INIZIATIVE | 04/08/2016 | 07:22 C'erano solo posti in piedi nel salone d’onore dello Yacht Club di Como nello splendido panorama del Lario, fra le alture di Brunate e Monte Olimpino, giovedì sera per l’incontro con Giuseppe Saronni promosso e organizzato da CentoCantù.
E’ stato un “one man show”, nella migliore accezione, anche in termini dialettici e comunicativi dove, quale disinvolto e brillante relatore, senza copione, da conferenziere provetto, autoironico, ha proposto quelle che erano le sue caratteristiche di campione in sella: velocità, scatto bruciante, grande intelligenza tattica, e non solo.
Due ore che sono volate via veloci con l’uditorio attento e che ha riservato molteplici applausi a scena aperta vuoi alla chiarezza diretta delle sue opinioni, vuoi ai suoi ricordi, espressi con schiettezza, senza circonlocuzioni. Bastava un accenno del conduttore della serata, Nicola Nenci dei servizi sportivi del quotidiano la Provincia di Como, di Miriam Terruzzi, appassionata “blogger” di “E mi alzo sui pedali” e di tutto quanto sa di Lario, e pure di altri intervenuti, che Beppe Saronni “scattava” – dialetticamente nell’occasione – tipo la mitica “fucilata di Goodwood”. E’ stata l’impresa che gli è valsa la maglia iridata davanti a LeMond e Kelly con la quale ha trionfato poi nel Giro di Lombardia, proprio a Como e poi, l’anno successivo, nella Milano-Sanremo. E’ stato un periodo d’oro, magico, straordinario, dove tutto gli riusciva, come ha ricordato il protagonista, nel modo migliore e quasi con facilità grazie anche all’apporto della sua squadra e con la sua cerchia di fedelissimi.
Oltre alle sue straordinarie doti naturali Giuseppe Saronni ha riconosciuto a se stesso un’eccellente capacità d’interpretare e “leggere” con immediatezza ogni corsa e, se del caso, variare all’istante la tattica. E’ facile a dirsi, un po’ più complicato attuare la cosa se non in possesso di forza e intelligenza. Molteplici, e tutte d’interesse, dirette, senza mediazioni, sono state le “pennellate” d’autore per vari aspetti della sua carriera da corridore e dirigente che hanno composto il bel quadro d’autore che Giuseppe Saronni, accompagnato dal figlio Carlo, ha regalato agli intervenuti.
Ovviamente non sono mancati i riferimenti all’amico-nemico (ma l’ordine di citazione può variare) Francesco Moser, il contraltare del lombardo in una vera rivalità, un dualismo, l’ultimo dei grandi dualismi di ciclismo, che Saronni ha ribadito essere (ed è difficile dargli torto) il sale e l’essenza del ciclismo e per i tifosi delle due ruote. Al proposito ha riferito una testimonianza dei duelli fra i due Nico De Lillo, ricordando un episodio della Sei Giorni di Milano, al Palazzo dello Sport di San Siro, stracolmo di tifosi delle opposte, calde, caldissime, fazioni.
A corollario della riuscita iniziativa Gianni Torriani, figlio primogenito dell’indimenticato e indimenticabile “patron” Vincenzo Torriani, ha annunciato che il prestigioso Premio Torriani 2016 sarà assegnato proprio a Como, alla vigilia del Giro di Lombardia, nella storica sede della Canottieri Lario, contigua allo Yacht Club che ospiterà le operazioni della vigilia della corsa monumento che chiude la stagione 2016.
Un gongolante Paolo Frigerio, presidente di CentoCantù, che si definisce però “primus inter pares” della sua agguerrita squadra d’appassionati delle due ruote, in tutte le declinazioni, ha ringraziato i rappresentanti di vari enti e associazioni che contribuiscono all’organizzazione in terra (e in acqua) lariana del Lombardia. Non nascondono di agognare di proporre sempre Como, il suo territorio, il suo lago, quale scenario delle fasi conclusive di quella che, una volta, collocata in calendario circa un mese dopo la data attuale, era “la corsa delle foglie morte”. La passione è però più viva che mai e, in questa visione, sollecitato per un parere in merito al percorso, Giuseppe Saronni, così come altri, aldilà dei motivi e dei ricordi personali, auspica la riproposizione nella parte terminale dell’Intelvi, di Schignano e del San Fermo, dal lato opposto di quel percorso nelle edizioni più recenti. Va bene anche così, conviene – pragmaticamente – quale manager, Giuseppe Saronni se ci sono ragioni superiori…
Conclusione con foto anche accanto a una bellissima bici Colnago d’annata, “replica” ben conservata e curata di quella che ha usato Giuseppe Saronni, esposta dall’appassionato Lionello Cappelletti. g.f. foto di Giuseppe Castelli e Mauro Viotti
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