Marta Cavalli, wonder woman

di Nicolò Vallone

Cento per cento. Questa percentuale, simbolo di piena compiutezza, è la cifra sintetica dell’ampia tavola ro­tonda con cui Marta Ca­valli ha annunciato il prolungamento di contratto con la FDJ SUEZ Futuroscope fino al 2024.
«Non ho avuto dubbi a rinnovare con loro nonostante avessi ricevuto altre of­ferte molto importanti: qui so di po­ter lavorare su me stessa e dare sempre il 100%»
Ovvero: non guardo al soldo, ma al so­do. Nel team francese c’è un progetto tecnico virtuoso che si sta sviluppando, con una crescita costante mirata all’obiettivo Olimpiade di Parigi 2024. Que­sto conta più di ogni altro aspetto nel decidere il futuro di breve-medio termine.
«Dopo un periodo d’incertezza dovuto all’infortunio, mi sono lasciata tutto alle spalle e la strada davanti a me è più chiara: fisicamente sono già tornata al 100%, adesso devo solo riacquisire la piena forma»
Ovvero: quel tremendo colpo di frusta ricevuto al Tour de France da un missile australiano di nome Nicole Frain, spartiacque di una stagione spaccata a metà, è acqua passata.
«Ci siamo presi anche più tempo del dovuto, rinunciando al Mondiale di Wollongong, per evitare ogni minimo rischio ed esser certi che io rientrassi in sella completamente ristabilita ed essere la stessa Marta di prima. Pos­si­bil­mente, ancora più forte».
Voglia, convinzione, lucidità, saggezza. Il tutto a rinforzare una solida base di talento, preservato e stimolato da un’équipe professionale e un contesto familiare (quel mix di persone vicine che lei ama chiamare “il team Marta”) ideali per procedere senza in­toppi. Ecco, questi sono gli ingredienti che formano il 100% della ventiquattrenne ciclista cremonese. E che le potranno permettere di andare al di sopra di tale soglia così rotonda e confortante, per co­struire a poco a poco quel 101%, 102%, 103% e via discorrendo che fa la differenza tra la giovane campionessa di oggi e la matura fuoriclasse che auspichiamo domani o dopodomani.
Dopo aver riassaporato le corse a ottobre con top ten al Giro dell’Emilia e partecipazioni a Tre Valli Varesine e Giro di Romandia, e aver messo la fir­ma sul rinnovo in FDJ il mese dopo, Marta Cavalli scalda i motori tra Bassa Lombarda e Comunità Valenciana per un 2023 ricco di vibrante curiosità e sana ambizione.
Al netto di ulteriori gare inserite in corso d’opera, il fil rouge del suo calendario febbraio-luglio presenterà un percorso dalle due parti ben distinte.
La prima è caratterizzata, seppur non esclusivamente, soprattutto dal terreno di caccia prediletto: le classiche, che in Marta suscitano particolare emozione poiché scatenano l’istinto, senza il gio­co di calcoli e varianti delle corse a tappe. Esordio stagionale all’UAE Tour, poi la Strade Bianche, quindi il blocco delle Ardenne, che nell’aprile 2022 le ha portato la vittoria di Amstel Gold Race e Freccia Vallone. Il sogno rovente, a parte i bis di Amstel e Freccia - pourquoi pas? - sarà ora completare l’opera con la Liegi-Bastogne-Liegi, dove l’annata passata è stata “so­lo” sesta. (Il terzo successo stagionale, ricordiamolo per dovere di cronaca, è invece arrivato a giugno sulle Alpi, nella meno prestigiosa ma non meno suggestiva Mont Ventoux Dénivelé).
La seconda parte del programma si sposterà decisamente sulle gare da ol­tre una settimana. E non gare qualsiasi. Marta disputerà infatti sia il Giro Rosa che il Tour femminile, esattamente co­me fatto sei mesi or sono.
Alla Corsa Rosa per ripetere le ottime prestazioni e rinnovare il duello con un’Annemiek Van Vleuten all’ultimo... Giro di giostra.
Alla Grande Boucle per esorcizzare quanto accaduto e riuscire a completarla, e far innamorare il pubblico francese nella Course per eccellenza. Del re­sto, Marta ha scoperto di essere un’atleta che migliora la propria condizione di giorno in giorno nelle corse lunghe. Se riesce a perfezionare le prestazioni a cronometro, lo sgambetto a qualsiasi forte avversaria è dietro l’angolo. A certificarlo, il direttore delle performance FDJ Flavien Soenen: «Avendola osservata per due anni, posso dire che lei ha tutto per essere una delle cicliste più forti al mondo e poter affrontare Giro e Tour allo stesso livello.»
Senza dimenticare infine che pochi giorni dopo la Grande Boucle , a inizio agosto, ci sarà il Mondiale scozzese...
Le nuove sfide comunque non riguardano solo le competizioni. Marta, che l’11 novembre ha partecipato alla trentesima edizione del Giorno della Scor­ta come testimonial della sicurezza sulle strade, sta lavorando con lo sponsor tecnico Gobik alla realizzazione di un abbigliamento ciclistico ultra-visibile, un progetto degno degli applausi più meritati.
Ironia della sorte, il 21 dicembre è sta­ta urtata mentre si allenava in bici vicino casa sua da un automobilista che ha fatto una manovra imprudente, non l’ha vista in tempo e l’ha colpita con uno specchietto. Uscita per fortuna indenne dal tamponamento mattutino, Marta lo stesso giorno ha poi raggiunto Firenze dove è stata ospite d’eccezione alla presentazione ufficiale del “grand départ en Italie” del Tour de France 2024.
Chi meglio di lei, alfiera italiana della FDJ, per unificare le due sponde delle Alpi (e delle Ardenne)?

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