Beppe Conti: «Che sgarbo a Fausto Coppi: solo nono»

| 30/12/2006 | 00:00
TEMPO di classifiche e graduatorie assortite, consuntivi e bilanci vari, come sempre in queste giornate di fine anno. E fa discutere nel ciclismo quanto pubblica da ben sette stagioni un sito celebre e molto seguito, www.cycling4all.com, ad opera d’un giornalista polacco, Daniel Marszalek. Con aggiornamenti e precisazioni, regolarmente, dall’inizio del terzo millennio. E’ una classifica a punti che tiene conto di tutti i corridori della storia, dall’inizio del novecento, l’età dei pionieri, sino ai giorni nostri. Un lavoro enorme, dettagliato, preciso. E che fa un torto enorme al più grande di tutti, al Campionissimo Fausto Coppi. Il povero Fausto si ritrova, infatti, soltanto al nono posto in questa infinita graduatoria, preceduto da due personaggi come Sean Kelly, irlandese vincitore di classiche, addirittura terzo di tutti i tempi e Joop Zoetemelk, l’eterno piazzato olandese, che chiude all’ottavo posto. Nessuna discussione sul primo della classifica del giornalista polacco. Non poteva che essere lui, il Cannibale, Eddy Merckx, protagonista di un decennio straordinario e forse inimitabile, dal ’ 66 al ’ 76, dalla prima all’ultima delle sette trionfali Sanremo. Merckx primo, ma non davanti a Coppi, bensì sul francese che ha vinto di più, pur non essendo ammantato di leggenda, vale a dire Bernard Hinault. Desta un po’ di stupore anche il nome del primo degli italiani, quinto assoluto, Francesco Moser. Il trentino però, teniamone conto, è anche l’italiano che nella storia del ciclismo ha vinto il maggior numero di corse, ben 261. E la classifica tiene conto soprattutto delle vittorie. Il giornalista polacco è stato molto minuzioso nell’assegnazione dei punteggi ad ogni singola gara. La vittoria al Tour de France vale 100 punti, la vittoria al Giro 90, la vittoria in una grande classica, dalla Sanremo alla Roubaix, 50 punti. Vengono assegnati punti importanti anche ai piazzati, almeno i primi cinque di ogni singola gara, a tappe oppure in linea. Punti pesanti pure a coloro che nelle grandi gare a tappe vincono le singole frazioni. A chi vince le crono. A chi si aggiudica il gran premio della montagna nelle corse più belle. Ripetiamo, un lavoro immenso, dettagliato e preciso, che si basa comunque sulle cifre. Lance Armstrong è soltanto quindicesimo in classifica, a dispetto dei sette Tour de France, record assoluto. Il migliore invece, fra quelli che gareggiavano sino agli anni trenta, prima della guerra mondiale, è Alfredo Binda, diciassettesimo. Ed in tal senso nessuno osa contestare il verdetto, tenuto conto che c’è stato chi aveva messo Binda sul piano di Coppi e Merckx. Fra i corridori in attività e dunque in grado di far altri punti e scalare altre posizione nella graduatoria globale, è primo invece il discusso Jan Ullrich, ventidueesimo. Ed è quarantacinquesimo Paolo Bettini, che ha già superato personaggi importanti, da Cipollini ad Adorni, da Gaul ad Argentin, Bartoli e Nencini. E che nel 2007 potrà certamente compiere altri balzi notevoli nella storia. Certo vedere Coppi alle spalle di Kelly e Zoetemelk fa inorridire i grandi cultori dello sport della bicicletta. E’ chiaramente blasfemo. Ma in fondo non fa che confermare la nostra antica teoria: la storia e leggenda del grande ciclismo insegnano che i numeri vanno usati con molta cautela, con somma attenzione. E spesso non servono ad indicare la realtà dei valori. Il ciclismo da sempre è sport da leggenda, conta l’impresa, la grandezza del personaggio ed il modo di vincere. Un concetto espresso con straordinaria sintesi dalla frase ad effetto: « Merckx è stato il più forte e Coppi il più grande » . La freddezza e la logicità dei numeri non possono tenerne conto. (da Tuttosport del 30 dicembre, a firma Beppe Conti)
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