Giò Di Batte, su "Libero" la storia del pittore del ciclismo

| 10/01/2007 | 00:00
Non capita tutti i giorni che un quotidiano politico dedichi un lungo articolo ad un amico del ciclismo, quindi è giusto segnalare l'edizione odierna di Libero, il quotidiano diretto da Vittorio Feltri, che dedica una pagina a Giò Di Batte, il pittore livornese amico del ciclismo. Nella lunga intervista concessa a Caterina Maniaci, Giò racconta il suo amore per la bicicletta, gli inizi difficili come pittore, il girovagare per le città più famose per guardare la gente e negli studi dei grandi pittori per imparare il mestiere. «In bicicletta ci andavo da ragazzo, correvo da dilettante, avevo conosciuto Gimondi, ma il mio mestiere era quello del pittore. Poi, un giorno ho pensato a quanto fosse bello il movimento della bicicletta sullo sfondo di un campo di grano o di una cima innevata. La bicicletta è un elemento stesso della natura, è fatica, è sudore, è forza. Tutto questo lo devo proprio dipingere...». Così si racconta Giò Di Batte, così lo conoscono tutti coloro che vivono nel mondo del ciclismo.
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