È un Tour che fa discutere

di Paolo Broggi

Un Tour che spiazza e che divide. Un Tour che fa di­scutere, un percorso che non andrà né a sud né a nord, ma che taglierà quasi in due la Francia.
Più montagne che in passato (anche se manacno tanti mostri sacri), meno chilometri a cronometro - anzi una crono sola che guarda all’insu -, lo storico ritorno del Puy de Dome, le Alpi a decidere le sorti della corsa, i Vosgi a mettere la parola fine ai giochi. È il Tour de France 2023, il numero 110 della storia nel 120esimo anniversario della prima edizione, il Tour che celebra i 70 anni della maglia verde.
Sono 30 i gran premi della montagna, lo scorso anno erano 23, nel 2021 furono 27 e 29 nel 2020: è un Tour duro, che propone tante difficoltà e che sulla carta strizza l'occhio al suo ultimo re Jonas Vingegaard, l'uomo che nessuno ha staccato in salita e che nel nuovo percorso trova solo da sorridere.
Ma andiamo con ordine. Già annunciata da tempo la partenza da Bilbao: in terra basca si disputeranno due tappe non semplici (la prima misura 3.300 metri di dislivello, la seconda sarà la più lunga dell'intero tracciato con i suoi 209 km) anche perché di pianura in queste lande ce n'è poca davvero. Ovviamente la geografia impone scelte inevitabili, quindi - dopo le prevedibili volate di Bayonne e di Nogaro - i Pi­renei in questa edizione del Tour sa­ranno affrontati molto presto. La quinta tappa propone il Col de Soudet e il Col de Marie Blanque prima della picchiata su Laruns (qui vittorie di Roglic nel 2018 e Pogacar nel 2020), mentre il menù della sesta prevede Col d’Aspin e Col du Tourmalet prima dell’arrivo in salita a Cauterest-Cambasque.
Dopo i Pirenei si toccano Bordeaux e Limoges (finale con un arrivo all’insù, sul pavé,  nel cuore della città) poi si comincia la traversata della Francia da ovest a est addentrandosi nel Mas­sic­cio Centrale. La prima settimana di cor­sa si concluderà in vetta al Puy de Do­me, il più alto vulcano spento dell’Au­vergne, teatro del mitico spalla a spalla tra Anquetil e Poulidor (era il 12 luglio del 1964, la tappa partirà fra l’altro dal Saint Léonard de Noblat, paese natale di Poupou), traguardo che il Tour non tocca dal 1988. Ultimi quattro chilometri senza pubblico perché la strada si inerpica nel cuore del bellissimo parco naturale dei vulcani.
Le tappe a seguire, con i traguardi di Issoire e Moulins (traguardo che rende omaggio a Raphael Geminiani), sono tutt’altro che rilassanti e avvicinano all’appuntamento con le Alpi. Nella dodicesima frazione si scalano il Col de la Croix Montmain e altre quattro salite non durissime ma capaci di regalare un finale scoppiettante con traguardo in discesa. E l’indomani c’è l’arrivo in salita sul Grand Colombier.
A seguire, due tapponi. Il primo da An­nemasse a Morzine propone Col de Cou, Col du Feu, Col de la Ramaz e Col de Joux Plane con arrivo in discesa, il secondo da Les Gets a Saint-Ger­vais Mont-Blanc propone Col de la For­claz de Montmin, Col de la Croix Fry e Côte des Amerands prima dell’arrivo in salita (4.300 i metri di dislivello).
Secondo giorno di riposo nelle Alpi e ripartenza con l’unica tappa a cronometro della corsa, la Passy-Combloux di 22 km con la Côte de Domancy (che riporta alla mente il trionfo mondiale di Hinault nel 1980) e la parte finale tutta in salita al 9%. Solo nel 2015 il Tour ha affrontato meno chilometri a cronometro, furono 13,8 ma c’era una cronosquadre. «Le crono tendono a paralizzare la corsa» è stata la spiegazione che Christian Prudhomme ha dato alla scelta adottata.
Il terzo tappone alpino porta da Saint-Gervais a Courchevel, dove nel 2000 Marco Pantani firmò la sua ultima vittoria. Si affrontano Col de Sai­sies, Cor­met de Roseland, Cote de Lon­gefoy (attenzione alla discesa molto tecnica) e Col de la Loze (tetto del Tour a quo­ta 2.304 metri): con i suoi 5.100 metri di dislivello è la tappa più dura del Tour 2023.
Seguono due tappe relativamente tranquille toccando Bourg-en-Bresse e Poligny e infine il grande spettacolo finale sui Vosgi, con una tappa breve - di soli 133 km - ma con addirittura sei salite, a cominciare dal Ballon d’Alsace proprio in apertura, per concludere a Le Markstein Fellering. Da lì si volerà a Parigi.
In totale il dossier parla di 8 tappe di pianura, 8 di montagna e 4 arrivi in sa­lita, di abbuoni (10”, 6” e 4”) ai traguardi e di point-bonus (8”, 5” e 2”) su sei salite, di 56.000 metri di dislivello complesivo. Tour Bello? Tour Brutto? Lo scopriremo solo a luglio.

Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Si avvicina l'appuntamento con La Notte degli Oscar, che segna la conclusione ideale della stagione 2025 e traghetta verso una nuova avventura. Di scena ci saranno, come sempre, i migliori atleti dell'anno in ogni categoria: ve ne presentiamo uno al...


La Unibet Rose Rockets non vuole lasciare nulla al caso e per far sì che la prossima stagione sia ancora più ricca di vittorie e inviti a corse di primissimo piano ha deciso di affidarsi per il 2026 a...


C’è tanta storia nella Bologna-Raticosa una delle corse più anziane del calendario italiano dei dilettanti. Nasce nel 1931 e muore nel 2013. A promuoverla fu il Velo Sport Reno 1908 presieduto da Zoni che in un secondo tempo passò nelle...


È un appuntamento che racconta il ciclismo veronese da ben trentuno anni: quella che vedete è la copertina dell’almanacco 2025 del ciclismo veronese edizione numero 31. Racconta l'autore Luciano Purgato: «Quest’anno abbiamo voluto premiare la tenacia di Debora Silvestri (Laboral Kutxa...


“I coperchini. Anche qui il nome è locale. Sono i tappi a corona delle bibite, detti anche tappini o tollini a Milano, grette a Genova, fino a un misterioso sinàlcol a Parma, ma chissà in quanti altri modi li avranno...


Dopo la drammatica caduta al Giro di Polonia dalla quale per fortuna si è ristabilito dopo le non poche apprensioni tornando a salire nuovamente in bicicletta, non poteva che essere assegnato a Filippo Baroncini il 21° Premio Coraggio e Avanti,...


L’aggiornamento dei direttori di corsa dell’Emilia-Romagna, tenutosi a Bologna presso la sede della “BCC Emilbanca”, è certamente uno di quegli appuntamenti che lasciano soddisfatti per organizzazione, concretezza, serietà dei temi e qualità dei relatori, senza segni di polemica tranne...


Tanto sole ma anche tanto freddo hanno accompagnato la 4a edizione di Turin International Cyclocross. Al Velodromo Francone di San Francesco al Campo si è corsa la 2a  prova del Selle Smp Master Cross a cui hanno partecipato quasi 450...


Le maglie iridate degli junior Alessio Magagnotti e di Agata Campana, quelle tricolori di Giorgia Nervo, Maya Ferrante, Nicole Azzetti e Chiara Mattei. Il ciclismo trentino ha vissuto un 2025 esaltante, dando seguito a una tradizione radicata sul territorio: i...


«Un secolo di Forti e Veloci». È questo il titolo del libro celebrativo dei cento anni del Club Ciclistico Forti e Veloci, che ha chiamato a raccolta all’auditorium Sant’Orsola di Cirè di Pergine Valsugana tutti i propri atleti ed ex...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024