Filippo Ganna, il re vuole il mondo

di Giulia De Maio

In Italia ha ricevuto quella che definisce «la mazzata più grossa», dall’Italia è ripartito con un nuovo titolo ma il suo sguardo va oltre, punta ad un traguardo che si chiama mondo.  
La conferma del titolo di campione d’Italia della crono e la nuova maglia tricolore da indossare per un anno in­tero rappresentano un punto fermo nel 2023 di Filippo Ganna, al giro di boa di una stagione nella quale non tutto è andato bene.
«Per come è andata mi sembra aver lavorato sulle partenze in pista: parto e mi fermo, parto e mi fermo, ma questa volta spero di tirare dritto. Dopo il week­end dei campionati italiani su stra­da, mi sono messo al lavoro per i mondiali di Glasgow, su pista e a cronometro. Non nascondo che vorrei ri­mettermi sulle spalle la maglia iridata (già conquistata nel 2020 e nel 2021, ndr). Il tricolore è stupendo, ma punto a qualcosa di più».
Per i mondiali sfoggerà una nuova po­sizione e un nuovo manubrio Pi­na­rel­lo: lo attende un luglio di lavoro intenso per preparare un inedto doppio evento. Sarà la prima volta, infatti, che i le prove mondiali su strada e su pista si disputeranno nella stessa località e soprattutto negli stessi giorni.
Ma prima, un passo indietro nel racconto: «Finora questa per me è stata una stagione di alti e bassi, la “mazzata” più grande è arrivata al Giro, per colpa del covid ho dovuto lasciare la corsa rosa con un nodo allo stomaco, ma fa parte della vita di uno sportivo rimettersi in carreggiata e ripartire. Ho avuto i classici sintomi da influenza, un forte raffreddore, mal di gola e spossatezza, per fortuna niente febbre. Nel­l’ultimo periodo prima dei tricolori mi sono allenato in altura con Matteo So­brero (che all’italiano ha chiuso ter­zo, alle spalle di Mattia Cattaneo, ndr) e il mio compagno di squadra Elia Vi­viani. Abbiamo svolto un bel blocco di lavoro ma anche qui ho avuto un intoppo: prima del Giro di Svizzera ho avuto problemi di stomaco, così la squadra mi ha dirottato alla Route d’Occitanie, dove mi sono messo a disposizione dei miei compagni. Confesso che di testa il Campionato Italiano è l’appuntamento che soffro di più perché fa sempre cal­do, ma stavolta è andato tutto bene e sono riuscito ad esprimermi sui miei valori». Per la cronaca, il piemontese della Ineos Grenadiers ha percorso i 25,7 km del percorso, impegnativo nella prima parte e più filante nella se­conda, in 32’49” volando alla media di 47,010 km/h».
E per chiudere l’argomento tricolore, un’osservazione che somiglia molto ad una proposta: «Intanto fatemi dire che è proprio bello avere tante categorie riunite nella stessa sede. La vigilia della crono, a cena ero in un ristorante e c’erano dei ragazzini che mi hanno chiesto di scattare una foto con loro. È emozionante poter trasmettere loro un sogno. Sarebbe bello tornare a vivere la Settimana Tricolore come qualche an­no fa».
Sulle strade del Trentino Ganna ha conquistato il suo quarto titolo italiano della crono negli ultimi cinque anni ma come ha ribadito, l’Italia gli va un po’ stretta...
«Quella della crono mondiale è un’idea che mi stimola molto, tornare ad indossare quella maglia è un grande desiderio che ho. Al momento non ho ancora visionato il percorso di Glasgow, il ct Marco Velo mi ha spiegato che è un tracciato regolare con gli ultimi 800 me­tri in salita. La pista? Al momento con Marco Villa non abbiamo ancora stilato un programma di gare, ci siamo visti per lavorare insieme un paio di giorni prima dei Tricolori e lo abbiamo fatto anche dopo. Adesso vedremo di incastrare qualche altra sessione di la­voro tra il periodo in altura e le gare su strada che sarò chiamato a disputare. Per il momento sono iscritto al Giro di Vallona di fine luglio, ma nei prossimi giorni studieremo il programma nel dettaglio con i tecnici della Ineos Gre­nadiers».
Il primo obiettivo?
«Tornare a pedalare  in gruppo con continuità e senza staccarmi, come in­vece è accaduto al Giro d’Italia prima del ritiro. A proposito di Giro, ho letto critiche del tutto ingiuste per il poco spettacolo. Avete idea di cosa voglia dire andare così forte in salita, quando 20 o 30 corridori pedalano a tutta? È come pensare ad auto tutte lanciate a 200 all’ora in autostrada: quanti sorpassi si vedrebbero? Bene, lo stesso vale per le tappe del Giro...».
In un modo o nell’altro, la questione con Top Ganna finisce sempre sulla velocità...

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