di Giulia De Maio
Diteci voi se ci può essere qualcosa di più meravigliosamente italiano del successo olimpico femminile su pista a Parigi 2024. Dopo la “delusione” dell’inseguimento a squadre, col mancato podio (comunque record nazionale in 4:07.579) a fronte dell’oro mondiale due anni fa nel medesimo velodromo di Saint-Quentin-en-Yvelines e col medesimo quartetto, il metallo più prezioso si è materializzato venerdì 9 agosto in una prova con meno favori del pronostico come la Madison. E in che modo: quel colpo di mano del giro guadagnato dalle due portacolori azzurre, che si sono poi presentate allo sprint finale con l’aria gioiosamente incredula di chi ha appena compiuto un’impresa, figlia di lavoro e preparazione sì, ma anche di imprevedibilità e guizzo geniale.
Guizzo, Guazza, Guazzini. Assonanza pindarica che ci porta a quel… Guazzabuglio di esuberanza e intelligenza, caratteriale e pedalante, della 23enne (compirà 24 anni a Santo Stefano) Vittoria.
La ragazza che dallo scorso decennio regala occasioni di grandi feste nella sua Poggio a Caiano. Da quando convogliava con profitto la sua tenace esplosività sulla bicicletta, al ritmo della chitarra elettrica che tanto amava suonare nella band dei Go Home e di quei Coldplay che sono i suoi preferiti. Da quando si diplomava brillantemente al liceo scientifico di Prato, pur dovendo saltare tante ore di Promessi Sposi per andare a Montichiari ad allenarsi: oltre 250 chilometri. Siamo sicuri che Fra Cristoforo e la Divina Provvidenza manzoniana l’avranno assolta per questo peccatuccio, che la stava portando e l’avrebbe portata verso un’incetta di titoli italiani ed europei giovanili sia su pista che nelle crono su strada.
Una crescita mantenuta costante tra il triennio Under 23 in Valcar, che ne ha cementato l’affiatamento con le altre cicliste italiane della sua generazione almeno quanto le Nazionali azzurre, e il passaggio di categoria del 2022 in FDJ Suez dove ha raggiunto Marta Cavalli. Il tutto parallelo all’attività “in Polizia” col gruppo sportivo Fiamme Oro. Nel 2021 il titolo continentale crono U23 a Trento, nel 2022 quello iridato a Wollongong nella stessa specialità, curiosamente ottenuto al maschile nella stagione successiva dal fidanzato Lorenzo Milesi in Scozia. Restando al 2022, ecco il già citato Mondiale pista in quartetto con Martina Fidanza, Elisa Balsamo e quella Chiara Consonni che all’Olimpiade due anni dopo avrebbe disputato con lei l’aurea Madison al posto di una Balsamo non al top della condizione.
In mezzo ai due trionfi parigini, tanta preparazione certo, con lo staff d’eccellenza coordinato dal c.t. Marco Villa, inframezzati da un 2023 avaro di soddisfazioni per colpa della frattura del bacino in primavera, seguito però da un 2024 aperto con l’oro europeo del quartetto ad Apeldoorn.
Come recita un crudo ma efficace adagio, quel che non uccide fortifica, ed eccola nel 2024 a esultare al Samyn des Dames, nella volata inaugurale del Giro dei Pirenei e nei campionati italiani a cronometro nella sua Toscana, seppur con un velo di surrealtà: il sogno tricolore sembra svanito per meno di un secondo, tuttavia Elisa Longo Borghini viene penalizzata per la distanza troppo ravvicinata tenuta dall’ammiraglia Lidl Trek ed ecco l’assegnazione del titolo proprio a lei, a “Guazza la Pazza” come viene ormai soprannominata in gruppo. Momenti di imbarazzo per Vittoria, come racconterà a Giorgia Monguzzi per il numero di luglio di questa rivista. Imbarazzo dissolto dalle ritmate note dell’inno di Mameli, che riecheggerà nelle sue orecchie e nel suo cuore nemmeno due mesi più tardi, grazie al... guizzo a cinque cerchi in coppia con la Consonni. Cronostrada ed endurance su pista brillantemente accostati, un po’ come il collega e compagno di Nazionale Filippo Ganna. Anche se il suo modello ciclistico è il supercompleto Wout Van Aert.
Un modello di vita è invece la sua famiglia, alla quale è legatissima. La sorella Virginia, che non ha abbracciato il ciclismo ma ha abbracciato, abbraccia e abbraccerà tante volte Vittoria. Mamma Beatrice, depositaria di trofei, cimeli e medaglie della figlia, oltre che di saggezza e competenza nei riguardi della professione della figlia. Papà David, “chauffeur” per tanti allenamenti e gare, nonché portatore di fortuna con la sua polo arancione d’ordinanza negli appuntamenti internazionali di Vittoria. Appena ha visto il tentativo di guadagnare il giro, ha subito assicurato al proprio omologo Corrado Consonni che quel tentativo sarebbe andato in porto. Intanto però, continuava a uscire e rientrare sugli spalti per l’ansia...
Al microfono di Giulia De Maio, nel commentare a caldo la vittoriosa Madison della sua bimba cresciuta, il felicissimo David Guazzini ha promesso di smettere di fumare. Interpellata l’indomani sull’argomento sempre dalla nostra inviata, in un’intervista doppia con Chiara Consonni che potete riascoltare nella puntata 231 del podcast BlaBlaBike, Vittoria ha detto: «Ormai l’ha annunciato pubblicamente, il prossimo che lo vede fumare gli dica qualcosa! Invece, dato che sono scaramantica, va benissimo la sua polo arancione: potrà pure sembrare un olandese, ma so che tifa per me».
Nessuna smentita, inoltre, sulla risposta data dal signor David alla domanda su cosa si debba mangiare per diventare olimpioniche: «La Nutella!» prima che la signora Beatrice intervenisse per correggere parzialmente il tiro: «E il parmigiano».
Come scrivevamo in apertura, cosa c’è di più meravigliosamente italiano di questo trionfo olimpico al femminile?
P.S. Anche Vittoria, svela la “socia” Chiara nell’intervista doppia, ha fatto un voto anni fa: se avesse vinto l’oro alle Olimpiadi, si sarebbe fatta il suo primo tatuaggio. Con affettuosa curiosità assisteremo al mantenimento della promessa, con sportivo interesse guarderemo al finale di stagione, con il focus sulla crono europea (11 settembre nel Limburgo) e sui Mondiali pista dal 16 ottobre in Danimarca.