VIGORELLI. In un pomeriggio di primavera... VIDEO E GALLERY

PISTA | 19/03/2016 | 07:59
Sono i cinque sensi ad essere stimolati, nel pomeriggio primaverile in cui il Vigorelli sceglie di ripresentarsi a Milano. “Qui c’è profumo di storia, lo si avverte”, spiega il presidente della Federazione ciclistica italiana Renato Di Rocco. “Guardi, mi tremano le gambe. Sono davvero emozionato ad essere qui”, spiega indicando poco sopra le ginocchia. Gli occhi passano dal cantiere del velodromo al contrasto con il nuovo skyline della città. Il vecchio anello della velocità e la babele di vetro dei colossi assicurativi a sovrastarlo.
“Questo contrasto mette ancora più in evidenza come l’epica della tradizione vinca sul moderno”, annuisce Di Rocco.

Perché l’eco della storia arriva da lontano. E ha la dolce melodia di uno Stradivari, assemblato nell’abete rosso della Val di Fiemme. Lo stesso che tappezza i 397,57 metri del Vigorelli. Quel legno non ha nodi, perché gli alberi crescono in una vallata senza vento. Il segreto è tutto lì. Ma il fascino che rimbalza stereofonico da una curva all’altra, è quello che rimbomba anche nelle buche della pista che ha visto i record dell’ora di Coppi, Anquetil e Moser.

A fine maggio, quando i lavori saranno ultimati, il velodromo milanese potrà di nuovo accogliere 7500 spettatori. Che di gare, sull’anello intitolato ad Antonio Maspes, non ne vede dal Gp Città di Milano del 2000. Ci sono l’assessore meneghino allo Sport, Chiara Bisconti, e lo staff operativo che ha portato avanti i lavori, l’ingegnere Aldo Galbiati e l’architetto Roberto Russo, le mani ricche di memoria dello storico meccanico del velodromo, Alberto Masi, e il presidente provinciale Fci di Milano, Valter Cozzaglio. Anche se chi si gusta più d’ogni altro l’appuntamento è l’ospite che tutti attendevano, il presidente Uci Brian Cookson: “Incredibile, bellissimo, fantastico”.

Pesca nei sinonimi, per commentare il fascino del Vigorelli, ma il concetto è inequivocabile. Cookson si abbassa e tocca i listelli in legno del velodromo, poi sale in sella con Di Rocco e Cordiano Dagnoni, presidente facente funzione del Comitato lombardo, e inaugurano virtualmente il Maspes. Per il quale sono già stati spesi 1,6 milioni di euro, a cui si sommeranno gli altri 5 milioni che per maggio 2018 avranno completato l’ammodernamento anche degli impianti elettrici, termici e di ristrutturazione interna dei locali. Dove, tra l’altro, si vorrebbe creare un reparto museale. Messa a nuovo sarà anche la palestra Ravasio, così come il campo da football americano interno al velodromo. Dei listelli in legno originali (trasportati dall’Eur nel 1934 e riadattati su rettilinei più corti di 1,5 metri per lato), solo il 30 per cento verrà sostituito. L’abete rosso utilizzato sarà poi reimpiantato in Val di Fiemme, dove si creerà un ‘bosco Vigorelli’.

Stefano Arosio

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