Gli ottant'anni del coraggioso Roger Walkowiak

| 02/03/2007 | 00:00
Compie oggi 80 anni Roger Walkowiak, una meteora discreta, del ciclismo, e del Tour innanzitutto, degli anni '50. Compie 80 anni, a Montlucon, quel corridore franco-polacco, in arte o per ironia “Walko”, che seppe sbancare il Tour del '56, lui un regionale modesto del Nord Est-Centro, contro la noblesse obligé della nazionale francese di Marcel Bidot: Bauvin, Forestier, Darrigade... Wallkowiak, professionista dal '51 al '60, uno che non aveva vinto molto fin là, e poco avrebbe vinto più in là, 16 vittorie in totale, con 3 frazioni della Vuelta Espana ed includendo pure 2 Gran Premi del suo paese, fu l'apoteosi sublime del coraggio redento per la giovinezza ciclofila di quella lontana stagione. Lui, quel pedalatore di fatica, che seppe infilarsi in due fughe da lontano, nelle frazioni consecutive di Angers e La Rochelle, per mettere al sicuro un bottino di minuti da difendere come un vitalizio sulle Alpi e sui Pirenei. Walkowiak, alla faccia dei predestinati della corsa, di Gaul e Bahamontes, di Ockers e Defilippis. Walkowiak, con la sorte buona dei destinati. Compie 80 anni, Walkowiak. E quel suo Tour del '56 è lì ancora, fin quando ci saremo lui e noi, con i regionali a sorridere dei nazionali, e gli ultimi dei primi... Ed a suggerirci naturalmente l' avventura analoga di un altro coraggioso di giornata, quello spagnolo Pereiro Sio che cinquanta anni dopo - il Tour del 2006, appunto - avrebbe provato a strappare un Giro di Francia dalla banaliità e da Landis. Ma che una vittoria finale sul serio, fosse pure solo “una vittoria alla Walkowiak”, nella cronaca e nel ricordo, per colpa certo dei nostri tempi perversi, ancora non l'ha guadagnata. Gian Paolo Porreca
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