Editoriale

di Pier Augusto Stagi

L’ARTICOLO 3. È uno degli argomenti caldi di questo rigido e sofferto inverno. È il caso di Giulio Pellizzari e Alessandro Pinarello, che sono diventati argomento di discussione, tra un articolo 3 che regolamenta l’abilitazione al professionismo (almeno tre anni nelle categorie minori, una da junior e due da under 23, unico Paese al mondo a prevedere tale regola) e qualche carta bollata per liberare questi due giovani classe 2003 che, loro malgrado, sono diventate figure paradigmatiche.
Non ho mai amato le formazioni Continental, anche perché dalle nostre parti, nonostante le crisi di vocazione, si respira tutt’altra aria. Le Under 23 sono un’esigenza italiana, perché nonostante si pensi che siamo alla canna del gas, rispetto al resto del mondo abbiamo molta più materia prima. Le Continental sono nate come formazioni dilettantistiche “rinforzate”, create con lo scopo di far crescere senza pressioni e a livello internazionale i nostri giovani più promettenti, anche se da anni molti di questi sono finiti regolarmente all’estero, in formazioni di sviluppo di World Tour: DSM, Alpecin, Jumbo, così come dai transalpini della Groupama.
Lorenzo Ursella, tanto per fare un nome, quest’anno finirà nel vivaio della DSM in una sorta di staffetta con Garofoli che quest’anno ha traslocato all’Astana “expoir”. In passato, per fare un altro esempio, alla Groupama sono approdati sia Scaroni che Manfredi.
Un anno fa sono passati nel World Tour con deroga “pandemica” Antonio Tiberi e Andrea Piccolo, dopo aver sostenuto solo un anno tra gli under 23. Adesso, però, si discute animatamente per Alessandro Pinarello e Giulio Pellizzari: il primo trevigiano della Borgo Molino, il secondo marchigiano di Camerino della Unione Ciclistica Foligno. Entrambi talenti juniores di livello nazionale.
Perché tanto vociare? Perché non finiscono né all’estero, né in una Continental, ma nel nucleo giovani creato ad hoc quest’anno dalla Bardiani Csf Faizané. Un salto triplo che manda in bestia parte del movimento, come se fosse la prima volta. La cosa che però mi colpisce è la dicotomia di pensiero che esiste tra il desiderio di aprirsi al mondo e quello di chiuderlo a tre mandate, con questo ridicolo sorpassato e stantio articolo 3. Tutto bene se alcuni ragazzini corrono corse promiscue con i professionisti ma con maglie di team Continental (spacciate per professionistiche…), ma guai se lo fanno e lo faranno con la casacca della Bardiani Csf Faizané e consimili. Non importa che i Reverberi abbiano deciso di creare una vera e propria “enclave” di ragazzini (8) all’interno del proprio team Professional, due dei quali provenienti direttamente dalla categoria juniores, chiaramente con l’impegno e l’intento di far svolgere loro solo attività “leggera”, solo da under 23.
So che l’argomento è delicato (ne sto parlando proprio per questo), ma temo che in questo momento, come spesso accade, prevalga solo il mai sopito sentimento del rancore e dell’invidia. Se un team Continental, ben strutturato, come Colpack, Zalf, Work Service, Beltrami e altri, corre contro team meno attrezzati di Under 23 va bene, ma se questi devono farlo contro la “green-line” di ragazzini della Bardiani Csf Faizané girano i cosiddetti: francamente non mi sembra né bello, né tantomeno elegante.
Il problema nasce da lontano, dalla recente abitudine di portare i nostri migliori elementi direttamente all’estero e in formazioni di World Tour e dintorni, così ai team Professional italiani, con tutto il rispetto, in questi anni sono rimasti spesso solo gli scarti, le seconde scelte. I Reverberi hanno capito che c’è da invertire il flusso, con un cambio di rotta. Se si vuole sperare di tirare fuori qualche ragazzo di talento e tenerlo tra le mura di casa nel Belpaese, è necessario muoversi per tempo. Aumenteranno i costi per i team Continental? Probabilmente sì, anche se non è detto, ma in un mondo globale però è anacronistico porre ancora questo tipo di vincolo.
Uno come lo spagnolo Juan Ayuso, classe 2002, da noi non potrebbe correre nella massima serie, invece lo scorso anno ha vinto quello che ha vinto fino a giugno in maglia Colpack e a 19 anni è passato professionista con la Uae Emirates, gareggiando fin dal subito con i professionisti. Con il nostro regolamento non ci sarebbero né Remco Evenepoel né tantomeno Tadej Pogacar.
È chiaro che una soluzione c’è: far diventare Pinarello e Pellizzari stranieri, portare la loro residenza all’estero, ma questa sarebbe una sconfitta per tutti, soprattutto per la nostra Federazione che fatica a comprendere che il mondo è cambiato. Ruggero Cazzaniga - vice presidente della nostra Federciclismo - ha già messo in guardia tutti: chi va all’estero non vestirà più la maglia azzurra! Come se a perderci fossero solo Pellizzari, Pinarello o la Bardiani Csf Faizané.
 
P.S. Dimenticavo: fate sapere al suddetto Ruggero Cazzaniga che Filippo Ganna, Elia Viviani, Vincenzo Nibali, Matteo Trentin, Davide Formolo, Diego Ulissi, Alberto Bettiol, tanto per citare solo qualche nome, sono tutti residenti all’estero. Buon Anno.

Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Al britannico Lewis Askey bastano gli ultimi 500 metri per aggiudicarsi l'85sima edizione della Boucles de l'Aulne-Châteaulin valida per la Coppa di Francia. Perentorio e decisivo lo scatto del portacolori della Groupama FDJ in vista del traguardo e per Askey...


Era l'atleta più attesa e Demi Vollering non ha sbagliato il colpo prendendosi di potenza una delle tappe più dure della Vuelta Femenina by Carrefour e la maglia roja di leader della generale. La fuoriclasse olandese ha dominato la salita...


Subito protagonisti gli azzurri alla Corsa della Pace juniores che oggi ha preso il via da Litoměřice con la prima frazione di 109 chilometri. Mattia Agostinacchio e Alessio Magagnotti chiudono infatti in seconda e terza posizione anticipati soltanto dall'olandese Gijs...


Dopo il Gran Premio Liberazione di Roma Paula Blasi conclude a braccia alzate anche la Pointe du Raz Ladies Classic che si è disputata oggi in Francia. La 22enne spagnola della UAE ha staccato di 7” la britannica Lauren Dickson,...


Il Rubino in casa Vittoria è un pneumatico iconico, un prodotto particolarmente apprezzato da chi pedala ogni giorno. Oggi il nuovo Rubino torna in aula versione completamente rinnovata che si pone al centro della gamma stradale Vittoria. Pur restando un...


Tutti in piedi davanti al dottore in ingegneria Ernesto Colnago! Il Politecnico di Milano ha conferito oggi la Laurea Magistrale ad Honorem in Mechanical Engineering - Ingegneria Meccanica al grande costruttore brianzolo che, a 93 anni, ha incantato una platea...


Cresce l'attesa per il Giro d'Italia il cui viaggio comincerà domani con la Durazzo-Tirana per concludersi il 1 giugno a Roma dopo 21 tappe. Le 23 squadre partecipanti hanno ufficializzato i nomi dei 184 protagonisti di questa edizione della Corsa Rosa. I...


La Vuelta Espana di Pauline Ferrand-Prévot si conclude a Golmayo, prima della partenza della difficile quinta tappa che si concluderà in quota a Lagunas de Neila. La francese della Visma Lease a Bike, vincitrice Paris-Roubaix Femmes, e venticinquesima nella classifica...


Si apre all'insegna di Dusan Rajovic il Tour de Kumano. Il serbo della Solution Tech Vini Fantini fa centro nella prima tappa di Inami (125) a conferma di uno stato di forma eccezionale. Ottava vittoria per Rajovic che regola in...


Una scossa, una notizia a sorpresa. GreenEDGE Cycling annuncia una ristrutturazione del Performance Group che vedrà Matthew White lasciare l'organizzazione con effetto immediato, segnando la fine di un capitolo straordinario nella storia del team. Si legge nel comunicato ufficiale...


TBRADIO

-

00:00
00:00
SONDAGGIO
30 ANNI DI TUTTOBICI, VOTATE LA COPERTINA PIU' BELLA
Trenta copertine per raccontare la nostra storia: scegliete quella che per voi è la "copertina delle copertine"





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024