Mapei, celebrati i dieci anni del Centro Ricerche Sport

| 04/12/2006 | 00:00
Nella Sala delle Colonne al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano sono stati celebrati sabato 2 dicembre i dieci anni di attività del Centro Ricerche Mapei Sport. Un momento importante per Giorgio Squinzi, presidente del Gruppo Mapei, e per Aldo Sassi, direttore del Centro di Castellanza. “Siamo un po’ emozionati e un po’ euforici - ha detto Sassi introducendo il convegno - per questo traguardo volante che stiamo tagliando”. E non poteva non esserci emozione rivedendo i filmati della “Corazzata Mapei” che ha vinto in tutto il mondo o ascoltando le parole di chi ha vestito la mitica casacca a cubetti come Franco Ballerini, Andrea Tafi, Daniele Nardello, Stefano Zanini, Dario David Cioni. Con loro in platea anche altri personaggi doc del mondo del ciclismo a cominciare da Ernesto Colnago, l’artigiano della bicicletta, che con Squinzi e la Mapei ha formato un binomio vincente. Tra gli altri presendi il presidente della Fci Renato Di Rocco, Vittorio Adorni presidente della commissione Uci Pro Tour e Amedeo Colombo presidente dell’Assocorridori. Dieci anni di attività a tutto tondo per il Centro Ricerche Mapei che non si è limitato solo alla parte ciclistica ma anche al running, al calcio e allo sci. “Il dottor Squinzi - ha detto Aldo Sassi - dieci anni fa ha voluto creare una struttura in grado di supportare scientificamente e con una precisa etica il Team Mapei. Allora era un’idea ardua e iniziammo con un mini laboratorio, oggi a distanza di dieci anni quell’idea si è rivelata vincente”. Sì, perché il Centro nato per il ciclismo si è di fatto ampliato tanto che l’ambulatorio medico sportivo è frequentato da grandi atleti come il campione dello sci Giorgio Rocca o Gianluca Genoni (presente al convegno) detentore del record mondiale di apnea in assetto variabile regolamentato, ma anche da sportivi a livello amatoriale. Giorgio Squinzi nel suo intervento ha sottolineato l’importanza del compleanno del Centro. “Mio padre Rodolfo fondò la Mapei nel 1937, nonostante siamo arrivati ad essere leader mondiale per i prodotti per l’edilizia, siamo rimasti un’azienda a carattere familiare che fa investimenti a medio e lungo termine. I valori dell’azienda e quelli dello sport sono sempre andati a braccetto: voglia di mettersi continuamente in gioco e migliorarsi. E’ questo l’impatto che abbiamo voluto nello sport e la creazione del Centro è stata la messa in pratica di una strategia per andare al di là del problema del doping. Come Mapei siamo usciti dal ciclismo nel 2002 quando il nostro Garzelli venne estromesso dal Giro d’Italia e fu un vero e proprio tradimento nei nostri confronti, non so da parte di chi ma ho forti sospetti… Lo dico anche ora a posteriori e dopo tanti anni: la Mapei non poteva rimanere in quel ciclismo. Il Centro è stato portato avanti lo stesso perché noi siamo, e saremo sempre, per uno sport pulito che è sempre stata la strada seguita dal Gruppo Mapei. Il Centro Mapei Sport è uno dei modi che abbiamo per aiutare e stare vicini al mondo dello sport”. Il Gruppo Mapei, che quest’anno avrà un fatturato previsto di 1,4 miliardi di euro con uno sviluppo medio negli ultimi anni del 15% e che ha 4500 dipendenti, destina 70 milioni di euro di budget ogni anno per la ricerca e lo sviluppo. Gli ex corridori della Mapei, Zanini e Cioni, hanno auspicato il ritorno nel ciclismo della Mapei, mentre il commissario tecnico della nazionale Franco Ballerini, grande campione alla corte di Squinzi, nel suo intervento ha praticamente focalizzato il significato dell’avvento della Mapei nel ciclismo e nello sport: “La mentalità del team di Squinzi era già avanti a quei tempi, sia nella visione che nella costruzione della squadra. Prima queste novità, come il Centro Ricerche, erano viste con titubanza, oggi il modello Mapei è quello che tutti cercano di seguire e questo è un vanto per l’azienda. Il Gruppo Mapei ha insegnato a tutti come vivere azienda e sport a 360°”. Valerio Zeccato
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