FANINI. «Una settimana di gioie e dolori»

PROFESSIONISTI | 16/04/2016 | 08:48
Nell'ambiente del ciclismo internazionale tutti conoscono Ivano Fanini e, anche se c'è chi non condivide le sue clamorose prese di posizione riguardanti alcune piaghe che affliggono lo sport del pedale, nessuno può tuttavia negare le sue eccezionali capacità di talent scout nelle categorie minori. Bartoli, Cipollini, Sorensen, Tafi, Magnusson e tanti altri atleti che sono diventati dei campioni celebrati hanno infatti vestito nel corso degli anni la maglia delle sue squadre. Da tempo, pur continuando nella ricerca di giovani talenti, il vulcanico patron di Lunata – insieme al figlio Cristian che è l'attuale manager del team Amore & Vita Selle SMP a giorni impegnato nel Giro dell'Eritrea – sembra avere prescelto lo scomodo ruolo di “Refugium Peccatorum” con la sua collaudata struttura, vale a dire un porto sicuro per quei ciclisti sbandati e protagonisti di gravi leggerezze in materia di doping o pratiche similari. In tanti sono infatti andati alla ricerca del difficile rilancio grazie ad un team come quello lucchese, che offre una “grossa” mano sulla via della riabilitazione ma che allo stesso tempo non concede sconti di nessun genere a chi sbaglia nuovamente. Nel corso dell'ultima settimana, Ivano Fanini e il suo entourage sono passati da un momento di grande euforia legato alla storica attività di talent scout, ad un altro momento di sconcerto se non addirittura di rabbia, collegabile al sopracitato ruolo di “Refugium Peccatorum” del ciclismo.

Proprio Ivano Fanini ci parla a cuore aperto di questi due stati d'animo così differenti che ha conosciuto nel volgere di pochi giorni: «Domenica scorsa l'australiano Mathew Hayman ha vinto alla grande la Parigi-Roubaix con la maglia del team World Tour australiano Orica-GreenEDGE, una delle squadre leader del ciclismo mondiale. Ebbene, il direttore generale e numero uno di questa agguerrita formazione è l'ex-ciclista australiano Shayne Bannan, che  a metà degli anni'80 indossò la maglia di una mia squadra dilettantistica, vincendo varie gare tra le quali ricordo con piacere il Trofeo Matteotti, con arrivo a Signa, nel 1984. Di Bannan conservo ancora una foto con la maglia verde e bianca della formazione che sponsorizzavo: insieme a lui ci sono un altro ciclista australiano e l'inglese Chris Walker, in seguito vincitore di parecchie gare tra i professionisti. E'stata una soddisfazione enorme constatate che uno dei miei ex-atleti abbia fatto così tanta strada a livello manageriale e sportivo».

La nota dolente è invece giunta dalla pessima notizia riguardante Mattia Gavazzi, ricaduto nell'inferno della cocaina: «Mio figlio Cristian ha già espresso nei giorni scorsi la nostra opinione ufficiale circa quello che è accaduto. Un brutto colpo, inatteso anche se negli ultimi tempi avevamo notato in Mattia molto nervosismo e parecchia tensione, in gara e fuori. Forse ha influito, almeno in parte, la fine del suo legame con la sorella di Ivan Basso, una storia che è durata alcuni anni e che sembrava solida. Ma ora in me prevale soprattutto la tristezza, poiché quando suo padre, Pierino, vinceva le gare con la nostra squadra, compreso il campionato italiano, io tenevo Mattia in braccio. Questa è una tragedia a livello umano e sportivo, che ci priva di un atleta fortissimo, capace com'è stato di procurarci negli ultimi tre anni molte importanti vittorie».

Ma adesso Ivano Fanini non si mostra indulgente nei confronti di Gavazzi:
«Per la quarta volta ha commesso il medesimo errore, perciò merita la squalifica a vita. Tuttavia, se questa punizione tombale non gli venisse comminata e lui desiderasse tornare a gareggiare con noi, voglio dirgli che la nostra porta resterà sempre aperta. Ma ora si deve tentare di recuperare l'uomo, più che l'atleta. Comunque è un vero peccato vedere Mattia ridotto così, poiché ritengo che lui fosse uno dei velocisti più forti della sua generazione ma ormai, con i suoi errori a ripetizione, sta gettando alle ortiche una carriera sportiva che avrebbe potuto essere eccezionale». 

Stefano Fiori
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COMMENTI
Belle parole
16 aprile 2016 12:54 pietrogiuliani
Intervista davvero molto interessante. Specialmente le parole finali su Gavazzi fanno capire che persona sia Fanini. Un altro probabilmente gli avrebbe fatto causa o lo avrebbe lasciato solo ed umiliato ancor di più di quanto non lo sia già, ed invece no. Certi valori sono insiti nell'uomo, non si comprano al super menrcato, Bravo Fanini continua così.

bravo Fanini
16 aprile 2016 15:24 antani
bellissima storia. Apprezzo molto soprattutto le parole su Gavazzi. Chapeau!

Una grande persona
17 aprile 2016 06:46 Pedalatore
Ho avuto modo di conoscere Ivano. Quando entri nei suoi uffici di Lucca si respira il profumo di ciclismo! Non smetteresti mai di ascoltare i suoi racconti, di VERO CICLISMO

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