione che genera disperazione, rabbia e odio. L’esatto contrario di quello che ha accompagnato queste storie: l’amore per la bicicletta.
Lo sapeva bene Sara, che il 13 maggio dello scorso anno inseguì la vittoria da dedicare al diciassettenne Matteo Lorenzi morto travolto da un furgone pochi giorni prima: la inseguì e vinse. Lo sanno bene i suoi genitori e i suoi fratelli, che continueranno a seguire le corse e a correre, come ha fatto lei e come lei avrebbe voluto. Lo sanno bene anche Michael Antonelli, morto per le conseguenze della caduta nella Firenze-Viareggio del 2018 e Giovanni Iannelli, morto in corsa nel Circuito Molinese nell’ottobre del 2019, così come Tommaso Cavorso, morto a soli 14 anni nel 2010, travolto da un furgone.
Sappiamo bene anche che è necessario lavorare tutti assieme per rendere le nostre strade più sicure, gli automobilisti più responsabili e i ciclisti più consapevoli. Ma ci sono da salvare anche le nostre corse, che rischiano lo stop, perché al dolore delle morti si sommano l’immobilità, la paura e la fuga, perché non si può più rischiare ciò che non si ha per poter garantire la regolarità di una gara. E qui ecco che è necessario che entrino in gioco la Federazione e la politica, per provare a fare qualcosa di più, per fornire sicurezza a tutti: corridori, presidenti, organizzatori e direttori di corsa.
Lo sappiamo bene che mai come in questo momento c’è da sedersi a un tavolo per provare ad alzare l’asticella dei nostri doveri, di ciò che è necessario fare in modo che i sogni delle tante Sara e dei tanti Michael, Giovanni e Tommaso non siano più infranti. Di loro deve prevalere il filo che li ha uniti e che non è certo dato dalla morte, ma da quell’amore incondizionato per la bicicletta che li ha accompagnati in vita.
In un momento terribile come questo, dove l’unica via di uscita ci sembra una bestemmia, sono le parole dolci come il miele di mamma Marianna e papà Lorenzo a confortarci. Ci aggrappiamo a loro, ben sapendo che forse vorrebbero loro aggrapparsi a noi, usando parole dal sapore di un biscotto che ci riconducono al gusto vero della vita e dell’umanità. Pensiamo a loro, ai loro figli morti, a chi li ha uccisi, mettendo a disposizione tutta la nostra voglia di vita per fare in modo che cessino queste morti.
Facciamo prevalere la nostra passione, la nostra determinazione, la nostra voglia di mutare lo stato attuale delle cose, mettendo in sicurezza i nostri figli, con il rigore di chi qualcosa vuole cambiare, senza dimenticare la parola chiave. Una parola sola, così bella e balsamica per i nostri cuori: amore. Amore per la bicicletta. Amore per chi ama questo sport così precario, in perenne equilibro tra una bestemmia e una preghiera, una tragedia e una parola dal sapore di un biscotto che mangiammo da bimbi, pedalando sul nostro cavallo d’acciaio liberato dalla morsa di quelle rotelline che ci trattenevano a terra, prima di spiccare il volo

Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Circa 40 milioni di euro di impatto economico generati con soli 6, 7 milioni di investimento pubblico: si condensa in questi ed altri dati significativi la ricaduta generata in Piemonte dalla Vuelta Espana 2025. Lo studio riguardante l’impatto economico in...


La Bahrain Victorious è lieta di confermare di aver stretto una partnership con Bianchi a partire dalla stagione 2026. Uno dei marchi di biciclette più leggendari a livello italiano e internazionale, con una storia di successo e innovazione iniziata nel...


Brugherio (MB) è pronta ad accogliere il 10 e 11 gennaio 2026 i Campionati italiani di ciclocross presso il parco Increa. L'evento è stato presentato oggi a palazzo Lombardia, alla presenza di Stefano Pedrinazzi, presidente comitato regionale Lombardia FCI, del...


Che Giro d’Italia sarà quello 2026? Verrà Jonas Vingegaard? Giulio Pellizzari sarà capitano della Red Bull Bora Hansgrohe? E poi le gare di Flamanville, Francia, seconda tappa di Coppa del Mondo di ciclocross, con Filippo Grigolini, vincitore della prova Juniores,...


La fiamma olimpica torna in Italia. Venti anni dopo Torino 2006, il simbolo a cinque cerchi illumina il nostro Paese con il significato universale che lo ammanta, segnando un passaggio fondamentale nel countdown verso Milano Cortina 2026. La cerimonia di...


La Red Bull – BORA – hansgrohe ha completato la pianificazione della formazione per il 2026 e inizierà la nuova stagione con 30 corridori. A completare l'organico è Arne Marit, che rafforza il gruppo di velocisti e specialisti delle corse...


La VF Group Bardiani-CSF Faizanè si riunirà il 5 e 6 dicembre presso i Poliambulatori San Gaetano per le visite mediche di inizio stagione. La struttura sanitaria con sedi a Thiene e Schio accompagna il team per il terzo...


Nel 2026,  la UAE Team Emirates XRG correrà nuovamente con due modelli Colnago da strada: la V5R e la Y1R. La livrea della V5R per la stagione 2026 cambierà: si abbandonerà la classica colorazione a strisce bianche e nere del 2025 per...


Paul Seixas va veloce ed è praticamente il primo corridore ad annunciare i suoi programmi per la prima parte della stagione 2026. Programmi ambiziosi... «Abbiamo costruito il mio inizio di stagione attorno a gare in cui posso davvero esprimermi e...


L'australiano Hamish McKenzie approda al WorldTour nel 2026 dopo aver firmato un nuovo contratto biennale con il Team Jayco AlUla. Il ventunenne aveva inizialmente firmato un accordo con GreenEDGE Cycling prima della stagione 2024, dopo un'eccellente esperienza come stagista. Il...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024