Mario Cipollini sarà processato per frode fiscale

| 12/01/2007 | 00:00
Non ha pagato tasse dal 2000 al 2004. Mario Cipollini, il popolare "Re Leone” del ciclismo, campione del mondo nel 2002, è stato rinviato a giudizio dalal Pprocura di Lucca perché non ha presentato la regolare denuncia dei redditi. Era, in pratica, sconosciuto al fisco. Attraverso l'ormai abusato escamotage della residenza all'estero - nel suo caso il Principato di Monaco - secondo l'accusa avrebbe nascosto emolumenti per la bella somma di cinque milioni di euro. Da tempo la Guardia di Finanza lo aveva nel mirino. Il calcolo preciso, che al momento rigaurda 5 stagioni, lo hanno fatto i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Lucca, coadiuvati dal personale dell'Agenzia delle Entrate della stessa città nei pressi della quale l'ex corridore abita stabilmente. E proprio questa è stata la circostanza che è costata l'imputazione all'ex corridore. «Cipo» aveva la residenza a Monaco, ma abitava e viveva stabilmente in Lucchesia. Questo dicono i numerosi sopralluoghi effettuati dagli inquirenti presso l'abitazione di Sant'Alessio, sulle colline intorno a Lucca. Una villa di proprietà di una società inglese, di cui è affittuaria la madre del ciclista, pensionata, per un canone che nel 1998 assommava a 24 milioni di vecchie lire all'anno. Questo avrebbero confermato le indagini - affatto semplici - presso amici, conoscenti, compagni di squadra, titolari di palestre, piscine, bar, parrucchieri frequentati dal toscano. La reale residenza, secondo gli inquirenti, non era il Principato. A Lucca e provincia andavano a scuola in quel periodo le sue due figlie, lui stesso, con i suoi familiari, si appoggiava all'Asl e a studi medici locali per le cure di routine. L'azione dei finanzieri per verificare il reddito di Cipollini è stata a tappeto: presso le società sportive per cui ha corso (Saeco, Acqua&Sapone, Domina Vacanze e Liquigas), presso gli sponsor e tutti coloro con i quali ha avuto contatti per pubblicità, promozioni e altro. Cipollini, che ha chiuso con il ciclismo pedalato nel 2005 e attualmente è consulente alla Liquigas, non risultava più tra i residenti di Lucca dal 1995. In quell'anno si è trasferito a Monaco e si è iscritto alla federazione monegasca. Sono gli anni in cui la sua carriera ciclistica e presumibilmente gli emolumenti da essa ricavabili, si è impennata con risultati clamorosi... Ma i guai giudiziari dell'ex "Re Leone" nono finiscono qui. Il 16 febbraio è chiamato in giudizio da Ivano Fanini che gli chiede un milione di euro per non aver rispettato un vecchio contratto con la sua squadra (Amore&Vita McDonald's) e il 28 successivo, sempre a Lucca, sarà al processo (violenza privata, l'accusa) nato dalla vicenda della lite fra il suo ex compagno di squadra Filippo Simeoni e lo statunitense 7 volte vincitore del Tour Lance Armstrong. Non c'è da stare allegri. Eugenio Capodacqua da La Repubblica del 12 gennaio 2007
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