Rapporti&Relazioni

I vecchi tempi

di Gian Paolo Ormezzano

Mi provo, mi misuro, forse mi infogno con i miei (e non solo) “vecchi tempi”. Confronto sempre in­trigante, ancor più quando viene voglia di privilegiare la dizione “vecchi tempi” (magari voglia soltanto per via di una squallida base anagrafica, però sempre legittima) rispetto ad “ai miei vecchi tempi”, un “ai miei tempi”, più corto e ru­vido: e non lo si fa soltanto per il timore di apparire scaduto, o quan­to meno scadente.
Do per scontato che chi legge ab­bia capito l’assunto, e perigliosamente lo completo: intendo come “vecchi tempi” quelli giornalistici, anche perché il giornalismo (sportivo) ha riempito davvero larghissima parte della mia vita (e arridaje, riscivolo nell“ai miei vecchi tem­pi”), e intendo soprattutto il giornalismo ciclistico, quello che mi ha connotato per tanti anni. Per­ché in fondo ho cominciato a essere pre­so sul serio al giornale quando il 2 gennaio 1960 Fau­sto Coppi, anziché patire uno dei suoi soliti guai fisici superabili e superati, è morto all’ospedale di Tortona, dando co­sì pe­so, triste ma fisiologico, al mio modesto reportage.

Quell’anno è stato per me anche l’anno giornalistico della mia prima Olim­pia­de di ventiquattro (Gio­chi invernali di Squaw Valley, California, Usa), del Tour vittorioso di Ga­stone Nencini, dell’Olimpiade estiva di Roma con vittoria del mio amico/fratello Livio Berruti. Due a due, se vogliamo, fra ciclismo e Olimpiade. E per me niente calcio da scrivere, da frequentare lavorativamente nel bene o nel male: ho vissuto la serie B 1959-60, quella della prima retrocessione del mio To­ro da tifoso, da giornalista im­potente, in redazione deriso dai colleghi juventini.

Pronti-via, ordunque. Per regola dialettica fissa, quando non anche per po­stulato o addirittura per dogma, i “vecchi tempi” sono migliori dei tempi nuovi e anche di tutti i tem­pi possibili: per ricordi belli, positivi, per forti echi lunghi, per profumi comunque di nostalgia in chi li ha vissuti, per invidia e voglia fis­sa di sospirare in chi adesso li vorrebbe vivere, sicuro che gli da­rebbero comunque più di ciò che passa il convento adesso, o semplicemente perché sì. O addirittura perché proprio sono stati migliori dei tempi attuali, lo diciamo noi dei vecchi tempi e lo dicono quelli dei tempi nuovi.
Ai miei vecchi tempi nel ciclismo furoreggiavano ancora i giornalisti cantori, alcuni magari sgrammaticati ma tutti innamorati di questo sport e tendenti a deificarlo. Di al­cuni di loro sono stato giovane pag­gio. Come i poeti del dolce stil novo erano pazzi d’amore le loro donne e però, onde divinizzarle meglio, evitavano di frequentarle così da non rischiare di scoprirle, magari alla prova-palpeggio, troppo terrene, così i cantori evitavano di seguire da vicino i corridori, ca­somai li aspettavano sulle montagne scrutandoli da alti tornanti lontani e poi via verso l’arrivo, se c’era tempo passando al ristorantino, altrimenti arrivando alla località del traguardo in tempo per cu­rare bene la prenotazione presso il meglio ristorantone per la grande cena.

Ai “miei vecchi tempi” il re­portage doveva avere due pregi, o due caratteristiche (fate voi): essere lun­go, visto che si dovevano riempire pagine su pagine del quotidiano, ed essere trasmesso sempre con urgenza, vi­sto che le comunicazioni erano sempre un problema. La cosiddetta qualità era un optional, come anche la raccolta di elementi che arricchissero e intanto confermassero, rassodassero il resoconto (mi­ca c’era la televisione a offrire tutto o quasi). Ai “miei vecchi tem­pi” si mangiava magari meglio (co­munque senza inquinamenti alimentari) ma si dormiva sicuramente peggio, la rete alberghiera es­sendo ancora misera o nel migliore dei casi modesta. E quanto al dormire in auto durante la corsa (sto sempre parlando di giornalismo sportivo ciclistico), le vetture mica erano confortevoli, rassicuranti, rilassanti come quelle di adesso.

Ai miei vecchi tempi il giornalista del gruppo cantori era ritenuto una sorta di nume, i corridori si mettevano in coda per accedere a lui e omaggiarlo, le conferenze-stampa diciamo generalistiche, cioè con distribuzione di aria fritta, non erano ancora state inventate. Ciclisti illustri, campioni grandi mi hanno detto che pedalavano condizionati dal cantore che sul giornale poteva distruggerli o ulteriormente innalzarli.
Potrei andare avanti per tante ri­ghe ancora, dissacrando ma anche celebrando, criticando ma anche apprezzando. Per questa volta, per questo appuntamento credo sia co­sa buona e giusta e persino bella il  prospettare il tema, svolgerlo per una parte, inaugurare anche una riflessione (chiedo, spero troppo? se sì, mi scuso). A chi co­munque vuole inchiodarmi  con la domanda se i vecchi miei tempi erano migliori dei tempi attuali segnalo la Costituzione che sacralizza la libertà di pensiero, di opinioni, ma al tempo stesso scrivo qui che ho la ri­sposta tranciante, as­soluta, sicura, ferma, definitiva, dogmatica, perentoria, dirimente, assorbente, onnicomprensiva, iperconcludente: boh.

Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Si avvicina l'appuntamento con La Notte degli Oscar, che segna la conclusione ideale della stagione 2025 e traghetta verso una nuova avventura. Di scena ci saranno, come sempre, i migliori atleti dell'anno in ogni categoria: ve ne presentiamo uno al...


La Unibet Rose Rockets non vuole lasciare nulla al caso e per far sì che la prossima stagione sia ancora più ricca di vittorie e inviti a corse di primissimo piano ha deciso di affidarsi per il 2026 a...


C’è tanta storia nella Bologna-Raticosa una delle corse più anziane del calendario italiano dei dilettanti. Nasce nel 1931 e muore nel 2013. A promuoverla fu il Velo Sport Reno 1908 presieduto da Zoni che in un secondo tempo passò nelle...


È un appuntamento che racconta il ciclismo veronese da ben trentuno anni: quella che vedete è la copertina dell’almanacco 2025 del ciclismo veronese edizione numero 31. Racconta l'autore Luciano Purgato: «Quest’anno abbiamo voluto premiare la tenacia di Debora Silvestri (Laboral Kutxa...


“I coperchini. Anche qui il nome è locale. Sono i tappi a corona delle bibite, detti anche tappini o tollini a Milano, grette a Genova, fino a un misterioso sinàlcol a Parma, ma chissà in quanti altri modi li avranno...


Dopo la drammatica caduta al Giro di Polonia dalla quale per fortuna si è ristabilito dopo le non poche apprensioni tornando a salire nuovamente in bicicletta, non poteva che essere assegnato a Filippo Baroncini il 21° Premio Coraggio e Avanti,...


L’aggiornamento dei direttori di corsa dell’Emilia-Romagna, tenutosi a Bologna presso la sede della “BCC Emilbanca”, è certamente uno di quegli appuntamenti che lasciano soddisfatti per organizzazione, concretezza, serietà dei temi e qualità dei relatori, senza segni di polemica tranne...


Tanto sole ma anche tanto freddo hanno accompagnato la 4a edizione di Turin International Cyclocross. Al Velodromo Francone di San Francesco al Campo si è corsa la 2a  prova del Selle Smp Master Cross a cui hanno partecipato quasi 450...


Le maglie iridate degli junior Alessio Magagnotti e di Agata Campana, quelle tricolori di Giorgia Nervo, Maya Ferrante, Nicole Azzetti e Chiara Mattei. Il ciclismo trentino ha vissuto un 2025 esaltante, dando seguito a una tradizione radicata sul territorio: i...


«Un secolo di Forti e Veloci». È questo il titolo del libro celebrativo dei cento anni del Club Ciclistico Forti e Veloci, che ha chiamato a raccolta all’auditorium Sant’Orsola di Cirè di Pergine Valsugana tutti i propri atleti ed ex...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024