Guazzini, tutti i sogni di Vittoria

di Giorgia Monguzzi

Vittoria Guazzini ha rincorso il titolo tricolore a cronometro per anni, una caccia lunga e intensa, ma mai pri­va di colpi di scena. La fuoriclasse del team Fdj Suez ha solo 24 anni, ma la sua esperienza in fatto di gare contro il tempo e di velodromi è ormai sconfinata tanto che è sempre più difficile tenere il conto dei successi. Salita in bici da giovanissima, per lei il ciclismo è sempre stato qualcosa di viscerale a cui ha dato anima e cuore, dividendosi tra pista e strada, senza mai sacrificare nessuna delle due ed eccellendo in entrambe.
Il titolo italiano a cronometro è sempre stato una maledizione, un percorso troppo duro o un infortunio non le consentivano mai di essere veramente della partita, poi il successo è arrivato sul serio proprio quando era pronta a rimandare come al solito la festa l’anno successivo. Sentendo il racconto di quel pomeriggio di metà giugno a Grosseto sembra di assistere a qualcosa di surreale, quasi diventa difficile mettere insieme i pezzi di una giornata che ha interrotto i 4 anni di dominio indiscusso di Elisa Longo Borghini nelle gare contro il tempo.
Il tracciato era praticamente perfetto per Vittoria, 23 km piatti in­torno a Grosseto, una prova adattissima agli specialisti e con un valore particolare per la vicinanza a casa.
«Sin dalla mattina ero un po’ agitata, ma come è giusto che sia. Mi ero allenata mol­to per la cronometro e sapevo di poter far bene, in palio c’era una ma­glia che desideravo con tutto il mio cuore e con essa anche la possibilità di essere al via della prova olimpica. Ho cercato di dare il massimo e ammetto di essere stata un po’ dispiaciuta perché alla fine ero seconda dietro la Lon­go per soli 95 centesimi. D’’altronde lei è fortissima..» ci racconta Vittoria descrivendoci quello strano pomeriggio. Il cronometro dava la vittoria alla Longo Borghini, poi però la lunga attesa per le premiazioni aveva fatto storcere il naso un po’ a tutti: c’era qualcosa che non andava. La toscana intanto era andata a cambiarsi e mai si sarebbe aspettata di scoprire al suo ritorno che la vincitrice era stata penalizzata con 20” per una scorrettezza dell’ammiraglia e che lei era diventata campionessa italiana. L’imbarazzo era palpabile ed è la stessa Vittoria a confidarci di essere stata indecisa sul da farsi.
«È stato tutto molto strano, ad Elisa ho detto che mi sentivo in imbarazzo e non sapevo cosa fare, dopo tutto non è una situazione che succede spesso. In­torno la gente urlava il mio nome e io non capivo, ero come in una bolla, ave­vo vinto ma in un modo particolare; poi sono salita sul podio e ho sentito l’inno di Mameli, a quel punto mi sono resa conto di aver vinto sul serio e mi sono emozionata».
Per Vittoria è stata come una liberazione, il tricolore addosso le ha fatto capire di avercela fatta, dopo anni di rincorse era arrivato il titolo che tanto so­gnava. A partecipare alla festa c’erano gli amici, i parenti, tutti coloro che l’avevano vista crescere sulla bici e che non incontrava da tanti anni, forse do­po tutto era destino che dovesse trionfare proprio a casa sua. Elisa Lon­go Borghini, da grande campionessa quale è, aveva accettato il verdetto della giuria e la stessa Vittoria aveva capito di essersi conquistata il successo lealmente e dopo tanti sacrifici.
«Ho impiegato un po’ di tempo per godermi il tricolore perché inizialmente ero ancora un po’ frastornata, ma posso dire che è stata una liberazione. Negli ultimi anni c’era sempre qualcosa che non andava, e finalmente l’ho conquistato» aggiunge Vittoria che intanto sta già pensando alle Olim­piadi e dopo la rassegna tricolore si è spostata subito a Montichiari per continuare a lavorare su pista. Il 2024 è sempre stato per Vittoria l’anno dei grandi obiettivi: sembrano passati pochi giorni da Tokyo 2021, il suo primo assaggio di Giochi. In quell’occasione il quartetto femminile ha chiuso in sesta posizione con la consapevolezza di es­sere solo all’inizio di un lungo cammino che avrebbe portato le atlete fino a Parigi. In questi tre anni le ragazze si sono allenate duramente sotto la guida di Marco Villa, hanno cambiato parte dello staff e preparatori, ma sono rimasti il sorriso e la voglia di fare la differenza. Vittoria Guazzini, Mar­tina Fi­danza, Elisa Bal­sa­mo, Mar­tina Alzini e Chiara Con­sonni sono delle grandi atlete ma prima di tutto amiche: cresciute a pa­ne e pi­sta han­no portato avan­ti in­sieme i loro so­gni.
«Siamo tut­te coetanee e lavoriamo una accanto all’altra da molto tempo, possiamo dire di essere praticamente cresciute insieme. Siamo unite dentro e fuori il velodromo, sia­mo sempre in contatto e abbiamo un legame unico, credo che questa nostra amicizia sia fondamentale nel quartetto perché ci permette di capirci al volo e di fidarci una dell’altra. Durante la gara tutto avviene velocemente, si è al limite sia mentalmente che fisicamente, è qualcosa in più potere aver qualcuno al proprio fianco su cui poter contare».
E ancora: «Tokyo è stata un’esperienza bellissima perché ci ha permesso di poter vivere un’Olim­piade da dentro e di capirne i meccanismi. Abbiamo assistito in prima persona al trionfo dei ragazzi e in quel momento abbiamo capito che anche noi avremmo voluto arrivare a quel punto e provare quella stessa emozione. Già dal giorno successivo in cui siamo atterrate in Italia ci siamo messe al lavoro per quell’obiettivo» prosegue Vittoria riportandoci alla mente le Olimpiadi di Tokyo fantastiche per il quartetto maschile mentre per loro sono state solo l’inizio.
Tra dedizione e sacrifici le su­per campionesse della pista hanno lavorato duramente e nel 2022 il titolo iridato ha dimostrato non solo la loro forza, ma ha fatto capire a tutti che possono essere delle reali pretendenti alle medaglie olimpiche. Le Olimpiadi sono però un mondo a parte, una grande bolla in cui tutto può succedere e in cui l’emozione può portare ai vertici co­me far cadere nel baratro.
Il 2024 di Vit­toria Guazzini è stato co­struito a puntino per permetterle di alternare attività nel velodromo e su strada rendendole complementari. Do­po un lungo inverno di allenamenti i risultati si sono subito fatti vedere, a gennaio il quartetto ha portato a casa la vittoria del campionato europeo, ma per la toscana c’è stato davvero poco tempo per riposare: già a febbraio a Le Samyn des Dames alzava le braccia al cielo per festeggiare la sua prima vittoria in linea a cui si è poi aggiunta quella nella tappa inaugurale del Tour Fe­mi­nin International des Pyre­nees.
«Era impossibile affrontare il 2024 pensando soltanto alla pista e così ho cercato di creare un calendario che mi permettesse di fare anche una bella primavera con le classiche del nord e posso dire di essere molto soddisfatta perché finalmente ho ottenuto dei ri­sultati anche su strada. In inverno con le altre ragazze del quartetto ci siamo allenate molto, la vittoria nel mese di gennaio dell’europeo è stata molto im­portante perché che ci ha dato morale, dobbiamo però considerarla solo come un punto di partenza».
I prossimi appuntamenti per Vittoria saranno le gare in pista a Gent e poi il Giro Women a servizio della squadra:  subito dopo la corsa rosa tornerà nuovamente a Montichiari. Parigi è un pen­siero costante e sempre più vicino. I giochi olimpici su pista si apriranno il 5 agosto e, oltre al quartetto, Vittoria potrebbe partecipare alla madison con Chiara Consonni o con una ritrovata Elisa Balsamo, ma prima c’è una cronometro per cui la situazione sembra tutt’altro che decisa. La prova su strada contro il tempo è fissata per il 27 luglio e con Elisa Lon­go Borghini Vittoria si gioca l’unico posto a disposizione. Secondo i piani il posto sarebbe spettato alla campionessa italiana, ma dopo il trambusto della rassegna tricolore tutto dipende dalla decisione di Marco Velo che sarà an­nun­ciata il 5 luglio. Se Elisa ci aveva detto di essere pronta a qualsiasi decisione, Vittoria è dello stesso avviso.
«A maggio sono volata a Parigi con la Na­zionale e ho visionato il percorso del­la crono, mi piace molto perché è perfetto per gli specialisti come me, ma soprattutto è in centro a Parigi, è veramente molto bello. Correre la prova a cronometro sarebbe un sogno, ma è una decisione che non dipende da me, io ed Elisa ci siamo impegnate al massimo e credo che qualsiasi scelta sarà quel­la giusta. L’Olimpiade è un’esperienza uni­ca e speciale, tra la cronometro e la pi­sta ci sarebbe anche il tempo per recuperare energie» aggiunge la toscana e nella sua voce traspare sempre un po’ di emozione come è accaduto in tutti i momenti in cui ci ha parlato delle Olimpiadi.
Parigi è vicina ed ora è il momento andarle incontro e siamo sicuri che Vittoria affronterà l’impegno olimpico con la forza e la tenacia che la contraddistinguono, ma anche con la spinta che dà una maglia di campionessa italiana sulle spalle.

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