REGGIO EMILIA. Una pista e una scuola per disabili
INIZIATIVE | 19/04/2016 | 11:12 A Giannetto Cimurri, indimenticabile massaggiatore di anime, farebbe un gran piacere sapere che, sulla pista di ciclismo a lui dedicata in zona campovolo, da giovedì decollerà una scuola speciale: è riservata alle persone disabili e insegnerà loro ad andare in bicicletta. E’ la prima in Italia e ha un obiettivo già stabilito: offrire a tutti la possibilità di fare sport anche solo per star meglio. E’ un messaggio semplice: assomiglia molto a uno splendido programma.
A pensare a questo genere di scuola sono stati i soci di Apre, l’associazione reggiana dei paraplegici, che da oltre vent’anni svolge attività nel settore sportivo, con una ricca e affermata sezione agonistica. Una lunga esperienza che ora viene messa a disposizione della collettività con l’appoggio della Cooperatori: già attiva con giovani e cicloturisti, la società amatoriale ora ha inaugurato una sezione dedicata all’handbike e messo a disposizione il circuito. Così l’idea è diventata in fretta una realtà: ogni giovedì, dalle 15 alle 18, sulla pista ristrutturata di recente dalla Fondazione per lo sport del comune, chiunque potrà salire sulle bici per disabili e avvicinarsi a questo sport anche solo per divertirsi e fare un po’ di movimento. Senza spendere un euro: la forza di questa bella iniziativa è anche essere completamente gratuita.
«Non cerchiamo atleti o nuovi campioni: offriamo solo un modo diverso per affrontare i problemi della disabilità. L’esperienza ci insegna che la pratica sportiva, finalizzata al benessere psicofisico e riabilitativo, può essere una terapia formidabile. Molti non si avvicinano al ciclismo perché i mezzi costano tanto e le strade non sono sicure: grazie a questa scuola si potrà usare l’handbike su un circuito protetto, in mezzo alla natura», racconta William Bonvicini, una delle anime dell’Apre, che questo passaggio l’ha vissuto sulla propria pelle: ciclista amatoriale, si è dedicato a questa attività dopo aver perso l’uso delle gambe. «Non è stata una scelta immediata, ho impiegato anni prima di decidermi a salire su una handbike: questa scuola può accorciare anche i tempi di chi vorrebbe provare, ma ancora non si convince».
Inserita nel progetto «Reggio città senza barriere», benedetta dal comune e dalla fondazione per lo sport, sostenuta da aziende locali come il Consorzio del Parmigiano Reggiano e le Farmacie comunali riunite e dalla Triride e Maddiline che produce le speciali bici utilizzate, la scuola di ciclismo per disabili si avvarrà di istruttori specializzati che guideranno gli allievi alla scoperta di un’attività a molti poco conosciuta o del tutto ignota. «Lavoriamo con le handbike dal 2000 - conclude Bonvicini, disponibile a fornire qualsiasi informazione (338.7122591) - quando ancora questo sport era poco conosciuto. Con me altri soci, come Franca Cristofori, Stefania Bassoli, Tadeo Bigi, Raffaele Zambelli e Tonino Carusillo, hanno dato vita a un’attività prima interna alla nostra associazione, poi estesa su tutto il territorio nazionale. Questa scuola è solo una tappa, abbiamo ancora molti progetti da realizzare’. Pedalando di questo passo, sarà più facile.
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