COPPI&BARTALI. Firsanov, l'uomo degli attacchi

PROFESSIONISTI | 25/03/2016 | 18:09
SOGLIANO AL RUBICONE (FC) Se la sognava, una giornata così. Vittoria di tappa e conquista di maglia. Se la sognava perché non l’aveva mai vissuta, anzi, non riusciva neanche a immaginarla. E invece la corsa è stata – almeno per lui – perfetta: un’accelerazione per guadagnarsi un gran premio della montagna, poi la fuga con Stefano Pirazzi, poi Pirazzi che cede e il colombiano Egan Bernal che lo raggiunge, poi Bernal che cade, poi l’assolo fino al traguardo.

Sergey Firsanov ha 33 anni (ma, a occhio, ne dimostra 10 di meno), è di Velikie Louki, a 500 chilometri da Mosca, ma abita a Sarnico, sul Lago d’Iseo, mentre la base della sua squadra, la Gazprom RusVelo, ha base a Lonato, sul Lago di Garda: “La bici è stato il mio primo grande amore. Ma siccome la mia famiglia era povera, l’unica possibilità per avere una bici era iscriversi a una scuola di ciclismo. E così ho fatto”. Poi Firsanov si è laureato in Scienza dello sport e specializzato in salite e cronometro. Ha vinto in Russia e Romania, in Francia e Azerbaigian, lo scorso anno ha sfiorato la vittoria alla Tre Valli Varesine (dietro a Vincenzo Nibali), questo è il primo successo in Italia: “Conoscevo il percorso, le salite dure e le discese tecniche. Adatte a me”. Perché lui è un attaccante: “Per attaccare bisogna avere le gambe buone. Quando me le sento così, attacco sempre”. La caduta di Bernal lo ha favorito: “Era davanti a me, ma siccome scendeva troppo forte, gli ho lasciato un po’ di spazio. Una decisione giusta, altrimenti sarei caduto anch’io. Però credo nella fatalità: sono stato fortunato, ma la fortuna aiuta il più forte”. Il suo corridore preferito era Cadel Evans: “Certe volte lo guardavi in faccia, sembrava finito, soffriva ma non mollava e reagiva”.

Dovrà reagire anche Mauro Finetto: secondo di tappa e secondo nella generale, una giornata infelicemente quasi perfetta. E pensare che, sul traguardo, ha esultato come se avesse vinto lui: “Pensavo che davanti ci fosse soltanto Pirazzi prima, e Bernal poi: ero concentrato sulla discesa e sul finale. Ma non sarebbe cambiato granché: sarebbe stato difficile raggiungere Firsanov. Comunque, una buona giornata. E adesso punto alla vittoria finale”. La carriera di Finetto è come la tappa di oggi, tra alti e bassi, tra ProTour e Continental, tra strada e mountain bike: “Ma ho la coscienza a posto, ho sempre fatto il mio dovere, non scendo in particolari che sarebbero deprimenti”. Il calendario delle sue corse singhiozza: “Andrò al Giro del Marocco e al Giro dell’Appennino, poi probabilmente anche al Giro del Trentino”.

Gianni Moscon, terzo, non è d’accordo con Finetto. Lui sostiene che, se si fosse trovato l’accordo, Firsanov sarebbe stato ripreso: “Ma c’era chi si risparmiava e chi scattava”. Non era lui, Moscon, il capitano di giornata nella Sky: “Per la generale si puntava su Sebastian Henao, perché Mikel Landa è alla sua prima corsa stagionale ed è qui per ritrovare il ritmo. Poi, strada facendo, ho avuto libertà. Ma il risultato di oggi non cambierà le strategie della squadra”. Il trentino sta bene: “Qui, un anno fa, con la Nazionale, avevo altre gambe e forma. Stavolta mi sono sentito a mio agio, la squadra è contenta di me, io mi trovo bene nella squadra. Correre con tanti campioni è una scuola. Anche dividere la camera con loro”. E’ una camera a quattro letti: con lui, Henao, Zandio e Deignan. “Poi farò Fiandre, Roubaix e Trentino. Niente grandi giri, ma Yorkshire e California”.

“Sujen”, così si dice in dialetto, ha una fontana a mosaico con mille farfalle che – immaginava il suo creatore, il poeta Tonino Guerra – stanno per decollare. Firsanov, Finetto e Moscon non hanno paura di volare. Ma domani, terza tappa, da Calderara di Reno a Crevalcore, lasceranno volare i velocisti.

Marco Pastonesi


Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Grande prestazione dell'azzurra Linda Rapporti nell'inseguimento individuale donne juniores. La vicentina del Breganze Millenium approda alla finale dove si arrende alla fortissima Dam Ida Fialla (terzo titolo per la danese) che stabilisce anche il nuovo record del mondo in 3:31.442....


Tadej POGACAR. 10 e lode. Sublime e maestoso, come il paesaggio che lo accoglie. Non è Tadej a conquistare Hautacam, ma è questa vetta pirenaica ad inchinarsi al cospetto di un talento per il quale fatichiamo a trovare le...


Il dito sale dritto verso il cielo e porta un messaggio che non ha bisogno di spiegazioni: la vittoria è per Samuele Privitera, il ragazzo ligure che ha perso la vita ieri al Giro della Valle d'Aosta. «È la prima...


Un'impresa per la vittoria, l'ennesima. Una batosta agli avversari, l'ennesima. La prima tappa pirenaica del Tour, quella con le prime salite vere, ha emesso un verdetto importante: Tadej Pogacar è il padrone del Tour. Gestione perfetta della corsa, da parte...


Come da previsioni è stata una volata a ranghi compatti a decidere la Jabbeke / Knokke-Heist, prima tappa in linea del Baloise Ladies Tour. Il successo è andato a Charlotte Kool, 26enne del Team Picnic PostNL, che pilotata da Franziska Koch...


Testimone oculare dell'incidente che è costato la vita a Samuele Privitera è Lorenzo Masciarelli, corridore abruzzese della MBH Bank Ballan CSB. Ecco il suo racconto: «Eravamo a 30 km dall'arrivo quando stavamo scendendo da Pontey. Privitera era sulla sinistra e...


Un nuovo comunicato emesso dagli organizzatori del Giro della Valle d'Aosta illustra le richieste che i direttori sportivi presenti alla corsa hanno avanzato, tutte accettate dal comitato organizzatore. I primi 40 km della tappa di venerdì, la Pré Saint Didier-Colle...


Un dissuasore di velocità con tanto di strisce pedonali sopra. Da un lato un piazzale e giardinetti. Dall’altro due villette che si affacciano sulla valle della Dora Baltea, separate da una piazzola dove si fermano i bus. Solide cancellate dividono...


Il 14 luglio scorso è ricorso il 60° anniversario della leggendaria vittoria di Felice Gimondi al Tour de France 1965. Per celebrare questa ricorrenza, Giuseppe Manenti – direttore organizzativo della BGY Airport Granfondo – ha donato al Comune di...


Richard Virenque è stato per decenni il volto più riconoscibile del ciclismo francese. Idolatrato dal pubblico, temuto in montagna, adorato dai media e preso di mira dai tribunali. Secondo al Tour de France del 1997, sette maglie a pois, sette...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024