PROFESSIONISTI | 28/10/2016 | 07:25 Fino a qualche tempo fa pensare di vedere fianco a fianco Vincenzo Nibali e Giovanni Visconti nella stessa squadra sembrava follia. Rivali fin da bambini, i due siculi di nascita e toscani d'adozione non se le sono mai risparmiate, ma al ritiro della Bahrain Merida dei giorni scorsi hanno dimostrato una grande sintonia e rivelato una sincera amicizia sconosciuta ai più.
Giovanni salutata la Movistar, è tempo per una nuova avventura... «Sì e ne sono entusiasta. Il primo raduno mi ha lasciato un'impressione migliore delle più rosee aspettative. Su questa nuova formazione si erano spese tante chiacchiere, forse troppe, c'erano varie incognite e dubbi, scotto anche di esperienze precedenti (il team di Alonso vi ricorda niente?, ndr), invece ho trovato un'organizzazione e una voglia di fare al top. Tutto ciò è stimolante e mi fa venir voglia di riprendere gli allenamenti per partire subito forte con la nuova maglia».
Soddisfatto del tuo 2016? «Nel complesso l'annata è stata buona, nell'ultimo mese e mezzo ho ritrovato la grinta del vecchio Visconti, la squadra mi ha finalmente concesso un po' di libertà e mi ha fatto correre da leader, l'ho ripagata vincendo e portando a casa diversi risultati. Dopo aver staccato stando un po' a casa con la famiglia mi sto allenando in palestra e a breve comincerò la preparazione per la prossima stagione. Il mio 2017 inizierà dall'Australia, in alcune prove avrò spazio per fare la corsa, in altre sarò al servizio di Vincenzo».
Com'è essere compagno di Nibali? «Bello e stimolante. Pensavo e speravo che sarebbe successo prima o poi, ne sono felice e sono convinto che abbiamo davanti a noi più anni per poterci divertire davvero. Personalmente mi piacerebbe essere due corridori in uno, un leader in grado di andare a segno nelle gare adatte alle mie caratteristiche e un corridore fondamentale per Vincenzo nei grandi giri. L'anno scorso ho chiuso 13° il Giro tirando più volte i freni per la squadra, ritengo di potergli dare una gran mano».
Ma i vostri tifosi che dicono? «Mah, non lo so... Io non ne ho molti ormai (sorride, ndr). Sia nella nostra terra d'origine che in Toscana immagino faranno il tifo per la Bahrain Merida. E pensare di passare dalla Sicilia insieme con il 100° Giro d'Italia sarà da pelle d'oca. Voglio rispettare i due ruoli di corridore che mi sono prefissato. Mi merito qualcosa in più di quello che ho raccolto finora, a volte sono stato troppo buono, generoso e l'ho preso in quel posto, buttando via dei risultati. Voglio essere "cattivo" agonisticamente parlando, il che vuol dire vincere in prima persona e vincere con Vincenzo. Per me sarebbero vittorie alla pari». Giulia De Maio
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