Zona azzurra
di Cristiano Gatti
Non ho problemi a rivelare le mie opinioni, senza neppure ricorrere ai mimetismi da vermi che usano in quest’epoca contemporanea di leoni web travestiti da Pippo51 e Jacky1960 (brevissima parentesi: neppure si accorgono più della loro miseria, questi mezzi uomini, neppure quando arrivano al grottesco di mandare via web le condoglianze per un morto, sei stato un grande, ci mancherai sempre, un abbraccio alla famiglia”, Pippo51). Ad ogni buon conto, rientrando dal giro largo: non mi nascondo e anzi con molta soddisfazione confesso di aver votato Marco Villa nel sondaggio di tuttobiciweb per scegliere il tecnico dell’anno. Gli altri nominati e proposti nella griglia del voto sono tutti bravi, chi più e chi meno, ma di fronte al nome di Marco Villa non ho esitato neppure un secondo. Cliccando - avrei cliccato mille volte - mi sono pure detto: era ora. Cos’altro deve fare ancora Villa per vincere?
È così bello, dolce, tonificante riuscire ogni tanto a parlare bene di qualcuno. A me riempie i polmoni di aria buona e l’anima di pensieri leggeri. Così, l’idea che finalmente la persona e il lavoro di Marco Villa ricevano un simile riconoscimento mi regala un minuto di vero sollievo. Naturalmente, accresciuto dalla constatazione che a pensarla come me sono in tantissimi, a giudicare dai risultati finali. E se li conosco un po’, sono sicuro che ne siano ugualmente felici pure gli altri tecnici della classifica. Testimonianza personale: in questo ambiente dove niente regala niente a nessuno, dove anzi è più facile che la gente imbracci la motosega per fare a pezzi - solitamente alle spalle - gli altri addetti ai lavori, proprio in questo ambiente non ho mai incontrato nessuno che mi abbia parlato male di Villa. Magari sono molto fortunato, però è così. E ciondolo in questo ambiente da un bel po’ di anni, ormai quasi un’era geologica.
Non credo che neppure Villa sia santo ed eroe. Credo che pure lui sia peccatore. Per cui, inviterei gli odiatori a risparmiarsi la fatica di attivare subito la loro efficientissima macchina del fango, rivelando chissà quali nefandezze sul personaggio. A me personalmente non interessano. Con tutti i difetti e i limiti umani che ognuno si porta dietro, Villa resta comunque di segno più, perchè il suo lavoro è lì a dimostrarlo. Le medaglie, certo. Ma un tecnico - un maestro - non si giudica solo dalle medaglie dei suoi allievi. Tanto per non fare nomi, ricordo ai faciloni così lesti nel giudicare gli uomini dalle loro vittorie, che Seneca fu per lungo tempo maestro di Nerone: questo solo per dire come qualsiasi insegnamento, anche il migliore, non garantisca matematicamente ottimi risultati. Ma resta inteso che una sconfitta o un fallimento non sminuiscono il valore dell’insegnamento. Villa comunque ha anche un bel medagliere, sufficiente a tenere buoni persino quelli che nella vita sono capaci solo di contare, mai di pesare. Prima ancora di questa argenteria, però, Marco va accreditato di tanta passione, tanta umiltà, tanta tenacia, e con questo mi rendo conto d’aver sparato un tris di virtù completamente fuori tempo e fuori moda. Non importa: anche se obsolete e rinnegate nei tempi della forma e dell’apparenza, restano qualità eterne, perché hanno a che fare con la sostanza. Villa, oltretutto, continua da anni ad applicare il suo protocollo in zona azzurra, stabilmente azzurra, tenendo in piedi con le unghie un settore continuamente bombardato da mille contrarietà e accidenti, non ultima una diffusa insensibilità (mi ci metto anch’io, che la pista l’ho amata davvero solo ai tempi di Maspes e della Sei Giorni, quando la Sei Giorni era la Sei Giorni). Nonostante tutto, Villa va avanti da anni per la sua strada. Credendoci. Che è il fattore X fondamentale. Facendo il tecnico, facendo la persona seria. Io, onestamente, non chiedo di più per dare il mio voto: è il mio simbolico abbraccio a un modo di fare e a un modo di essere.
Certo è un vero peccato che non ci si possa ritrovare tutti fisicamente ad applaudire il vincitore. Il taciturno, lo schivo, l’introverso Marco si meriterebbe il rossore per una bella festa tutta sua. Ma ci sarà modo. Qualcuno, magari, arriverà persino a dire che cosa sarà mai questa vittoria, in fondo non porta a casa neppure un assegno, neppure un trofeo, niente da godersi con la libidine tattile delle cose concrete. A questi possiamo rispondere facilmente: tranquilli, ci sono cose che non costano nulla, ma che hanno un valore incalcolabile. La vittoria in questo sondaggio popolare è una di queste. Sono sicuro che Villa la prenda così, posandola in prima fila sulla mensola dei ricordi migliori.