TAARAMAE. «Ho vinto per Zakarin». AUDIO

PROFESSIONISTI | 28/05/2016 | 19:26
Nella giornata dell’estasi di Vincenzo Nibali, con tutta l’attenzione sul siciliano Astana che ha bissato la vittoria al Giro d’Italia, il trionfatore della tappa di oggi, Rein Taaramae della Katusha, è passato quasi in secondo piano. Tuttavia, il primo estone a conquistare una tappa al Giro ha concluso un’impresa notevole e ha riportato un po’ di luce nel team ancora sconvolto per la caduta shock del capitano Zakarin, ieri.

Ecco le risposte di Rein in occasione della conferenza stampa.

Quanto è importante per la Katusha la tua vittoria di oggi?

«È molto importante perché ieri abbiamo perso tutto ciò per cui abbiamo lavorato per le precedenti tre settimane. In un momento tutto era andato. Zakarin è caduto tre volte perdendo le sue chance di vincere la corsa, ma nell’ultima volta ha perso tutto. Abbiamo vissuto proprio un brutto momento ieri sera. Oggi il direttore sportivo mi ha ripetuto un sacco di volte “Pensa a lui, pensa a lui, dobbiamo vincere” e infatti il grande lavoro è stato ripagato.

Quanto importante questa vittoria per l’Estonia?

«È importantissima, perché siamo un paese piccolo, con solo un milione di abitanti e se qualcuno può vincere una tappa in un grande Giro è qualcosa di veramente speciale. A dire il vero, già se c’è qualcuno nei big team è una vittoria per gli estoni e in questo momento ne abbiamo solo due ossia Tanel Kangert dell’Astana e io. Essere il primo estone a vincere una tappa al Giro è una sensazione splendida, perché penso di aver scritto la storia oggi».

Ieri siete stati tutti da Zakarin?

«Ieri non è andato all’ospedale, anzi è stato con noi a cena ed era di ottimo umore, nonostante le fratture e il dolore. Ci ha tirato su di morale con tante battute è stato davvero un grande».

Ci tenevi a venire al Giro?

«Ho corso sette volte il Tour de France e tre volte la Vuelta di Spagna, ma volevo davvero molto venire al Giro perché per me è il migliore. In più, non corri a temperature folli e puoi goderti di più la corsa».

Da Sant’Anna di Vinadio, Diego Barbera

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